Sfiorare il cielo correndo, salendo un gradino alla volta verso la gloria internazionale.
Cristina Bonacina, runner lombarda classe 1975, è la più forte interprete italiana del tower running, la corsa sui grattacieli. Uno sport di nicchia, in ascesa d’interesse, spettacolare perché ambientato nelle più grandi metropoli mondiali e sugli edifici più celebri.
Bonacina ha aperto la sua nona stagione agonistica nel Vertical World Circuit, uno dei due circuiti internazionali, con uno splendido terzo posto domenica a Londra, sulla Tower 42 in Liverpool Street, 42 piani per 920 gradini complessivi. A darsi battaglia oltre 1.000 partecipanti con ben 350 concorrenti nella categoria femminile. Alla fine la vittoria è andata a una delle abituali rivali di Bonacina, la ceca Lenka Svabikova che ha bissato il successo dello scorso anno. In seconda piazza Ashley Scott-Wilson davanti all’azzurra, al terzo podio a Londra in cinque partecipazioni, a conferma dell’ottimo feeling con la Tower 42.
Per capire meglio questo sport è necessaria una premessa. Come nella boxe esistono più federazioni, e i circuiti maggiori sono due: il Vertical World (composto da sole nove prove) e la Tower Running Cup, sorta di Coppa del mondo che ne annovera molteplici. I migliori risultati dei due circuiti (come nel tennis) danno vita a due ranking mondiali distinti. Bonacina è attualmente terza nel primo e quarta nel secondo.
Per la podista lombarda parla il curriculum: dal 2007, anno dell’esordio, a oggi, i podi in gare sui grattacieli (in gran parte a livello internazionale) sono 36 con 14 successi. Nel 2011, suo anno migliore, Cristina vinse la coppa del mondo e chiuse al secondo posto il Vertical World Circuit. Anche il 2016 è iniziato col piede giusto.
“Sì, quarta a New York sull’Empire State Building e terza a Londra – commenta Bonacina – Sono in buona forma ma sto cercando di migliorare“.
Come ti sei avvicinata a questa disciplina tanto affascinante?
“Per caso, partecipai alla corsa sul Pirellone a Milano nel 2007, vinsi e mi appassionai. Da allora ho partecipato a centinaia di gare in giro per il mondo”.
Vuoi spiegarci quali sono le caratteristiche del tower running e le differenze, ad esempio, con la corsa in montagna?
“Sono simili, ma sui gradini dei palazzi lo sforzo è continuo, una “sparata” di qualche minuto. Non puoi mai mollare, anche se puoi aiutarti con il corrimano. Le incognite però sono parecchie: alcuni grattacieli hanno scale che girano a destra, altri a sinistra, varia l’altezza dei gradini e del soffitto, i pianerottoli sono più o meno lunghi”.
Quali sono i tuoi grattacieli preferiti, quelli su cui dai il meglio?
“I più alti, le gare più lunghe, perché vengo fuori alla distanza. In assoluto adoro l’Empire State Building”.
[the_ad id=”10728″]Le avversarie non mancano, il livello è molto alto.
“Sì, ci sono tante giovani veloci, ma le più competitive sono quelle della mia età, più esperte, come l’australiana Suzy Walsham. In questo sport devi essere forte mentalmente, resistere di testa oltre che di gambe”.
È anche un bell’impegno, immaginiamo: ogni due settimane c’è una trasferta lontana da affrontare.
“In media partecipo a dieci gare all’anno, ma nel 2015 ne ho fatte venti… Viaggiare così spesso è logorante, eppure mi diverto. Gli sponsor, per fortuna, aiutano a coprire i costi ingenti”.
Il Vertical World Circuit proseguirà nei prossimi mesi con le prove di Dubai (l’8 aprile), Parigi, Manila, Sydney, Pechino, Shangai e la finale di Hong Kong. Bonacina però continuerà a onorare i suoi impegni in giro per il globo partecipando, oltre alle prove della Tower Running Cup, il 17 marzo a Parigi in una corsa esclusiva sulla Torre Eiffel, riservata a 20 atlete che si daranno battaglia lungo 1.660 gradini con 280 metri di dislivello, nientemeno che in diretta tv su Eurosport 2. “La corsa sarà solo promozionale ma è una grande chance – chiosa Bonacina – per mettere il nostro sport in vetrina“.