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MotoGP, GP Qatar 2018: le pagelle. Dovizioso da sballo

Marc Marquez e Andrea Dovizioso - Foto Box Repsol - CC-BY-2.0

Le pagelle del Gran Premio del Qatar valevole per la prima tappa della MotoGP 2018. Andrea Dovizioso vince il duello spalla a spalla con Marc Marquez, terzo Valentino Rossi.

ANDREA DOVIZIOSO: 10 – Preceduto di soli due millesimi da Crutchlow, il vicecampione 2017 scatta dalla quinta piazzola, dietro quindi a Petrucci, ma demolendo il compagno Lorenzo. Scende al 7° posto dopo il via, poi ripassa Pedrosa. Si inventa al giro 7 un doppio sorpasso capolavoro in curva 1 su Petrucci e Crutchlow, salendo nuovamente al 4° posto. Sfrutta un momento di incertezza di Rossi successivo al sorpasso subito da Márquez per sorpassarlo, poi usa tutto il suo motore per scavalcare anche lo spagnolo, portandosi così 2°, ma il catalano lo passa nuovamente. A 8 giri dal termine rifà suo il duello col #93, ancora una volta di potenza. Riesce a cinque giri dal termine a liberarsi di Zarco, portandosi in testa. Si difende poi all’ultima curva da un attacco disperato di Márquez incrociando le traiettorie. Bravissimo, grande vittoria.

LE PAROLE DEI PILOTI

LA CLASSIFICA PILOTI AGGIORNATA

LA CRONACA DELLA GARA

MARC MÁRQUEZ: 9 – Il suo trend a Losail al sabato è di piazzarsi in prima fila e per la quinta volta consecutiva ci riesce, schierandosi al 2° posto. Prova a seguire Zarco senza mai imbastire però un vero attacco se non al termine del primo giro, quando il francese va lungo all’ultima curva ma lo ripassa sfruttando la scia. Al giro 6 è Rossi a scavalcarlo, poi viene attaccato anche dalla Pramac di Petrucci, con cui inizia a duellare per il gradino più basso del podio. Approfitta di un errore di Zarco e Rossi per scavalcare il #46 e recuperare il 3° posto, ma poi di motore Dovizioso lo scavalca. Due giri dopo recupera però il 2° posto. A cinque giri dal termine scavalca Zarco seguendo il #4. Regala spettacolo con un grande attacco a Dovizioso all’ultima curva, ma il ducatista si difende bene, poi prova a prendergli la scia ma non c’è più tempo e chiude 2°.

VALENTINO ROSSI: 9 – Non inganni l’8° posto in qualifica: il tavulliese non è nuovo a certe brutte prestazioni sul giro secco a Losail, ma in gara ha abituato negli ultimi anni a rimonte che l’hanno portato fino al podio; a sua parziale discolpa, anche la brutta qualifica di Viñales che dimostra come la M1 ufficiale in qualifica qui non si trovi granché bene. Dopo il via è già 5° e duella con Petrucci, prendendosi il 4° posto. Al giro 3 supera Pedrosa in curva 1 sfruttando la scia dello spagnolo della Honda, mentre al giro 6 riesce a passare anche Márquez. Al giro 9 arriva lungo nel tentativo di attaccare Zarco, ma finiscono entrambi lunghi e lui perde la posizione da Márquez; quattro curve dopo è Dovizioso a buttarlo giù dal podio virtuale, mandandolo tra le fauci di un Petrucci mai domo. Il #46 non si arrende e sfruttando il contraccolpo di Zarco nel momento in cui subisce il sorpasso da Dovizioso e Márquez si libera del francese, recuperando la zona podio. Non ne ha per restare attaccato ai due davanti e a circa un secondo di distanza osserva le loro scaramucce mantenendo il terzo gradino del podio. Ottima gara.

CAL CRUTCHLOW: 9 – L’inglese con la Honda LCR scatta 4°, dietro a Márquez ma davanti di tre decimi all’altro ufficiale Pedrosa. Perde posizioni da Pedrosa e Rossi allo start, scendendo 6°, ma poi riscavalca lo spagnolo. A inizio gara è l’ultimo del trenino dei primi cinque tutti attaccati. Sorpassa poi Petrucci, ma non si avvede dell’attacco ai suoi danni di Dovizioso e di conseguenza resta 5°. Anche lui, a 4 tornate dal termine, scavalca Zarco, ma è troppo lontano per tentare di andare a prendere Rossi e conclude 4°.

