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Appena salito sul gradino più alto del podio nell’Open di Doha, con 500 punti in più fondamentali in chiave qualificazione olimpica, l’azzurro Alex Ranghieri si racconta ai microfoni di Sportface.it: “Con il nostro gioco abbiamo rotto le regole del World Tour. La finale olimpica? Vorrei battere Samoilovs-Smedins”.
La seconda vittoria in una tappa del circuito FIVB arriva a conferma di quanto di buono visto nel 2015, un anno eccezionale, con risultati che hanno consacrato la coppia Ranghieri-Carambula come una delle migliori sorprese della stagione. Lo scorso anno infatti i due azzurri hanno conquistato un terzo posto nelle Major Series a Porec, un argento all’Europeo di Klagenfurt, hanno vinto il Cev Masters di Milano a settembre e l’Open di Antalya a fine ottobre.
Alex, italo-canadese, e Adrian Carambula, italo-uruguaiano: una coppia azzurra molto ‘colorata’. Cosa hai imparato di nuovo dopo questo anno su di te e sulla vostra coppia? C’è qualche cosa che faresti diversamente?
“Avere la possibilità di arrivare in fondo ai tornei ti dà un bagaglio di esperienza importante e tutta questa esperienza cerco di metterla nel torneo successivo. Stiamo lavorando bene, ma dobbiamo ancora perfezionare alcuni dettagli e abbiamo del lavoro da fare per arrivare al top della condizione”.
E’ un fatto positivo secondo te che voi e Nicolai/Lupo lavoriate separatamente e con due allenatori diversi?
“Sono d’accordo su quanto ha detto Adrian (qui l’intervista al compagno di squadra Adrian Carambula), è stata fatta una scelta e le scelte tecniche non devono necessariamente essere argomentate. Noi siamo atleti e in quanto tali pensiamo a giocare”.
Cosa ti piace di Coach Paulao?
“Paulao è una persona vera, non ti nasconde nulla. Mi ha aiutato molto lo scorso anno quando ho avuto qualche problema. E’ un tecnico molto capace, ti sa dare il giusto suggerimento in ogni occasione, lui è stato un grande giocatore quindi conosce alla perfezione ogni dinamica in campo”.
Quale pensi sia la vostra miglior qualità come coppia? E l’aspetto del gioco su cui dovete lavorare maggiormente?
“Credo che le nostre migliori qualità come coppia siano il muro e la difesa. Adrian è un gran difensore e io a muro me la cavo bene. Questi due aspetti sono il giusto mix che ci permette di essere performanti in campo. Adrian con il suo gioco ha rotto le regole, è il più basso nel World Tour ed abbiamo adattato il gioco in funzione di questo aspetto. Sfruttiamo al meglio la sua manualità e il controllo palla. Quando sei in campo tutto è diverso rispetto all’allenamento, entrano in gioco diversi aspetti come la psicologia che sfruttiamo per capire l’avversario e cercare di metterlo in difficoltà”.
Il beach volley sarà una delle discipline più seguite a Rio 2016, non sarà facile gestire l’emozione dell’evento. Ti stai preparando in qualche modo sotto l’aspetto psicologico per gestire al meglio la pressione o è ancora troppo presto?
“Penso che sia un torneo come gli altri, se gioco un piccolo torneo o un Olimpiade io do sempre il 100%”.
Se domani fosse il giorno della finale olimpica, contro chi vorresti disputarla, e vincerla?
“Voglio immaginare di vincere la semifinale contro Alison-Bruno e poi la finale contro Samoilovs-Smedins”.
Quale qualità vorresti ‘rubare’ al tuo compagno Adrian?
“Dal punto di vista tecnico non mi dispiacerebbe imparare la Sky ball, anche se non fa parte del mio gioco. Dal punto di vista umano mi piacerebbe avere la sua sensibilità”.