Elena Micheli
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INTERVISTA – Elena Micheli: “Alle Olimpiadi darò tutta me stessa. Federica Pellegrini mio idolo”

Elena Micheli, atleta del Centro Sportivo Carabinieri 20 anni, nata e crescita a Roma. Compete nella disciplina del Pentathlon moderno ed ha conquistato la qualifica olimpica per Tokyo 2020 nel 2019 grazie ad uno splendido argento in occasione dei Mondiali Senior di Budapest. Una gara perfetta, portata a termine con una spettacolare prova nel Laser Run. Promessa del suo sport fin da bambina, a quindici anni conquista il titolo europeo Youth B nella staffetta e a diciassette anni partecipa alla tappa di Coppa del Mondo di Roma, dove centra la finale. A diciotto anni oro a squadre, oro nella staffetta mista e il primo posto nella ranking Youth in occasione dei Mondiali Youth A. Nell’agosto 2017 dichiara che “le Olimpiadi di Tokyo sarebbero un sogno”.

Pochi mesi dopo arrivano l’oro a squadre e l’argento nella staffetta ai Mondiali Junior. Nel 2018 il nono posto in Coppa del Mondo a Los Angeles, il doppio bronzo nelle staffette degli Europei Junior, conseguito insieme al fratello Roberto, e l’oro individuale ai Mondiali Universitari. Inoltre, arriva la nomination come “Pentatleta Junior dell’anno”. Nel 2019 piazzamenti in Coppa del Mondo, con un undicesimo posto a Praga e un settimo posto a Tokyo, fino ad arrivare a ottenere il prezioso pass per i prossimi Giochi Olimpici. Conosciamo meglio l’eccellenza del Pentathlon moderno, amante della serie “Il Trono di Spade” e senza filtri. O quasi.

Perché il Pentathlon?
“Con i miei fratelli ci siamo avvicinati fin da piccoli a questo sport affascinante. E’ una passione di famiglia. Siamo partiti con una scuola nuoto aggiungendo piano piano tutte le discipline, su consiglio del tecnico che avevamo in quel periodo”.

Quando hai capito che il Pentathlon sarebbe stato più di uno sport?
“All’inizio era un bellissimo svago, un modo di passare un pomeriggio alternativo allo studio. Quando siamo iniziati a salire di livello è iniziato ad essere sempre più un impegno. I nostri genitori hanno fatto tanti sacrifici per permetterci di fare tutto: il pranzo al sacco prima di correre agli allenamenti, il supporto nel training, nelle gare e nelle trasferte… un grande grazie va a loro. Con i primi podi nazionali e internazionali ho compreso che questo sport sarebbe potuto essere il fulcro della mia vita”.

Qual è l’insegnamento più grande che il tuo sport trasmette?
“La chiave di tutto è divertirsi. Oltre a questo, grazie al Pentathlon ho imparato ad essere tenace, ad impegnarmi e a non mollare mai. Proprio mai”.

Chi ti ha accompagnato in questo percorso?
“I miei genitori, come dicevo prima, sono stati e sono oggi essenziali. La mia famiglia al completo, il mio tecnico attuale e il tecnico che mi ha segue fin da quando sono bambina e che mi ha avviato nelle discipline di corsa, tiro e nuoto”.

Un doppio bronzo junior europeo insieme a tuo fratello Roberto. Qual è stata l’emozione?
“E’ stato uno dei momenti più belli della mia vita, insieme alla prima medaglia importante che ho vinto. Vincere una medaglia internazionale a staffetta è sempre un’emozione speciale perché un lavoro che condividi. Farlo insieme a mio fratello Roberto è stato incredibile. C’era anche la mia mamma lì con noi, che piangeva dalla gioia. Non dimenticherò mai quella gioia”.

Quale disciplina del Pentathlon parla più di te?
“Quelle in cui mi esprimo meglio sono quelle atletiche, corsa e nuoto. Anche se quella che mi affascina e che mi diverte molto di più è l’equitazione. Sono tutte bellissime, ma questa ha qualcosa in più”.

Cosa dici al tuo cavallo quando sei in gara?
“Nel nostro sport abbiamo solo venti minuti per conoscerlo, il cavallo è assegnato agli atleti a sorteggio, posso solo pensare “dai andiamo, facciamolo insieme, impegniamoci tutti e due e cerchiamo di trarre il meglio l’uno dall’altro”. I cavalli sono animali straordinari, molto bravi e sempre disponibili, quindi in genere mi trovo bene”.

A più di due anni dopo la tua dichiarazione “le Olimpiadi sarebbero un sogno” sei arrivata alla preziosa qualifica. Hai realizzato ciò che hai fatto e come ti stai preparando per Tokyo?
“Ancora sto realizzando. Sono giovane e oltre all’emozione di aver conquistato un pass olimpico per Tokyo, mi fa entusiasmare tantissimo che l’aver ottenuto un podio mondiale dopo quindici anni che nella mia disciplina non arrivava una medaglia individuale ad un mondiale senior. So che dovrò lavorare tanto e che questo è solo il primo di tanti step che dovrò affrontare”.

Quando pensi a te stessa a Tokyo, dove ti vedi?
“Immagino tutto. La partenza in aeroporto tutti insieme, con la tuta che ci connoterà; l’arrivo a Casa Italia, conoscere nuove persone, le gare, fare nuove amicizie. Vivere il sogno di un’atleta, tra l’altro in un Paese dove sono già stata e dove mi sono trovata benissimo. Penso alla prima volta che vedrò i campi gara, a quando taglierò il traguardo sapendo di aver dato tutta me stessa per quel risultato”.

