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Vi ricordate il match di Clemente Russo contro Evgeny Tishchenko a Rio 2016? Il pugile italiano, dopo la sconfitta ai punti decretata dagli arbitri, usò toni molto forti contro i giudici di gara. Ma fu solo uno degli evidenti errori capitati nel corso della competizione. Oggi, a distanza di due mesi dalla fine dei Giochi Olimpici, l’AIBA – organo di governo della boxe dilettantistica – ha sospeso i 36 direttori di gara che hanno arbitrato gli incontri di Rio.
Oltre al pugile azzurro, che aveva denunciato l’incapacità degli arbitri, sono stati moltissimi gli atleti che non hanno esitato a utilizzare il termine “corruzione”. L’AIBA ha rispedito al mittente quest’ultima accusa, ma ha fatto marcia indietro sulla qualità dei direttori di gara e sulla loro preparazione, aprendo un’inchiesta interna e sospendendo i 36 giudici fino al termine della stessa.
“Rio è stata una svolta per l’AIBA – ha detto il presidente Wu Ching-Kuo – sia per gli aspetti positivi che per quelli negativi, ma prenderemo i provvedimenti necessari per migliorare. Dobbiamo favorire un sistema che renda più chiara l’attribuzione dei punteggi. Gli arbitri, però, non siano sempre il capro espiatorio per giustificare le prestazioni deludenti degli atleti”.