Max Verstappen - Foto Foto Bruno Silverii
Formula 1

F1, ‘monday review’: i commenti post GP Messico 2018

Cala il sipario sul Mondiale 2018 di Formula 1, il titolo è di Lewis Hamilton. Al Gran Premio del Messico il pilota britannico inizia la sua ‘fiesta’, per il secondo anno di fila e per la quinta volta in carriera. Una fiesta alla quale partecipa soprattutto Max Verstappen, vincitore della gara davanti alle due Ferrari di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen. Umori contrastanti: tra chi festeggia il titolo, chi festeggia la vittoria della gara e pensa al futuro e chi, invece, ha poco da festeggiare se non un podio che rende meno amara la giornata dei ‘complimenti’ al rivale.

Imprevedibilità, stretta marcatura delle strategie e qualche colpo di scena hanno reso davvero interessante il GP del Messico. Margine d’errore nullo alla ricerca della perfezione nel “mezzo” dominio Red Bull con un Verstappen devastante ed un Ricciardo sulla crisi di nervi a causa dell’ennesimo ritiro per problemi sulla sua monoposto. Il tutto a beneficio della Ferrari che piazza entrambe le macchine sul podio mentre la Mercedes va in ombra, aumentando sempre più i dubbi riguardo la gestione delle gomme ed i famosi ‘buchi’ (aperti o tappati) che tanto hanno fatto discutere riguardo la loro regolarità sulla quale la Fia non ha ancora messo un punto fermo.

VERSWINNER – Vittoria, o meglio ‘rivincita’, e dj-set sul podio per festeggiare davanti alla marea messicana. Concretezza, forza ed un pizzico di spavalderia per mostrare al mondo intero di che pasta è fatto il vero Max. Una domenica da urlo per l’olandese e per la sua Red Bull numero 33 che all’Autodromo Hermanos Rodriguez domina la scena permettendosi il lusso di doppiare la Mercedes di Bottas e di rifilare oltre un minuto di distacco al campione del mondo Hamilton. Verswinner, la rivincita dopo un sabato teso, nervoso e con tanta amarezza per non aver portato a casa la prima pole position in carriera. Una pole scippata da Ricciardo per una questione di millesimi, un minimo di distacco che non ha permesso a Max di diventare il più giovane pole-man della storia. Ma al via tutto si cancella e con uno spunto perfetto, aiutato dalla partenza disastrosa dello stesso Ricciardo, Verstappen si mette in testa e conduce agevolmente la gara con un gran passo, inarrivabile per la concorrenza. “La gara è stata buona, la partenza è stata cruciale, dopodiché ho potuto fare la mia gara – ha dichiarato Max nel post gara – Sono molto contento del passo che avevamo, non abbiamo mai ricevuto pressione da dietro e questa è sempre una buona sensazione“. Poi sulla vittoria del titolo da parte di Hamilton, Verstappen commenta con spavalderia: “Non so se sia il pilota più duro da battere che ho mai incontrato, non me la sono mai potuta giocare con lui quindi è difficile dirlo. Rispetto a Seb lui è stato più regolare“.

FIESTA HAMILTON – Assente sul podio in una delle gare più difficoltose in questa stagione. Presente nel bel mezzo della ‘fiesta’, la sua ‘fiesta’, perché sul podio quest’anno ci è salito 15 volte su 19 prima di conquistare la matematica certezza del quinto titolo iridato. Il quarto posto in Messico è un risultato deludente, soprattutto se si tiene conto dei 78 secondi di ritardo al traguardo dal leader della gara Verstappen. Tutto ciò non importa, nel giorno dei complimenti per l’incredibile cavalcata in questo 2018 che lo ha portato ad eguagliare Fangio, superando in un colpo solo Prost e Vettel nella classifica all-time. “Io sono qui dal 2013 ed eguagliare ciò che ha fatto Fangio è una sensazione incredibile. Davvero surreale” commenta con grande fierezza Hamilton che poi esamina la gara: “È stata una gara orribile. Ero partito benissimo e stavo recuperando posizioni, ma poi non so cosa sia successo. Ho faticato tantissimo, ma ho cercato di tenere duro e portare la macchina al traguardo“. Ma nonostante la Mercedes non fosse esattamente al top per questo appuntamento, Lewis ha ringraziato tutti, dal primo all’ultimo uomo di Brackley per avergli regalato una macchina con cui poter continuare a scrivere pagine importanti della storia della F1. Onore a Hamilton, ancora una volta sul tetto del mondo.

AMARO VETTEL – Amaro e vuoto dentro, nonostante una delle sue performance più brillanti di questa stagione. Dal quarto posto in griglia al secondo gradino del podio, con tanto di sorpassi da applausi su Ricciardo e Hamilton: Seb non ha mollato ed ha provato in tutti i modi a tenere aperta la lotta per il titolo affrontando la gara ai limiti della perfezione. Il caos creatosi davanti a sé, dopo la partenza, ha costretto Vettel ad alzare il piede ed a rinviare il tentativo d’attacco alla concorrenza nei giri successivi. Supera Ricciardo, poi Hamilton ed infine si ritrova nuovamente dietro gli scarichi dell’australiano dopo il secondo pit-stop ma nel bel mezzo della lotta viene agevolato dal problema alla Red Bull con conseguente ritiro. Un secondo posto ininfluente nella mente di Vettel che preferisce congratularsi con Hamilton per la splendida annata: “Certamente sono deluso, ma oggi non è il mio giorno. Oggi è il giorno di Lewis. Quest’anno è stato più forte di me e più forte di noi“. Capitolo chiuso e mai mollare, dictat imposto da Arrivabene e sottolineato dallo stesso tedesco che dopo aver perso il confronto con Hamilton si rilancia: “Adesso sono vuoto dentro, ma ringrazio tutta la squadra, i tifosi, gli uomini a Maranello. Promettere qualcosa è sempre difficile, ma posso promettere che andrò sempre al 100% e farò il massimo che posso“.

Raikkonen accoglie con grande felicità il terzo posto al termine di un weekend altalenante che lo ha visto partire dalla sesta posizione, Bottas sparisce nell’anonimato a bordo di una Mercedes insufficiente ma il vero grande punto interrogativo è Ricciardo. Pole-man, record della pista, prova di forza in qualifica: tutto vanificato da una partenza orribile e dall’ennesimo ritiro per problema meccanico. “Non ho più parole, veramente non so cosa dire. In tutto il weekend le prove di partenza sono andate benissimo e invece oggi è stato uno schifo. Questa è sfortunaCi vediamo l’anno prossimo, io le prossime due gare non le voglio correre”. Un commento amaro, con le lacrime agli occhi. Ricciardo è tormentato dalla sfortuna e la sua avventura in Red Bull rischia di chiudersi nel peggiore dei modi.

Campionato piloti chiuso, in ballo c’è ancora il costruttori. La Ferrari guadagna qualche punticino e si porta a 55 lunghezze di distacco dalla Mercedes a due gare dalla fine del Mondiale. Ma ad ogni modo al Gran Premio del Brasile (weekend 9-11 novembre) tutti i protagonisti torneranno in pista con la voglia di primeggiare per togliersi qualche sfizio prima della chiusura della stagione ad Abu Dhabi. Ad Interlagos si riaccenderà la battaglia, probabilmente con mente più scarica: una settimana di pausa e poi si ritornerà ‘ruota a ruota’.

SportFace