Una persona, che conosci o meno, che ti piacerebbe portare con te a Tokyo?
“Sicuramente tutti i miei familiari, mi piacerebbe avere con me tantissime persone, le mie amiche, il mio ragazzo, la mia famiglia. In sintesi, tutte le persone a me care”.

 Ti ricordi qual è stata la prima chiamata che hai fatto dopo che hai raggiunto questa qualifica?
“Ho chiamato il mio allenatore. Mia mamma era qui con me in lacrime, che mi diceva “ce l’hai fatta”. Nessuno se lo aspettava, è stato un risultato eclatante per la mia età. Il mio allenatore che era emozionatissimo, con le parole un po’ “strozzate”. Dopo… tutte le chiamate a cascata! Mio padre, amici, il mio ragazzo, e così via”.

Sei giovanissima, se non avessi praticato il Pentathlon quale sarebbe stata la tua strada?
“Proprio per il fatto che sono che sono molto giovane, ho sognato di fare tutto: chirurgo, architetto, ingegnere… Avevo fatto molti piani per quanto riguarda lo studio. Non avrei mai pensato che lo sport potesse diventare il mio lavoro, ma ora che lo è… farò di tutto per far sì che resti la mia strada”.

Qual è la tua materia preferita per quanto riguarda lo studio?
“Sicuramente le materie umanistiche. Ho avuto una professoressa che mi ha fatto amare l’italiano, il latino, il greco. Ora che studio all’università porto con me questi preziosi insegnamenti e ne faccio tesoro”.

Quale playlist ascolterai in aereo verso Tokyo?
“Il mio cantante preferito è James Blunt, probabilmente rimarrò “ancorata” a lui, però amo anche molte canzoni dei Queen come “We are the Champions” che danno la carica e che sicuramente mi aiuteranno nel percorso quando sarò lì”.

Serie preferita?
“Una serie che non mi stancherà mai è Il Trono di Spade. Il mio personaggio preferito è Daenerys”.

Hai un idolo?
“Il mio idolo in ambito sportivo è Federica Pellegrini, una ragazza che ha portato avanti con passione il suo sogno, senza mollare mai. Nutro una grande ammirazione per lei”.

Un segreto che ci puoi confessare?
“Non saprei, amo parlare e raccontarmi, sono senza filtri ed è difficile per me tenermi qualcosa dentro (ride)”.

La tua qualità migliore?
“Forse il pensare molto agli altri, anche prima di pensare a me stessa”.

Un evento che ti ha cambiata?
“Direi proprio questa medaglia al mondiale senior, ottenuta di recente. Credo nelle mie capacità, ma mi metto sempre in discussione e questa volta ho proprio pensato “ce l’ho fatta”.

Raccontaci la tua giornata tipo.
“Mi sveglio, faccio colazione e via con l’allenamento! Di solito si parte con il nuoto o con la corsa che sono le discipline che pratico di più, poi alterno la scherma o l’equitazione”.

Qual è il tuo luogo del cuore per allenarti?
“Il mio luogo del cuore è sicuramente questo, sono cresciuta qui all’Acqua Acetosa. Un grazie speciale va anche al Centro Sportivo Carabinieri che mi aiuta molto, sia in termini logistici che di tutela e supporto”.

Qual è la tua vacanza ideale?
“Amo la montagna, ma mi piace tantissimo anche il mare, ma mi diverto di più in montagna e soprattutto a sciare, sempre per restare in ambito sport”.

In vacanza, telefono acceso o spento?
“Entrambe le opzioni. Mi piace staccare dal telefono, ma a volte bisogna essere reperibili… anche solo per salutare le amiche”

Cosa ti piacer fare nel tempo libero
“Ascolto musica, faccio shopping, esco un po’… non amo molto stare chiusa in casa”.

Jeans o abito? tacchi alti o sneakers?
“Direi jeans e sneakers”.

Cosa ti da la carica?
“Cercare di pensare che tutti siamo uguali e che tutti sbagliano. Questo molte volte prima delle gare mi aiuta. Mi fa sentire allo stesso livello di tutte le altre colleghe e mi porta ad essere più tranquilla”.

Cosa ti fa arrabbiare?
“Quando qualcuno mi fa delle critiche che non corrispondono alla mia persona e magari devo venire a saperlo dagli altri. Questo mi ferisce, più che farmi arrabbiare”.

Una cosa che ti fa sentire felice?
“Sapere che sono circondata da persone che mi vogliono bene: la mia famiglia, il mio ragazzo, i miei amici. Stare bene insieme agli altri”.

Tre aggettivi per descriverti.
“Testarda, esuberante e tenace”.

Elena oggi. Corrisponde all’idea che pensavi avresti avuto di te cinque anni fa?
“Si e no. Cinque anni fa mi immaginavo alle prima armi a livello internazionale, partendo verso le gare per fare esperienza. Invece mi trovo nell’elite del nostro sport, non avrei pensato a tanto. Sono cresciuta e sto crescendo. Una consapevolezza importante”.

Tu sei un’eccellenza dello sport italiano, quale messaggio manderesti alle giovani ragazze che vogliono avvicinarsi allo sport e anche credere in se stesse?
“Praticare sport aiuta in tutti sensi a crescere, ti fa conoscere lati di te nuovi, ti fa superare i tuoi limiti, ti proietta in un mondo nuovo. Scopri di essere una persona che non sapevi di essere. E’ un ambiente bellissimo a tutti livelli, aiuta a gestire la competizione e a creare lo spirito di squadra”.

Siamo a novembre, a fine anno. Cosa ti aspetti dal 2020?
“Sarà un anno pieno… di tutto. Emozioni, sacrifici, impegnarmi tanto. Avrà l’aspettativa di un’Olimpiade sulle spalle, un grosso peso. Cercherò di “scrollarlo”, ovvero affrontarlo, più serenamente possibile”.

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