Non solo Maria Sharapova, la Russia comincia a tremare. Dopo la tennista, risultata positiva al Meldonium, sostanza vietata dallo scorso 1° gennaio, anche la nuotatrice Yulia Efimova, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012 e campionessa del mondo nei 100 rana ai Mondiali di Kazan dello scorso agosto davanti alla lituana Ruta Meilutyte (che già in passato aveva avanzato sospetti sulla regolarità delle performance dell’atleta russa) è stata trovata positiva alla stessa sostanza usata dalla Sharapova.
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La Federazione russa ha confermato, attraverso un portavoce, la positività dell’atleta dichiarando di essere a conoscenza del fatto che la Efimova è risultata positiva ad un test antidoping. Non è la prima volta per la nuotatrice: già nel 2013, infatti, fu squalificata per 16 mesi per uso di steroidi, ma con la retroattività, e le vennero revocate 5 medaglie internazionali e di 2 record del mondo. All’epoca il suo stop suscitò grande clamore e lei stessa sostenne di aver preso solo degli integratori: una tesi che non bastò per impedire alla federazione russa di squalificarla.
La Efimova è uno dei 100 casi sospettati di aver usato il Meldonium, la sostanza divenuta proibita da quest’anno. In una trasmissione televisiva il pattinatore Evgeni Plushenko ha dichiarato che molti atleti usavano il farmaco proibito tanto quanto la Vitamina C. Un punto in comune con Maria Sharapova è il luogo in cui entrambe si allenavano: le atlete russe, infatti, erano a Los Angeles, dove la vendita del farmaco è proibita. Adesso la nuotatrice rischia addirittura la carriera: per lei, vista la recidività, potrebbe esserci una squalifica a vita.