Canottaggio

INTERVISTA – Canottaggio, Abagnale e Vicino: “A Sabaudia continuiamo ad allenarci insieme”

Sabaudia, sabato 18 aprile, in collegamento con Sportface.it le stelle della Nazionale di Canottaggio: il finanziere scelto delle Fiamme Gialle Giuseppe Vicino e il sottocapo di terza della Marina Militare Giovanni Abagnale.  

  • Giuseppe: medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio 2016 nel 4- e campione del mondo 2017 nel 2-;
  • Giovanni: medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio 2016 nel 2- e medaglia d’argento ai Mondiali 2017 nel 4-.

Grandi campioni, solari e alla scoperta di nuovi hobby nelle pause tra un allenamento e l’altro, gli azzurri si raccontano in questo momento di stop da Covid-19. In comune Napoli, la passione per gli stessi sport e molto altro, da scoprire nell’intervista completa, di cui qui sotto proponiamo un abstract con alcune curiosità sui due canottieri italiani.

Dove vi trovate e come state trascorrendo questo periodo di quarantena?

Siamo rimasti a Sabaudia, dove ci alleniamo con la Nazionale durante l’inverno, anche perché in questo modo possiamo continuare ad allenarci insieme. Oggi ci svegliamo abbastanza tardi la mattina e andiamo a dormire tardi la sera, abbiamo perso un po’ il ritmo, facciamo allenamento dopo colazione, un pranzo leggero, poi un secondo allenamento più intenso e poi a cena… mangiamo di tutto! Dopo guardiamo qualche film, giochiamo alla PlayStation… cerchiamo di riempire il tempo come possiamo.

Prima la nostra giornata era ben diversa: sveglia alle 7:00, 8:30 stretching, allenamento – di solito in barca la mattina con circa due ore/due ore e mezza di attività – poi il pranzo e riposo, nel pomeriggio ancora allenamento in due gruppi in palestra, corsa, bici, dipende cosa c’è da fare e poi… stanchissimi andiamo a letto! Eravamo proprio sul punto di iniziare la nostra stagione sportiva, perché in anno olimpico si parte un mese prima… ed è successo tutto questo! Non è stato semplice perché siamo stati in ritiro tutto l’inverno e aspettavamo con ansia di ripartire. Ci manca molto… anche essere l’uno contro l’altro!

Giuseppe: Giovanni è il “rompiscatole”, quello che in allenamento si mette accanto a te, un minimo più in avanti!

Giovanni: Lo sprono a fare meglio!  Se lui dopo va più forte di me, significa che avrebbe potuto farlo anche prima, quindi dovrebbe ringraziarmi! Meglio fare più fatica oggi che domani…

Un ricordo speciale?

Giovanni: Ogni gara è bella a suo modo, abbiamo tanti ricordi speciali. Uno su tutti certamente l’Olimpiade, perché ciò che siamo riusciti a fare con il mio compagno di barca è stato davvero inaspettato, ci ho messo tantissimo tempo a realizzare di aver vinto una medaglia e ancora oggi faccio fatica. Non ricordo praticamente nulla di quella gara: ho alcuni flash della partenza, dell’arrivo e poi più nulla. E’ stata tosta – ride – siamo arrivati lì con la voglia di fare e molto giovani, eravamo felici già solo di partecipare e di fare quell’esperienza.

Giuseppe: Anche per me L’Olimpiade, una medaglia è ciò che ogni atleta desidera e che ripaga di tutti i sacrifici fatti nel corso dei quattro anni di preparazione. E’ speciale perché sai che “o la va o la spacca”, è tutto concentrato lì. Un regalo immenso. Ricordo gli ultimi 200 metri, eravamo quarti e  siamo riusciti a superare il Sud Africa… ho pensato: ce l’abbiamo fatta!

Siete entrambi napoletani (Giovanni è di Sant’Antonio Abbate), come molti altri ragazzi della nazionale di Canottaggio: come mai secondo voi, avete qualcosa in più per questo sport?

Giovanni: Di sicuro c’è una scuola remiera molto importante a Napoli, il modo di remare, la cultura e l’allenamento hanno radici nella tradizione della città e si può dire che, grazie a campioni del passato come i fratelli Abbagnale (con i quali non ho nessuna parentela, me lo chiedono tutti e mi domandano anche se sia sicuro di questo!) il canottaggio è stato conosciuto ed “esportato” nel resto dell’Italia. Oggi ci sono anche molti atleti che arrivano da tutto il territorio nazionale.

Giuseppe: Forse ci distingue un po’ la cattiveria agonistica!

Come avete vissuto la notizia del rinvio delle Olimpiadi di Tokyo?

Giuseppe: Non molto bene poiché eravamo già in preparazione e, come dicevo prima, eravamo alle porte dell’inizio della stagione, però chiaramente la situazione richiedeva delle decisioni radicali.
La salute è l’aspetto più importante, i Giochi Olimpici non si sarebbero potuti disputare, quindi meglio così per quanto riguarda la nostra preparazione: avremo la possibilità di lavorare di più per arrivare pronti, dopo aver sconfitto questa grande guerra.

Giovanni: Concordo. Meglio superare questo difficile periodo e prepararsi al meglio. Non sarebbe stato giusto nei confronti degli atleti che magari non erano ancora riusciti a qualificarsi perché sarebbe stato tutto bloccato. Inoltre, saremmo arrivati all’appuntamento clou del quadriennio con un allenamento non adeguato per una sfida così importante. E’ bello gareggiare tutti al top delle proprie capacità per vedere chi è il migliore… altrimenti non è così divertente!

Avete scoperto dei nuovi hobby in questo momento di stop?

Giovanni: A parte impastare la pizza, che da quanto mi dicono mi riesce piuttosto bene, mi piace molto seguire la mia coltivazione di mango e avocado. Ho le mie piantine in giro per tutta casa…

Giuseppe: Non posso neanche camminare per casa che rischio di distruggere tutto, non posso fare niente!

Giovanni: Poi quando mangerà avocado e mango (“tra 20 anni” – si inserisce Giuseppe) mi ringrazierà!

Giuseppe: Playstation! Mi chiudo e gioco tantissimo, diventerò diamante! (una lega molto forte nel gioco). Le giornate passano abbastanza velocemente, poi adesso ci divertiamo con TikTok: balletti vari e video divertenti.

Giovanni: Cerco di non partecipare ai video di TikTok… molto più divertente stare dietro le quinte… provano e riprovano le stesse coreografie mille volte: è esilarante!

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