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Volley, Nations League Femminile 2018: Russia, Cina e Olanda a punteggio pieno

Nazionale olandese di pallavolo - Foto Rob van Hilten - CC BY 2.0

Seconda giornata (in Italia) della Volleyball Nations League 2018. A Ningbo, in Cina, le padrone di casa ottengono la seconda vittoria in altrettante partite superando il Belgio, mentre la Corea del Sud dopo la sconfitta all’esordio ha la meglio sulla Repubblica Dominicana. Come per le cinesi, finora è percorso netto anche per le ragazze olandesi, vittoriose sull’Argentina ad Ekaterinburg, dove arriva anche la sofferta vittoria russa sulla Thailandia. Sorriso all’esordio per gli Usa di Kiraly, che domano la Polonia sul parquet amico di Lincoln. A Barueri risorge il Brasile, che fatica più del dovuto ma alla fine regola il Giappone.

Bartsch trascina le americane

In quella che di fatto era l’ultima partita della prima giornata gli Stati Uniti padroni di casa superano per 3-1 (28-26; 25-22; 22-25; 25-15) una coriacea Polonia, che ha dimostrato nei primi tre set di poter vedersela ad armi pari con le americane. Come già detto, è Michelle Bartsch a regalare i primi punti della competizione alle sue: 27 punti per lei, ai quali vanno aggiunti i 20 della compagna di reparto Larson. Rachel Adams aggiunge 5 muri vincenti, mentre per la Polonia in evidenza l’opposto 21enne Smarzek, che mette a referto 23 punti personali

Battaglia tra sconfitte

Entrambe sconfitte 3-0 nella prima giornata, Repubblica Dominicana e Corea del Sud si contendono il primo tie-break della competizione. Hanno la meglio le asiatiche 3-2(26-24; 25-27; 21-25; 25-14; 15-12), con la solita Kim Yeon Koung a prendere per mano la sua nazionale con 29 punti. Ancora meglio però fa Brayelin Martinez: i suoi 31 punti però non bastano ad evitare la seconda sconfitta. Menzione per la centrale sudcoreana Kim Su Ji, che combina 8 attacchi vincenti, 7 muri e 3 ace per 18 punti totali.

Olanda di prepotenza

Si illude per un set l’Argentina, poi le orange si svegliano e lasciano le briciole alle sudamericane. Finisce 3-1 (22-25; 25-19; 25-8; 25-18), con le sconfitte che chiudono su percentuali in attacco drammatiche – Tosi è unica in doppia cifra con 11 punti, ma con 39 attacchi – e appena 6 muri contro 14. Bujis è la top scorer con 15 punti, Plak ne aggiunge 13. Per le ragazze allenate da Jamie Morrison è la seconda vittoria.

Cina schiacciasassi

Dopo aver maltrattato le dominicane all’esordio, le cinesi regalano un’altra dimostrazione di superiorità assoluta. A farne le spese è il malcapitato Belgio, che pur bene aveva figurato nel match inaugurale. Il netto 3-0 (25-14; 25-20; 25-13) rende piuttosto bene l’andamento della partita. Prestazione monstre per la centrale Yuan Xinyue: 15 punti con l’83% in attacco, 2 muri e 3 ace. Per le belghe l’unica a ribattere colpo su colpo le cinesi è Kaja Grobelna (17 punti con il 61%), che da sola realizza quasi come tutte le compagne messe insieme (21 punti).

Russia al fotofinish

Soffre la Russia in casa contro la Thailandia: flirta con il tie-break la nazionale allenata da Danai Sriwacharamaytakul ma alla fine, dopo occasioni di chiudere da ambo le parti, è la squadra di Pankov a mettere a terra l’ultimo punto. Migliore in campo è Kseniia Parubets: la capitana russa mette a segno 24 punti, ben supportata da Natalia Malikh con 18. Tra le fila thailandesi si mettono in luce la centrale

Hattaya Bamrungsuk (75% in attacco e 3 ace per 13 punti complessivi) e l’opposto Pimpichaya Kokram (17 punti).

Tandara affossa il Giappone

Pronto riscatto delle brasiliane dopo il KO con la Germania. La vittoria per 3-1 (22-25; 25-18; 25-23; 25-11) sulle nipponiche porta la firma di Tandara, autrice di 25 punti. Non è tutto oro quel che luccica per le verdeoro però: troppo sola la schiacciatrice dell’Osasco, unica luce iniseme ad Adenizia (14 punti di cui 8 muri) di una serata opaca. Va bene per battere il Giappone, ma contro la Serbia servirà tutt’altra partita. Merito comunque alla nazionale del Sol Levante di aver tenuto in scacco le avversarie fino al terzo parziale, combattutissimo e decisivo ai fini della vittoria finale.

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