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Pattinaggio, Matteo Rizzo torna in Italia: “Rispettiamo le regole e restiamo a casa”

Matteo Rizzo
Matteo Rizzo - Foto Giacomello

Serve rispettare le regole e le norme, ora più che mai. Dobbiamo superare al più presto questo momento difficile e per riuscirci ognuno deve fare la sua parte. Restare in casa pertanto è la cosa migliore, limitando le uscite alle occasioni in cui è davvero necessario e facendo sempre attenzione“. Matteo Rizzo, stella del pattinaggio di figura italiano, lancia un appello direttamente dal Canada. Dopo l’annullamento dei Mondiali di Montreal a causa dell’emergenza coronavirus, Matteo è pronto per tornare in Italia: “La decisione è più che giusta. Lo stadio aveva una capienza di 25mila persone, immaginate l’assembramento – ha dichiarato l’azzurro ai microfoni della FISG – Certamente da atleta sono deluso per non poter gareggiare perché sono appuntamenti che si preparano per una intera stagione ma io, come gli altri, devo accettarlo. Non se ne può fare una colpa a nessuno“.

Matteo spiega anche come ha vissuto questi giorni in Canada: “Mantenere la concentrazione è stato davvero complicato perché ogni giorno ricevevamo aggiornamenti da casa tutt’altro che positivi. Però da atleti abbiamo dato il massimo fino all’ultimo e non ci siamo mai tirati indietro, e dimostrazione ne è anche il fatto che abbiamo spinto per partire prima per il Canada nella paura poi che non potessimo più entrare nel Paese“. Come si vivono le giornate? “Mi alleno, l’ho fatto anche oggi. Ora non sappiamo per certo cosa ci aspetta, viviamo un po’ il momento, ma la mia priorità è tornare a casa e sarò il primo a ripartire“.

Ora il ritorno a Bergamo: “C’è un po’ di preoccupazione ma anche stare qui non è stato facile perché pensi continuamente a cosa succede a casa, dove tutto pare surreale. Chiami i genitori, la famiglia, ti informi: nessuno si aspettava una situazione del genere“. “In casa si può fare molto. Dagli addominali ai dorsali, basta un tappetino – ha aggiunto Matteo – Io più che altro proverò a stare più attento all’alimentazione perché parte tutto dalla tavola. E poi giocherò con il mio simulatore di Formula 1: non aiuta moltissimo, ma almeno ci si diverte“.

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