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È stato un libero dalle mille emozioni quello andato in scena stasera alla Hartwall Arena di Helsinki e che ha assegnato le medaglie del singolo femminile. Oro, senza sorprese, alla russa Evgenia Medvedeva, che davvero non si ferma più e mette il sigillo al terzo titolo consecutivo di cui il primo, due anni fa, tra gli juniores. Con una doppietta, invece, il Canada si porta a casa argento e bronzo grazie a Kaetlyn Osmond e Gabrielle Daleman.
Il libero della Medvedeva è qualcosa di mai visto. Narra una storia straziante che lei sa fare sua e recitare come un’attrice consumata. Stratosferico punteggio di 154.40 (78.27 / 76.13), per un totale di 233.41: record su record, ormai può superare solo se stessa perché come lei non c’è stata nessuno mai. Impensabile che sbagli un salto o che mostri una esitazione su una combinazione, a cominciare da quella triplo Flip – triplo Toeloop che offre il là ad un programma stellare, semplicemente perfetto. E tutto il pubblico, alla fine, è in piedi per lei.
LA GARA DELLA MEDVEDEVA
Lontana ben 12 punti ecco la Osmond, a 142.15 (70.21 / 71.94) per un TSS di 218.13. Irrisorio, invece, il distacco dalla connazionale Daleman che si ferma a 141.33 (71.73 / 69.60) per un totale di 213.52, a dimostrazione di una crescita costante e imponente.
Carolina Kostner chiude in sesta posizione al termine di un libero che non è quello impeccabile che la pattinatrice altoatesina sperava di portare in pista. I guai cominciano dal secondo Toeloop della prima combinazione, ma la campionessa azzurra reagisce bene e mette a terra un ottimo Flip e un bel Loop. Nella seconda combinazione, però, quello che doveva essere un triplo Loop diventa un Loop semplice, al quale per fortuna riesce ad attaccare il doppio Toeloop. Per il resto è tutto perfetto e armonioso, ottimi l’Axel e il Salchow, bene la terza combinazione e di livello 4, naturalmente, la sequenza di passi. L’elemento, però, che colpisce e differenzia la 10 volte medagliata europea Carolina da tutte le altre è essenzialmente uno: è lei che detta i tempi. Lontana dalla velocità e dalla frenesia di altre pattinatrici che sembrano rincorrere gli elementi, lei si muove come se volesse assaporare e respirare il ghiaccio, pare perdersi sulle note e gareggiare solo per se stessa: per superare i suoi limiti, come ha più volte ripetuto. Il suo libero vale 130.50 con 59.47 di tecnico e uno stratosferico 71.03 di components, i terzi della giornata, per un totale di 196.83. Grazie a questo bel risultato Carolina permette all’Italia di staccare due pass nella sua disciplina per le Olimpiadi coreane. “Stasera ho sentito davvero una grande emozione, insieme al calore del pubblico – ha commentato a fine gara – e sono convinta che siamo sulla strada giusta con ampi margini di miglioramento; dopo il lungo stop non posso che ritenermi soddisfatta della stagione, e ora mi godo un po’ di riposo”.
Una parentesi davvero triste, in chiusura, va aperta per Anna Pogorilaya. La pattinatrice russa, autrice di uno short che le aveva regalato la quarta posizione, scende in pista animata dalle migliori intenzioni. Vuole il podio ma, a differenza della connazionale Medvedeva, è umana e sbaglia. Sbaglia come non ha mai sbagliato in vita sua. Tre bruttissime cadute la gettano letteralmente nella disperazione, si ferma, finisce fuori tempo, si inginocchia e piange. Piange a dirotto anche mentre guadagna l’uscita, mentre gli allenatori cercano di consolarla, mentre arriva il punteggio che la stronca e la fa precipitare in 13ma posizione. Riprendersi da uno shock simile non sarà facile e la federazione russa, si sa, non perdona.
Domani ultimo giorno di gare. Riusciranno le coppie azzurre Cappellini – Lanotte e Guignard – Fabbri a centrare, rispettivamente, la top five e la top ten?