DANILO PETRUCCI: 8 – A chiudere la prima fila c’è l’umbro del team Pramac, il primo tra i ducatisti, davanti di quasi due decimi alla prima rossa ufficiale. Duella a inizio gara con Rossi e Márquez e conserva la quarta posizione per diversi giri, finché non subisce un attacco contemporaneo da Crutchlow e Dovizioso al giro 6 e scende al 6° posto. A due tornate dalla bandiera a scacchi scavalca Zarco, tornando 5°, posizione in cui conclude nonostante i tentativi finali di Viñales.

MAVERICK VIÑALES: 7 – Sul giro secco la M1 ufficiale proprio non va e lo dimostrano sia la sua posizione che quella di Rossi: è 12° a più di un secondo da Zarco. Non guadagna nulla al via, anzi, perde tre posizioni e scende perfino 15°, poi si rifà su Smith, su Morbidelli e sull’Aprilia di Espargaró. Non inquadrato scavalca anche Miller e con le cadute di Lorenzo e Rins sale 9°. A suon di ottimi giri riprende Pedrosa e Zarco, andando all’ultimo giro all’attacco di Petrucci. Il suo voto è una via di mezzo tra la pessima qualifica e la non buona prima parte di gara unite alla grande rimonta a suon di giri veloci della seconda parte. Chiude 6°.

DANI PEDROSA: 6 – Al solito, già dal primo weekend di gara sembra destinato al ruolo di secondo pilota, osservando il distacco accusato da Márquez. Azzecca una super partenza che lo porta subito al 3° posto. Poi inizia a calare: Rossi, Petrucci, Crutchlow, Dovizioso e Rins lo scavalcano in pochi giri. Fatica a guidare soprattutto all’inizio, dato che ha messo la gomma dura all’anteriore che con le temperature così alte fatica a girare bene. Fatica a mantenere il ritmo dei piloti davanti, poi si attesta sui loro tempi e sfrutta la caduta di Rins per tornare 7°, posizione in cui finisce dopo aver passato Zarco ma aver subito anche l’attacco di Viñales. Dei tre top team, a parte Lorenzo che è caduto, è l’ultimo e anche questa non è una novità.

JOHANN ZARCO: 6,5 – In qualifica, con la sua M1 gestita da Tech 3, il francese demolisce il record della pista, affibbiando due decimi al sempre pericolosissimo Márquez. Mantiene la testa dopo la partenza, ma commette un errore all’ultima curva nel primo giro, viene scavalcato ma si riprende il primo posto usando la scia. Al giro 9 finisce lungo per difendersi da Rossi, ma riesce a chiudere la traiettoria in tempo per evitare che Márquez lo superi, cosa che avviene, però, qualche giro dopo: in poche curve Dovizioso, lo spagnolo e Rossi si liberano di lui, poi anche Crutchlow lo scavalca. Cala poi a picco il francese, che forse ha dato fin troppo nella prima parte di gara e due giri dopo anche Petrucci, Viñales e Pedrosa guadagna la posizione su di lui, che cala fino all’8° posto. Gara da 10 e lode sino a pochi giri dal termine, ma il crollo finale gli abbatte anche il voto: deve imparare a leggere meglio le gare e a gestire gomme e moto.

ANDREA IANNONE: 7 – Anche lui al sabato è distrutto da Rins, dal quale accusa tre decimi e scatta dall’11° posto, che poi diventa 9° con le cadute del compagno e Lorenzo. È poi infilato da Viñales e Miller, ma riesce a risorpassare l’australiano. Chiude 9°, più lento di Rins, ma a portare punti alla Suzuki è lui.

JACK MILLER: 6 – Semplicemente, rispetto al compagno Petrucci, l’australiano non esiste al sabato ed è solo 10°, ma è anche vero che guida la Desmosedici della scorsa stagione a differenza del ternano. Perde poi da Iannone e Viñales, salendo poi nuovamente 10° grazie alle cadute di Rins e Lorenzo. Chiude lì, dopo un bel duello con Iannone, ma lontanissimo da Petrucci.

TITO RABAT: 7 – Lo spagnolo della Ducati della Reale Avintia Racing si schiera 16°, ben davanti al compagno Simeon, ma con la Desmosedici dello scorso anno, mentre il belga ha addirittura quella del 2016. Fa il suo: scavalca Syahrin e mantiene la posizione. Guadagna negli ultimi giri posizioni su Syahrin e Morbidelli e chiude 12°.

