Ciclismo

Ciclismo, Davide Cassani: “Per Rio voglio un Nibali ancora più forte di quello di Risoul”

Il commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo, Davide Cassani

Il Giro d’Italia 2016 è andato in archivio con lo storico trionfo di Vincenzo Nibali. Ma per Davide Cassani, commissario tecnico della nazionale italiana, è già tempo dei primi bilanci in vista delle Olimpiadi di Rio. Ai nostri microfoni, dà i voti agli italiani dopo la corsa rosa, svela le attuali condizioni di Fabio Aru e indica la tabella di marcia degli azzurri verso le prove olimpiche del 6-7-9 agosto. Le sue frasi iniziali, però, non potevano che essere per Nibali e per il suo secondo successo al Giro d’Italia dopo quello del 2013:

“Abbiamo davvero speso tutte le parole per descrivere l’impresa di Vincenzo Nibali. Nelle ultime due giornate abbiamo vissuto delle emozioni incredibili perché il Giro sembrava perso e invece Vincenzo ha tirato fuori un finale meraviglioso. Da commissario tecnico non posso che essere contento perché avere un Nibali così può davvero essere d’aiuto in vista di Rio”.

Nibali a parte, il Giro d’Italia è stata anche l’occasione per “misurare la temperatura” al movimento ciclistico azzurro. Il CT Cassani non si sbilancia e analizza con occhio critico le prestazioni degli italiani:

“Il movimento è in discreta salute. Ci sono state delle prove individuali fantastiche: Ciccone, Brambilla,Trentin, Ulissi, lo stesso Nizzolo che ha vinto la maglia rossa di miglior velocista. Bisogna però, dall’altro lato, sottolineare che tra i primi venti c’è solo un italiano under 30, cioè Pirazzi (che ha 29 anni) e questo mi fa riflettere. Godiamoci sì la vittoria di Nibali, ma pensiamo anche a ciò che succede dietro di lui”.

I giovani, appunto. Il Giro ha fatto emergere qualche graditissima sorpresa come Giulio Ciccone, trionfatore a Sestola, o come i due Lampre Simone Petilli e Valerio Conti, il primo autore di una buona prova nella cronoscalata, il secondo bravissimo ad aiutare Diego Ulissi nelle tappe cruciali. Ma i chilometri della corsa rosa hanno anche fatto registrare dei flop inattesi:

“Ciccone ha corso in maniera eccellente. È stato il suo primo Giro, il suo primo anno tra i professionisti e ha vinto una tappa complicatissima come quella di Sestola: non è una cosa che si vede tutti i giorni. Mi aspettavo molto di più, invece, da Davide Formolo. Non è mai riuscito a mettersi in mostra, non è mai riuscito a confermare quelle speranze che ci aveva fatto intravedere l’anno scorso, quando aveva vinto la bellissima tappa di La Spezia. Bisogna capire il motivo per cui non è stato all’altezza della situazione. Certo, è giovane e può starci anche l’anno no. Ha tutto il tempo per analizzare quello che è successo e per rifarsi in futuro”.

Ora, però è tempo di pensare a Rio. La prova olimpica, che si corre in un solo giorno, ha caratteristiche molto diverse da una corsa a tappe sulle tre settimane. Qual è il vero Nibali: quello della cronoscalata dell’Alpe di Siusi o il trionfatore di Risoul?

“Io ho bisogno del Nibali di Risoul. Anzi, anche qualcosina meglio. La corsa a tappe non è la corsa di un giorno. Nella corsa di un giorno serve esplosività e tenuta. Da questo punto di vista, con Nibali si va sul sicuro. La speranza, visto come è finito questo Giro d’Italia, è quella di avere Vincenzo in formato Risoul o in formato Sant’Anna”.

Ma per Rio non c’è solo Nibali. Fabio Aru sta scaldando i motori per entrare nel vivo della sua stagione:

“Fabio Aru sta bene, sta crescendo. Il suo obiettivo primario è il Tour de France. Si sta allenando in altura ed è pronto a partecipare al Giro del Delfinato. Penso che sia pronto ad affrontare il suo primo Tour da capitano. Non sarà affatto semplice, perché i suoi avversari sono di uno spessore straordinario. A lui, ovviamente, non possiamo chiedere di vincere il Tour; già il podio sarebbe un risultato eccezionale”. 

Infine, una cartolina dal percorso delle gare olimpiche. Qui, Cassani è molto chiaro: nella corsa in linea, l’Italia gioca per conquistare una medaglia; per la cronometro, invece, il CT ha un rimpianto chiamato Adriano Malori, infortunatosi seriamente all’inizio della stagione:

“Non sarà facile, ma nella prova in linea lotteremo per portare a casa una medaglia. Ce la dovremo vedere soprattutto contro spagnoli, colombiani e francesi, che sono i più agguerriti. Nella cronometro, invece, non potrò schierare Malori e quindi non abbiamo dei veri e propri specialisti che potranno guidare l’assalto ai primi tre posti”.

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