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“Qual era l’obiettivo di medaglie prima della partenza? Sono sempre molto realista: bisognava migliorare Rio 2016 e avevamo puntato quota 30 medaglie“. Queste le parole di Carlo Mornati, segretario generale del Coni e capo missione dell’Italia Team ai Giochi, durante una conferenza stampa tenutasi a Casa Italia, a pochi giorni dal termine delle Olimpiadi di Tokyo 2020. “Le proiezioni ci portavano addirittura a 46 medaglie, ma con varie incognite tra cui il Covid – ha detto -. La gara più bella? Tutte le medaglie hanno dietro la stessa carica, poi ci sono prestazioni che vanno oltre la medaglia stessa: per fare un esempio, c’è un motivo per cui non avevamo mai vinto i 100 metri piani nella storia”.
“L’Olimpiade di Tokyo è un punto di arrivo ma anche di partenza: abbiamo raccolto i frutti di un progetto avviato nel 2014, ora dovremo continuare a implementare questo modello – ha aggiunto Mornati -. Nel 2014 abbiamo ripensato il rapporto tra Coni e federazioni, centralizzando tutta la preparazione olimpica. Abbiamo trattato l’Istituto di scienza, la parte sportiva dell’Istituto di medicina e i centri di preparazione olimpica come veri e propri asset. Il presidente Malagò ha avuto questa idea e poi ci ha lasciato carta bianca e per questo devo ringraziarlo, perché ci ha dato fiducia. Tokyo era una banco di prova, qui abbiamo replicato quello che facciamo in Italia. Il modello operativo-gestionale funziona, lo hanno dimostrato i risultati: abbiamo visto il frutto del nostro lavoro“.
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“Ci fa piacere vedere realizzato il nostro metodo con queste medaglie – ha proseguito Mornati in conferenza -. Diversamente da quanto fanno in altri paesi, abbiamo lavorato in modo orizzontale su tutti gli sport: per capirlo basta guardare il numero delle discipline in cui siamo saliti sul podio. E’ una scommessa vinta. Quanto è stato difficile visti i rapporti tra Coni e Sport e Salute? Molto, ma nella sostanza siamo riusciti a portare avanti il nostro progetto. Ora la speranza è che, visti i nuovi decreti con gli asset sportivi passati al Coni, si possa lavorare in modo più facile”.
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