FRANCO MORBIDELLI: 6,5 – Il romano, con la Honda della Marc VDS Racing, scatta 14°, al via passa Viñales e al giro 3 scavalca anche l’Aprilia di Espargaró. A lungo 11°, ne ha meno nella parte finale e perde la posizione dal rientrante Rabat. Conclude 12°, tutto sommato fa il suo.

ÁLVARO BAUTISTA: 6,5 – Male male in qualifica per lo spagnolo, preceduto da Abraham con una moto più vecchia: è solo 21°. In gara, però, sale bene e arriva 13°.

HAFIZH SYAHRIN: 7 – Per essere al debutto nella categoria, il malese della Tech 3 in qualifica è autore di una prestazione anche discreta, ma viene nettamente oscurato dal compagno Zarco, anche se c’è da dire che il francese è un termine di paragone decisamente scomodo per tutti. Parte 15°, è scavalcato da Rabat ma poi mantiene un ritmo buono e costante, mantenendo a lungo il 16° posto davanti a piloti ben più esperti di lui, poi con le cadute degli altri è perfino 14° e lì rimane, nonostante sia passato anche da Bautista. Come una formica, fa quel che può nel massimo delle sue possibilità. Pilota di prospettiva, potrà regalare buone prestazioni nel corso dell’anno.

KAREL ABRAHAM: 6 – Il ceco è 19° in griglia con la Desmosedici del 2016, nonostante ciò dà un decimo e mezzo a Bautista. Alla fine è 15°, guadagna una posizione solo su Lüthi, per il resto sfrutta le cadute altrui.

THOMAS LÜTHI: 5,5 – Lo svizzero della Honda Marc VDS Racing scatta 18°, dietro a Redding di appena un millesimo, ma si prende due decimi anche da Morbidelli. Chiude 16°, non bene.

TAKAAKI NAKAGAMI: 6,5 – Anche per il giapponese si tratta del debutto nella categoria, ma accusa un distacco abissale, con ben sette decimi di ritardo da Pol Espargaró davanti a lui, 1,2 secondi dal compagno Rabat e ben 2,7 dal poleman Zarco, schierandosi 23° e riuscendo a precedere solo Simeon. In gara si issa comunque davanti al disastroso Redding, al 20° posto. Chiude 17° sfruttando le disgrazie altrui, ma anche un bel sorpasso a Smith.

BRADLEY SMITH: 5,5 – L’inglese della KTM scatta dal 20° posto, con un decimo e mezzo di vantaggio sul compagno Pol Espargaró. Si fa scavalcare da Nakagami alla fine, chiude 18° una gara molto anonima.

SCOTT REDDING: 5 – L’inglese accusa due decimi dal compagno Álex Espargaró e parte 17°. Parte male e prosegue peggio, tanto da scendere al penultimo posto, davanti al solo Simeon e non schiodarsi più da lì.

XAVIER SIMEON: 5,5 – Molto male il belga sabato: è ultimo a un decimo da Nakagami e accusa più di un secondo da Rabat, ma è pur vero che ha la moto di due stagioni fa. Non ha semplicemente ritmo, chiude ultimissimo.

ALEIX ESPARGARÓ: 5,5 – La prima Aprilia in griglia è quello dello spagnolo, 13°, con due decimi di vantaggio su Redding. Parte bene risalendo 10°, ma non ha il ritmo dei piloti che ha scavalcato e scende 14°. Cade proprio alla fine dopo una gara completamente anonima.

POL ESPARGARÓ: 5 – Lo spagnolo è 22° in griglia, preceduto di due decimi dal compagno. Nella prima parte di gara ha più ritmo e sale 18°, poi scavalca anche Smith ed è 17°. Scatenato, si libera anche di Luthi e inizia a duellare con Abraham fino a quando ha un problema tecnicoe perde.

JORGE LORENZO: 4 – Distrutto da Dovizioso al sabato, scatta dalla nona piazzola, parte male e si ritrova 12°, poi recupera su Áleix Espargaró. Delude parecchio, rimane a lungo 11°, fin quando cade alla curva 4, con la complicità forse di un problema tecnico. Un disastro completo per il maiorchino.

ÁLEX RINS: 5,5 – Lo spagnolo della Suzuki imbrocca la qualifica migliore della sua carriera in MotoGP che lo porta al 6° posto. Al via scende 8°, poi inizia a spingere, imbroccando il giro veloce alla quarta tornata, poi inizia a rimontare sul gruppo davanti scavalcando Pedrosa e issandosi 7°. Supera Petrucci, poi purtroppo perde la moto in piega e cade. Peccato, stava facendo una bella gara: errore di inesperienza.

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