Karate

Tokyo 2020, regolamento karate: come funziona, tutto quello che c’è da sapere

Luigi Busa, Mondiale karate 2016, foto Emanuele Di Feliciantonio

Il regolamento del karate sportivo in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Il karate sportivo è una disciplina nata per dare un fine agonistico a quella che originariamente era un’arte marziale, ovvero un insieme di pratiche con fini di combattimento. Si possono distinguere Kumite (individuale o a squadre) e Kata, ovvero le due discipline che assegneranno le medaglie olimpiche nella manifestazione a cinque cerchi.

Kumite è il tipo di Karate più noto al grande pubblico e prevede l’incontro tra i due atleti su un Tatami, l’apposito tappeto, della larghezza di 8x8m con l’aggiunta di ulteriori 2 metri di superficie di sicurezza. L’area di gara per le competizioni di kumite è costituita da un quadrato coperto dal tatami con lati di 8 metri e con 2 metri aggiuntivi su ogni lato come area di sicurezza. A 2 metri dal centro del quadrato è segnata una linea per posizionare l’arbitro. I contendenti sono invece posizionati su due linee a 1,5 metri dal centro dell’area e perpendicolari a quella dell’arbitro. I giudici siedono nell’area di sicurezza, uno di fronte all’arbitro e uno dietro ciascun contendente, 3 giudici in tutto. Ogni giudice tiene una bandierina rossa nella mano destra e una blu nella sinistra. Il colore dei tappeti perimetrali del quadrato deve essere diverso rispetto a quello dei tappeti interni.

Gli arbitri devono indossare l’uniforme ufficiale stabilita dalla Commissione Arbitrale. Gli atleti devono indossare un karate-gi bianco senza alcun disegno oltre agli emblemi consentiti non eccedenti la misura di 10×10 cm. Uno dei contendenti deve indossare cintura e protezioni rossi e l’altro blu. La giacca del gi deve avere una lunghezza minima che copra i fianchi ma che non superi i tre quarti della coscia. Le donne devono indossare sotto la giacca una t-shirt bianca. Le maniche della giacca non devono essere più lunghe della piega del polso e più corte della metà dell’avambraccio. I pantaloni devono essere lunghi almeno sino ai due terzi della tibia. Le protezioni da indossare obbligatoriamente sono: paradenti, paraseni, guantini, conchiglia e paratibie. Tutti gli accessori devono essere omologati dalla federazione Il coach deve sempre indossare la tuta sociale.

In ogni combattimento il gruppo arbitrale deve essere composto da un arbitro, tre giudici ed un arbitrator ; in aggiunta possono essere previsti alcuni addetti al tempo, annunciatori e supervisori del punteggio. La durata dell’incontro di kumite è stabilita in 3 minuti per le competizioni senior maschili e 2 minuti per le femminili. Il tempo del combattimento si intende tempo effettivo. I punti vengono assegnati quando una tecnica soddisfa i criteri di buona forma, comportamento sportivo, vigore d’applicazione, consapevolezza, buon tempo d’esecuzione, distanza corretta. Il Sanbon (3 punti) viene assegnato per calci jodan (al viso) e atterramenti o proiezioni dell’avversario seguiti da tecnica punto. Il Nihon (2 punti) viene assegnato per calci chudan (livello medio), pugni alla parte posteriore del corpo, combinazione di tecniche di pugno ognuna delle quali a segno, squilibrare l’avversario e marcare punto. L’Ippon (1 punto) viene assegnato per pugni a livello medio o alto e altre tecniche di percossa. I bersagli validi sono: testa, viso, collo, addome, petto, schiena, fianco.

Il risultato di un incontro viene determinato dal concorrente che ottiene un vantaggio pari o superiore agli 8 punti o, a tempo scaduto, dal concorrente che ottiene il punteggio più alto. Quando un incontro termina in parità, il vincitore sarà deciso per hantei (decisione arbitrale); la decisione viene presa sulla base di tre criteri: il comportamento, lo spirito, la forza dimostrata dai concorrenti, la superiorità delle tecniche e delle tattiche dimostrata e quale dei concorrenti ha dato inizio al maggior numero di azioni. Negli incontri individuali, in caso di parità al termine dell’incontro regolamentare, ci sarà un prolungamento che durerà un solo minuto. Durante questo prolungamento il vincitore sarà colui che per primo segnerà un punto. Nei combattimenti a squadre la squadra vincente è quella col maggior numero di incontri vinti e, in caso di parità vengono contati i punti tecnici sia degli incontri vinti che di quelli persi.

Ci sono due categorie di comportamenti proibiti: categoria 1 e categoria 2. Della categoria 1 fanno parte le tecniche di contatto quali tecniche con contatto eccessivo in considerazione dell’area attaccata, e tecniche a contatto con la gola, attacchi diretti alle braccia o alle gambe, all’inguine, alle articolazioni o al collo del piede, attacchi al viso con tecniche di mano aperta e proiezioni pericolose o proibite che sono causa di ferite. Della categoria 2, invece, fanno parte tutti gli altri comportamenti proibiti: fingere o esagerare ferite o lesioni, uscite ripetute dall’area di competizione (jogai), mettere in pericolo la propria sicurezza con comportamenti che espongono facilmente il promotore dell’azione di attacco a ferite da parte dell’avversario o non adottare adeguate misure di difesa (mubobi), evitare il combattimento in modo da non dare all’avversario la possibilità di fare punti, afferrare e tentare di proiettare l’avversario senza prima aver effettuato un attacco autentico e compiere tecniche di proiezione in cui il perno di proiezione è al di sopra del livello delle anche, attacchi con testa, ginocchia e gomiti, parlare o provocare l’avversario o tenere comportamenti scorretti nei confronti degli ufficiali di gara o altre violazioni alle normali regole adottate in sede di gara.

In caso di comportamenti proibiti gli atleti possono incorrere in diversi tipi di penalità: ammonizione (chukoku): per infrazioni minori o al primo caso di infrazione minore, keikoku: penalità per cui un punto (ippon) viene aggiunto al punteggio dell’avversario, hansoku-chiu: penalità per cui due punti (nihon) vengono aggiunti al punteggio dell’avversario, hansoku: per infrazione molto grave o quando hansoku-chui è già stato attribuito. Comporta la squalifica del concorrente, shikkaku: squalifica dal torneo, dalla competizione, dalla gara. Si attribuisce per infrazioni molto gravi e la decisione della squalifica viene presa dal collegio arbitrale al completo. Le penalità della categoria 1 e 2 non possono essere accumulate.

Il Kata, invece, è un esercizio individuale che prevede la simulazione di parate, colpi e prese in assenza di avversario. In base alla corretta esecuzione del gesto è attribuito un punteggio dalla giuria. In vista dell’Olimpiade di Tokyo 2020 la Federazione Internazionale ha varato un nuovo regolamento per far evolvere questo tipo di disciplina che prima del suo esordio olimpico rappresentava una nicchia ristretta del Karate. In particolare sono stati introdotti nuovi criteri di scontri che eviteranno l’incrocio delle teste di serie ai primi turni e l’inserimento di un punteggio elettronico assegnato dai sette giudici, dal quale saranno scartati i 2 più alti ed i 2 più bassi per poi moltiplicare secondo un coefficiente tecnico ed uno atletico.

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