Roberto Carta
Hockey prato

Hockey, Roberto Carta: “Tokyo 2020 è il sogno di una vita e vogliamo provarci”

Le regole per la qualificazione olimpica sono cambiate e la Germania è una squadra fortissima, ma noi ce la possiamo giocare: andare a Tokyo è un sogno che abbiamo coltivato con un duro lavoro, abbiamo una possibilità e cercheremo di fare il possibile per coronarlo”. È la promessa di Roberto Carta, allenatore della nazionale femminile di hockey impegnata a inizio novembre in Germania nello spareggio che vale la qualificazione ai Giochi Olimpici di Tokyo2020. Due partite per inseguire un sogno in programma a Monchengladbach sabato 2 (ore 16) e domenica 3 (ore 14.30).

Per preparare al meglio la doppia, fondamentale sfida, l’Italia si sta allenando in questi giorni al Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti di Roma, dove ha organizzato tre amichevoli contro la fortissima Argentina. “L’avvicinamento alla Germania sta andando bene – spiega Carta ai microfoni di Sportface.itAbbiamo la fortuna di giocare con una delle squadre più forti al mondo, la nazionale che ha vinto Mondiali e Olimpiadi. Vogliamo simulare ciò che possiamo fare in Germania: queste partite ci serviranno per capire eventuali errori e dove migliorare”.

Le azzurre sono reduci dall’ottimo Mondiale giocato lo scorso anno e ora vogliono coronare il sogno olimpico, sfuggito di poco nelle ultime due occasioni. “Abbiamo dovuto ricostruire la squadra rispetto alle recenti esperienze e abbiamo dovuto ripercorrere tutte le tappe, fino ai Mondiali e agli ultimi Europei per arrivare a questo spareggio. È stato un percorso duro – ammette Carta – ma abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi e ora vogliamo giocarci questa possibilità. Certo dobbiamo affrontare squadre professionistiche: non parliamo di milioni di euro, ma le nostre ragazze non hanno neppure uno stipendio mensile da impiegate e quindi affrontiamo enormi difficoltà. Ma in questo momento siamo tutti consapevoli che stiamo inseguendo il sogno di una vita e cercheremo di dare il massimo per coronarlo”.

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