Formula 1

F1, il diario di bordo 2018: dall’Australia al Bahrain

Kevin Magnussen, Haas - Foto Alberto-g-rovi - CC-BY-3.0
Kevin Magnussen, Haas - Foto Alberto-g-rovi - CC-BY-3.0

Il diario di bordo del Mondiale 2018 della Formula 1: dall’Australia al Bahrain, da Melbourne a Sakhir. Seconda tappa per il campionato a quattro ruote, si passa dall’Oceania all’Asia nel deserto della periferia di Manama. Andiamo ad analizzare i temi della vigilia tra novità e qualche indiscrezione sul futuro.

CIAO DANIEL. L’australiano Daniel Ricciardo della Red Bull apre già dopo il primo Gran Premio all’addio al team austriaco. La scuderia di Mateschitz, infatti, dispone già di Verstappen – su cui neanche troppo velatamente già da un paio d’anni punta decisamente – e di Sainz, che sebbene si trovi oggi in Renault è solo stato girato in prestito da Red Bull. Daniel, comunque, afferma di non voler mancare di rispetto alla sua attuale squadra, che rimane quella che lo ha lanciato e supportato per gran parte della sua carriera, ma vedendo le porte chiuse sta valutando tutte le ipotesi. Quella che sembra più probabile rimane un possibile approdo in Ferrari in sostituzione di Kimi Räikkönen, che a fine stagione avrà 39 anni: Vettel non ha chiuso a un eventuale arrivo dell’australiano, mentre il finlandese dovrà guadagnarsi, per il terzo anno consecutivo, la riconferma sul campo, poiché la scuderia italiana continua a rinnovarlo di anno in anno.

IN REGOL-HAAS. La FIA chiude definitivamente le polemiche riguardo il caso Haas. La squadra americana è stata accusata da McLaren e Force India di schierare in pista monoposto identiche alla Ferrari SF70H dello scorso anno, cosa vietata dal regolamento. Sebbene la VF-18 somigli molto alla Rossa della stagione 2017, le due vetture non sono uguali. Già Steiner, team principal altoatesino della scuderia statunitense, aveva risposto a tono portando l’esempio del passo, completamente diverso rispetto alla SF70H, cosa che implica diversi cambiamenti aerodinamici non di poco conto. Ci ha pensato il direttore di gara e delegato alla sicurezza della FIA, Charlie Whiting, a chiudere ogni lamentela, dichiarando di essere perfettamente a conoscenza dei rapporti che intercorrono tra Ferrari e Haas e che non ci sia nulla di illegale.

NOVITÀ ARANCIO. A Sakhir sarà McLaren il primo team a portare grandi novità. Si tratta di un pacchetto aerodinamico che avrebbe dovuto debuttare già a Melbourne, ma che in Australia non si è visto a causa di ulteriori congeniti problemi di affidabilità che hanno continuato – almeno fino al venerdì del weekend di gara – ad affliggere la scuderia di Woking (e che hanno, quindi, in parte anche scagionato Honda da tutte le colpe che si era presa in questi anni). Dopo aver effettuato alcune modifiche nella zona degli scarichi, la vettura sembra aver ritrovato solidità e se il doppio arrivo a punti con tanto di 5° posto di Alonso è stato manna dal cielo, in Gran Bretagna sanno benissimo che in una gara lineare (ossia senza i problemi alle Haas, l’assetto sbagliato da Verstappen e l’incidente che ha costretto Bottas alle retrovie) difficilmente lo spagnolo sarebbe potuto andare oltre al 9° posto in battaglia con le Renault, quindi, sebbene il miglioramento rispetto al passato sia evidente, c’è da lavorare.

PANORAMA PIRELLI. Mario Isola, direttore motorsport di Pirelli, lancia l’idea di una strategia a più soste per il Gran Premio del Bahrain, cosa che non si è vista a Melbourne, poiché lo scarso degrado ha portato quasi tutti alla sosta unica. Riguardo i set, il gommista italiano porterà i compound medio (con la banda bianca), soft (gialla) e supersoft (rossa). Cinque dei sei piloti dei top team hanno optato per le stesse scelte, con due treni di gomme medie, quattro di morbide e sette di supermorbide; fa eccezione solamente Bottas, che ha deciso di portare un set in più di gialle e uno in meno di bianche. Colpisce, a centro classifica, la scelta molto aggressiva di McLaren, che punta molto sulle gomme più prestazionali: sono ben nove i set di supersoft a disposizione di Alonso e Vandoorne, a fronte di un solo treno di medie e tre di soft.

IN MEZZO AL DESERTO. Il tracciato di Sakhir presenta lunghi rettilinei e curvoni in appoggio, ma nella parte centrale ci sono anche due tornanti molto lenti dove conta molto la trazione, è davvero una pista completa, non a caso è stata in passato usata come alternativa a Barcellona per i test invernali. Mercedes sembra essere leggermente favorita su Ferrari, data la sua efficienza aerodinamica, ma la Rossa quest’anno presenta una vettura con un passo più lungo, quindi sulla carta maggiormente prestazionale rispetto alla scorsa stagione su tracciati di questo tipo. Rimane anche l’incognita Red Bull: la vettura austriaca è stata additata da molti come vera anti Mercedes, più di Ferrari, cosa che però si è vista molto poco a Melbourne, anche se si tratta di una pista atipica. Si prospetta una gara interessante.

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