Amarcord

L’angolo del ricordo: l’argento mondiale delle “ragazze terribili” del volley

Italia Volley Femminile Mondiali
Italia Volley Femminile Mondiali - Foto Profilo Facebook Fipav

Mondiali femminili di volley 2018: l’Italia arriva in finale. Se qualcuno avesse sentito questa frase alla vigilia della rassegna iridata giapponese probabilmente sarebbe scoppiato a ridere, perché sperare in un buon risultato è un conto, fantasticare è un altro. Nel 2018 ha infatti esordito la Volleyball Nations League (circuito che di fatto è andato a sostituire la World League) e l’Italia aveva mostrato un ottimo potenziale, ma il settimo posto finale faceva intendere una squadra non ancora del tutto pronta. D’altronde, Davide Mazzanti era arrivato appena un anno prima e il suo progetto basato sulle giovani del Club Italia aveva bisogno di tempo per dare buoni frutti. O almeno, questo era ciò che si pensava. Già dalle prime partite del Mondiale però si capisce che le azzurre non sono andate in Giappone solo per fare esperienza.

L’Italia infatti scende in campo molto determinata contro squadre modeste come Bulgaria, Canada e Cuba e dà spettacolo nel primo match davvero significativo, quello contro la Cina. Sul taraflex di Sapporo, le ragazze di Mazzanti inizialmente subiscono gli attacchi cinesi, ma nel secondo set reagiscono vincendo 26-24. Nelle due frazioni successive annientano la formazione di Lang Ping e conquistano il primo posto del girone B. Nella seconda fase, svoltasi ad Osaka, le azzurre non hanno problemi a sconfiggere l’Azerbaigian e Thailandia, mentre contro Russia e Stati Uniti hanno bisogno di quattro set per avere la meglio. La Nazionale italiana accede così alla terza fase da prima della classe, al termine di un percorso netto.

La prima sfida cruciale per il passaggio del turno è quella contro il Giappone, che come tutte le squadre asiatiche difende tutto mettendo a dura prova la pazienza delle avversarie. Infatti, le nipponiche non si arrendono e con un ottimo quarto set conquistano il tie-break. Qui le azzurre dimostrano di meritare il soprannome di “ragazze terribili”, riuscendo a piazzare la zampata vincente proprio nel finale. Il secondo confronto in programma a Nagoya è contro la Serbia, squadra favorita per la vittoria finale. Boskovic e compagne mettono subito in campo tutto il loro valore e nonostante la crescita delle azzurre durante il match, le serbe vincono 3 set a 1. Ma poco importa, il passaggio del turno è già assicurato: la Nazionale italiana femminile è tra le prime quattro al Mondo, esattamente come nell’edizione italiana del 2014.

La semifinale contro la Cina è puro spettacolo. Il risultato della prima fase a gironi è ormai un ricordo lontano e si ricomincia da capo. Le ragazze terribili vincono il primo set (18-25), subiscono la reazione cinese nel secondo (25-21) e nel terzo si riportano in vantaggio (16-25). La quarta frazione è una lotta punto a punto, vinta ai vantaggi da Zhu Ting e compagne (31-29). La battaglia prosegue al tie-break, ma questa volta sono le azzurre ad avere lo spunto vincente (15-17), grazie ai recuperi spettacolari di Monica De Gennaro e ai 44 punti di Paola Egonu, record di punti ad un Mondiale. L’Italia è in finale per la seconda volta della sua storia e a questo punto è impossibile non sognare: l’ultima finale fu quella di Berlino 2002, che regalò alle azzurre il primo ed unico titolo mondiale. L’avversaria dell’atto conclusivo è quella Serbia che nella terza fase ci ha sconfitto, ma in finale tutto può cambiare. Le ragazze terribili ci credono: vincono il primo set, non si fanno schiacciare dalla prepotente reazione serba e conquistano anche la terza frazione. La Serbia però non si ferma e agguanta il tie-break, dove fa prevalere la maggior esperienza e si aggiudica il titolo iridato.

Le azzurre sono in lacrime, ma non sanno di aver conquistato la vittoria più importante: sono entrate nei cuori degli italiani. L’atto conclusivo è stato seguito da oltre un milione di telespettatori, rimasti incantati da una Nazionale specchio dell’Italia di oggi. O forse sono quello che vorremmo vedere: ragazze giovani e piene di entusiasmo, originarie di diversi Paesi, che lottano insieme per raggiungere un obiettivo comune. E la meritocrazia esiste: una grande giocatrice come Serena Ortolani, peraltro moglie del Ct Mazzanti, è rimasta in panchina perché Egonu, pur essendo giovanissima, è probabilmente la miglior giocatrice a livello mondiale. Infatti, Paola è stata premiata come “miglior opposto” della rassegna iridata, affianco a Ofelia Malinov “miglior palleggiatrice”, Monica De Gennaro “miglior libero” (come nel 2014) e Miriam Sylla “miglior schiacciatrice”. Proprio quest’ultima ha dichiarato: “Io in campo urlo. Lo faccio per dire ‘Ci siamo ancora’. E voglio che mi sentano, anche dall’altra parte della rete. Noi siamo un circuito. Ci alimentiamo a vicenda. E il mondo intero, che sta dall’altra parte della rete, lo deve sapere!“. Sicuramente, dopo quell’avventura mondiale, non solo l’Italia se n’è accorta: tutto il mondo sa che le ragazze terribili sono sempre pronte a scendere in campo e non si arrenderanno facilmente.

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