Formula 1

F1 Mondiale 2017, il diario di bordo: dall’Ungheria al Belgio

Pit-stop Lewis Hamilton, Mercedes F1 2017 - Foto Bruno Silverii

Dall’Ungheria al Belgio, dall’Hungaroring a Spa-Francorchamps: il diario di bordo del Mondiale 2017 di Formula 1.

ORDINI DI SCUDERIA. La risposta ungherese di Ferrari all’1-2 inglese di Mercedes, per quanto preventivata, non è andata giù a Wolff. Nonostante ciò, il team principal austriaco afferma che non cambierà nulla a livello politico all’interno della propria scuderia. All’Hungaroring Bottas ha lasciato platealmente strada ad Hamilton per consentire all’inglese di provare a dare la caccia alle due Ferrari, rallentate dal problema allo sterzo di Vettel con Räikkönen a fare da scudiero al compagno. Dopo aver rimontato, però, non essendo stato in grado di imbastire un serio attacco nei confronti del finlandese, ha restituito altrettanto platealmente il podio a Bottas. In questo modo, il finlandese si è praticamente garantito il rinnovo contrattuale, mentre l’inglese si è dimostrato leale alla politica della propria squadra (cosa che molto probabilmente non avrebbe mai fatto se accanto a sé avesse avuto ancora Rosberg), ma ha perso 3 preziosi punti in più da Vettel nella classifica del mondiale, scivolando a -14 dal tedesco quando alla vigilia stava a -1. Wolff, comunque, ancora si rifiuta di puntare su un solo cavallo, preferendo mantenere libera la lotta interna alla propria squadra, a differenza di Ferrari che invece punta sul solo Vettel.

KIMI CACCIA? Nel frattempo, negli ultimi giorni è stato formalizzato ufficialmente il rinnovo di Räikkönen per il 2018, mentre si attende ancora quello di Vettel, che probabilmente si vedrà a Monza. Il finlandese è autore, finora, di una grande stagione, nella quale avrebbe potuto vincere due gare (Monaco e Ungheria) se non avesse scelto di rispettare le esigenze del proprio team, che punta chiaramente sul tedesco (per ovvie ragioni di classifica). Non ingannino i punti: il finlandese si trova dietro Ricciardo principalmente a causa di diverse circostanze sfortunate, in quanto quest’anno le uniche gare in cui è risultato davvero insufficiente sono state le prime due, Australia e Cina. La sfortuna ha colpito più volte il povero Kimi, alle prese con incidenti senza colpe (in Spagna con Bottas e Verstappen, in Azerbaijan ancora col connazionale prima e coinvolto nell’harakiri Force India poi) e problemi tecnici gravi (la centralina in Canada, che gli ha fatto perdere una ventina di secondi in pochi giri prima che il problema si risolvesse e la gomma esplosa in Gran Bretagna al penultimo giro, che l’ha privato di un ottimo 2° posto). Al netto dei problemi avuti a Montréal e degli ovvi ritiri per i crash sopracitati, i peggiori risultati di Kimi in stagione sono due quinti posti (Cina e Austria). Non male per uno che sembrava essere sul baratro della pensione. Rinnovo meritato.

HAPPY SEB. Nell’attesa dell’annuncio del suo ormai imminente rinnovo, Vettel si dice molto felice dell’andamento della stagione. E ne ha ben donde, visto che comanda il campionato piloti. In particolare il tedesco ha tenuto a sottolineare come il fatto che le altre squadre abbiano iniziato a copiare Ferrari sia un merito enorme del team e della vettura. Si sta comportando da perfetto uomo squadra, dopo che lo scorso anno aveva lasciato desiderare sotto un po’ tutti i punti di vista compreso questo, forse depresso e arrabbiato per la mancata competitività della SF16-H. Ha pure dichiarato di trovarsi bene e non voler cambiare. Manca solo la firma.

CARICHE DEL TORO. Regna ottimismo in casa Red Bull, come emerge dalle parole del team principal Horner. Consapevole del fatto che la storia recente vede la scuderia angloaustriaca progredire nettamente nella seconda parte di stagione e che anche questo campionato non fa eccezione visto che i tori si sono avvicinati al duo Ferrari-Mercedes (anche se non abbastanza per impensierirli), l’austriaco ha affermato di voler arrivare a fine stagione a livelli simili a Ferrari e possibilmente davanti. Sicuramente si avvicineranno ancora, ma vedendo i distacchi che prendono solitamente, a parere di chi scrive, sarà dura. Anche perché troppo spesso non aiutano fattori terzi come l’affidabilità o i piloti: Ricciardo all’Hungaroring era velocissimo già il venerdì mattina, ma poi ha avuto diversi problemi che non gli hanno consentito di lavorare come avrebbe voluto. Verstappen, invece, ne ha combinata una delle sue in partenza centrando proprio il compagno e costringendolo al ritiro. L’australiano non l’ha presa per nulla bene e l’unico a beneficiare dell’incidente tra i due è stato Hamilton che, partito male e scivolato dietro ai due, ha potuto sorpassare poi l’olandese sfruttando la penalità comminata al numero 33. Inoltre, Singapore a parte, le piste dove Red Bull potrà davvero impensierire anche in gara le altre due scuderie sono sulla carta finite.

DAL MARE ALLA SPA. Spa-Francorchamps è un tracciato storico del Mondiale, parecchio tecnico, il più amato dai piloti di Formula 1 e non solo. È una pista completa, che prevede curve molto veloci, ma anche chicane e tornanti, oltre a lunghissimi rettilinei. Non è un caso che sia considerato un ateneo. Dal punto di vista delle performance, Mercedes dovrebbe essere qui leggermente favorita su Ferrari: nel primo e terzo settore conteranno molto potenza del motore ed efficienza aerodinamica nei curvoni veloci, sembra fatto tutto apposta per i tedeschi, mentre il secondo è più guidato e dovrebbe invece vedere le rosse recuperare qualcosa. Ma attenzione, perché in queste settimane di vacanza per due settimane si è potuto lavorare attivamente in fabbrica e per altre due non ci sarebbe da stupirsi se i tecnici di entrambe le squadre abbiano tirato fuori qualche coniglio dal cilindro in grado di compensare le differenze coi rivali o di allungare in determinati ambiti. L’inferiorità Ferrari, però, può qui essere compensata dal fattore umano: Vettel è sempre andato bene a Spa (tranne nel 2010), mentre Räikkönen in Belgio addirittura si esalta, tanto da meritarsi il soprannome di The King of Spa, “il re di Spa”. Qui portò al successo due vetture decisamente disastrose, dal valore nemmeno da podio, come la McLaren MP4-19 del 2004 (partendo addirittura 10°) e la Ferrari F60 del 2009 (al via dal 2° posto dietro allo straordinario Fisichella, autore dell’unica pole position della storia di Force India) in due gare normalissime e poco condizionate da caos. Se la forbice tra Ferrari e Mercedes non sarà troppo ampia a favore dei tedeschi, la vittoria di Kimi potrebbe divenire l’eventualità più probabile, in particolare vedendo anche la grande stagione che sta vivendo il finlandese.

Appuntamento al 27 agosto per il Gran Premio del Belgio, che insieme a Monza a breve distanza (la settimana dopo) chiuderà la stagione europea della Formula 1 2017.

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