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Basket, NBA: Cavs e Warriors si arrendono a Clippers e Rockets

Eric Gordon - Foto Keith Allison CC BY-SA 2.0

Il giovedì notte della NBA propone sei gare nel proprio menu. Riflettori puntati – in primis e inevitabilmente – su Cleveland, dove i Cavaliers campioni in carica trovano la seconda sconfitta in tre giorni, questa volta innanzi agli LA Clippers. Ma anche su Oakland (California), dove dopo due overtime gli Houston Rockets interrompono a dodici la striscia di vittorie consecutive dei Golden State Warriors. Le due squadre campioni delle ultime due stagioni rimangono comunque al comando delle rispettive conference.

Le altre partite disputate nella notte vedono i successi casalinghi degli Charlotte Hornets sui Dallas Mavericks e dei Memphis Grizzlies sugli Orlando Magic. Vittorie esterne, invece, per i Milwaukee Bucks, che si impongono agevolmente sui Brooklyn Nets, e i per i Miami Heat, che per un soffio hanno la meglio sugli Utah Jazz.

Charlotte Hornets – Dallas Mavericks 97-87

Tutto facile per gli Charlotte Hornets, che sul parquet di casa superano senza particolari difficoltà i derelitti Dallas Mavericks (squadra con il peggior record dell’intera lega) impegnati in back-to-back. I Calabroni partono forte e terminano avanti il quarto di apertura, ma nel secondo i Mavs rimontano e chiudono il primo tempo a contatto; nella ripresa i padroni di casa chiudono poi la pratica. Top scorer per gli Hornets è il solito Kemba Walker, con 18 punti (e 5 assist), cui si aggiungono i 12 (con 9 rimbalzi e 6 assist) di Nicholas Batum e i 14 di Michael Kidd-Gilchrist; 8 sono invece i punti messi a referto da Marco Belinelli, in uscita dalla panchina. Migliore dei Mavs è Harrison Barnes, che con 17 punti e 9 rimbalzi si conferma una delle poche note positive nel disastroso inizio di stagione di Dallas.

Brooklyn Nets – Milwaukee Bucks 93-111

Sfida dal sapore nostalgico per Jason Kidd, che con i suoi Milwaukee Bucks ritrova da avversario i Nets, franchigia di cui fu la stella e con la quale esordì nel ruolo di capo allenatore (con più ombre che luci). Dopo un primo tempo di grande equilibrio tra le due squadre nel punteggio (Milwaukee va a riposo sul +1 di vantaggio), la ripresa vede i Bucks mettere la freccia e archiviare vittoriosamente la trasferta al Barclays Center. Milwaukee vola trascinata da Giannis Antetokounmpo – 23 punti, 8 rimbalzi e 8 assist per “The Greek Freak” (che aggiunge pure 4 palle rubate e 2 stoppate) – e Jabari Parker (22 punti per il nativo di Chicago). Miglior realizzatore tra le “Retine” è invece Brook Lopez con 15 punti, ma – dopo la vittoria in overtime sui Clippers – per i Nets arriva una nuova sconfitta.

Memphis Grizzlies – Orlando Magic 95-94

Al FedEx Forum di Memphis, i Grizzlies colgono una vittoria all’ultimo respiro (o quasi) contro gli Orlando Magic. La squadra allenata da David Fizdale – peraltro non nuova a situazioni di clutch time in questa stagione – fatica non poco contro quella di coach Vogel; Memphis chiude il primo tempo sopra di un solo punto, e alla fine del terzo quarto si ritrova addirittura in svantaggio. I padroni di casa sono ancora sotto a dodici secondi dalla sirena di fine gara, quando i due tiri liberi realizzati da Marc Gasol consentono loro di riportarsi avanti, prima che la palla persa di Elfrid Payton metta fine alle speranze dei Magic. In assenza di Mike Conley, il peso dell’attacco dei Grizzlies verte inevitabilmente proprio sulle spalle di Gasol, che chiude con 25 punti; a Orlando non bastano i 28 di Evan Fournier.

Cleveland Cavaliers – LA Clippers 94-113

Dopo un inizio di stagione da tredici vinte e due perse, arriva il secondo Ko consecutivo per i Cleveland Cavaliers, che – sconfitti dai Milwaukee Bucks due giorni fa – alla Quicken Loans Arena si arrendono agli LA Clippers. I Cavs partono bene e finiscono avanti il quarto di apertura, ma nel secondo e nel terzo periodo pagano ai Clippers un parziale complessivo di 37-61, che vale loro la quarta sconfitta stagionale. La squadra losangelina, da par suo, torna a vincere dopo due sconfitte consecutive, coronando la fin qui negativa trasferta a Est con il successo più prestigioso, quello contro i campioni NBA 2016. Top scorer per i Clippers è JJ Redick, con 23 punti, cui si aggiungono i 16 (con 9 assist e 6 rimbalzi) di Chris Paul e la doppia doppia – da 13 punti e 11 rimbalzi – di Blake Griffin. Cleveland cade nonostante i 28 punti di Kyrie Irving, i 16 di LeBron James e gli altrettanti di Kevin Love.

Utah Jazz – Miami Heat 110-111

Gara all’insegna dell’equilibrio quella tra gli Utah Jazz padroni di casa e i Miami Heat in trasferta a Ovest. A prevalere infine sono questi ultimi, grazie soprattutto alle straordinarie prestazioni di James Johnson e Wayne Ellington (rispettivamente con 24 e 17 punti) in uscita dalla panchina, oltre che del solito Goran Dragic (27 punti e 6 assist a referto per la point guard slovena). Vittoria importante per Miami, che – dopo un inizio di stagione all’insegna della discontinuità – attualmente veleggia nelle zone medio basse della Eastern Conference. I Jazz cedono nonostante i 32 punti più 7 assist di Gordon Hayward, ma rimangono pienamente in corsa per l’agognato posto ai playoff della Western Conference, dove la lotta sarà serrata.

Golden State Warriors – Houston Rockets 127-132 (dopo 2 OT)

La serata si chiude con il botto alla Oracle Arena, dove Golden State Warriors e Houston Rockets danno vita a uno spettacolo pirotecnico. A spuntarla sono questi ultimi alla fine di un doppio overtime, che condanna Golden State alla terza sconfitta stagionale (a fronte di sedici vittorie) e pone fine a una striscia vincente di dodici gare. I texani comandano la gara per quasi tutti i quarantotto minuti dei tempi regolamentari, mentre i californiani rimangono a contatto e mettono la testa avanti in alcune occasioni (anche nel quarto periodo), senza mai riuscire – come tante altre volte in questa stagione – a infliggere agli avversari un parziale devastante. Houston risponde infatti colpo su colpo e la gara finisce all’overtime; l’equilibrio permane tuttavia dopo i primi cinque minuti supplementari. L’episodio cruciale avviene a 3:25 dalla fine del secondo overtime, quando – sul punteggio ancora in parità – Stephen Curry commette il suo sesto fallo personale ed è fuori dalla partita; a quel punto gli Warriors cedono e i Rockets piazzano l’allungo decisivo. A trascinare i texani è l’immancabile James Harden, che con 29 punti, 15 rimbalzi e 13 assist realizza la sua quarta tripla doppia stagionale. I 28 punti di Curry e i 39 con 13 rimbalzi di Kevin Durant questa volta non salvano Golden State.

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