Formula 1

F1, GP Italia Monza 2017: le pagelle. Hamilton da 10 e lode, super Ricciardo

Lewis Hamilton - Foto Bruno Silverii

Le pagelle del Gran Premio d’Italia, tredicesima tappa del Mondiale 2017 della Formula 1. Lewis Hamilton 10 e lode per una super prestazione che lo colloca al primo posto nella classifica piloti mentre Sebastian Vettel abdica la leadership. I voti della redazione di Sportface.it per l’appuntamento di Monza.

LEWIS HAMILTON: 10 e lode – Un mostro. Sotto il classico acquazzone brianzolo rifila più di 2 secondi al compagno con la stessa vettura e a Vettel, conquistando la pole. Si difende da Stroll, poi non ha più preoccupazioni. Si ferma al giro 33 per mettere le gomme soft. Rischia di compromettersi solo con un lungo in uscita dalla Roggia, per il resto è perfetto. Domina in terra nemica.

VALTTERI BOTTAS: 7,5 – Prosegue la crisi del finlandese dopo Spa. In qualifica viene demolito da Hamilton, precedendo di un nulla le due irriconoscibili Ferrari, ma scatta dietro perfino a Stroll e Ocon. Si fa scavalcare da Räikkönen alla Roggia al primo giro, poi gli restituisce il favore alla Parabolica. Dopodiché si occupa di Stroll e Ocon, accodandosi a 4 secondi da Hamilton e gestendo il vantaggio su Vettel. Si ferma il giro dopo il compagno per mettere le soft, poi ancora non si vede più. Chiude 2°, ma visto il dominio messo in mostra dalla Mercedes, nel voto pesa la prestazione in qualifica.

SEBASTIAN VETTEL: 6,5 – Come per Kimi, sembra che la SF70-H con la pioggia battente si reincarni nella F14T o nella F60. Va un po’ meglio con le intermedie, ma le condizioni in cui si ritrova a fare il giro decisivo non sono quelle e il tedesco segna addirittura l’8° tempo, trasformato poi in 6°, lontano una vita da Hamilton. Non parte benissimo, ma non viene attaccato da nessuno. Scavalca Räikkönen alla Roggia al terzo giro e al sesto passa pure Stroll alla Ascari. All’8° giro sopravanza Ocon sfruttando la scia. Non ha però mai il ritmo Mercedes. Peggior gara dell’anno alla pari di Silverstone, per lui e per la Ferrari. Si ferma al giro 32 per montare le soft.

DANIEL RICCIARDO: 10 – Ecco un altro eroe del sabato purtroppo azzoppato. Quello che ormai può definirsi idolo del pubblico – in particolare di quello italiano – offre una prova egregia il sabato e si classifica 3°. Parte però solo 17°. Fa una buona partenza, poi le soste degli altri lo aiutano nella rimonta. Bel duello con Pérez, scavalcato alla Roggia al giro 18: l’australiano si ritrova 5°, poi 4° dopo il pit di Massa. Si ferma al giro 38 per montare le supersoft, rientra davanti a Ocon. È autore di un super sorpasso ai danni di Räikkönen. Tenta poi una forsennata rimonta su Vettel, ma il tedesco è troppo lontano e i giri troppo pochi per prenderlo. Insieme a Hamilton, senza dubbio MVP in pista.

KIMI RÄIKKÖNEN: 6 – La sua Rossa odia la pioggia e lui non riesce a fare meglio del 7° tempo, quindi scatta dal 5° posto. Bravissimo a scavalcare Bottas alla Roggia e portarsi al 4° posto. Poi però il rivale gli restituisce il favore alla Parabolica. Si difende dal compagno alla variante della Roggia, ma arriva lungo e in uscita Vettel lo passa. Lamenta poi dei problemi al posteriore. Si ferma al giro 16 per tentare un undercut sui due davanti: su Ocon non riesce, su Stroll sì. Lo passa in pista alla prima variante al giro 27 e si difende dal contrattacco alla Roggia. Non riesce a difendersi da Ricciardo che lo passa al giro 41 alla curva 1. Gara disastrosa: la Ferrari è nettamente terza forza oggi e lui la aiuta ancor meno di quanto fa Vettel.

ESTEBAN OCON: 8,5 – Il sabato prima esclude il compagno Pérez dal Q3 per due millesimi, poi pensa bene di regalarsi un giro spettacolare che lo porta 5° davanti a Bottas. Viene premiato con l’avanzamento di due posizioni, scattando 3°. Approfitta della chiusura di Hamilton su Stroll al via per passare il canadese, poi perde la posizione da Bottas sul rettilineo. Si difende dal tentativo di undercut di Räikkönen e ci riesce.

LANCE STROLL: 8,5 – Vive un sogno in qualifica, quando si classifica 4° ma complici le penalità inflitte alle Red Bull scatta addirittura dalla prima fila. Infastidisce Hamilton al via, senza però riuscire a passarlo e ne approfitta Ocon. Viene sverniciato anche da Bottas e Vettel, come preventivabile. Poi si attacca a Ocon. Viene scavalcato dall’undercut di Räikkönen, poi si attacca nuovamente al finlandese e al pilota Force India. Nell’ultima parte di gara deve difendersi da Massa e lo fa, con le unghie e con i denti.

FELIPE MASSA: 7 – Il 9° tempo, poi 7°, sarebbe nella norma per la disastrosa FW40 di quest’anno, ma viene distrutto da un fantastico Stroll in qualifica. Si tocca con Verstappen al giro 3 e provoca la foratura all’olandese. Con le soste degli altri si ritrova perfino 4° e si deve difendere da Ricciardo.

SERGIO PÉREZ: 6 – Chissà quanto gli sarà bruciato rimanere escluso dal Q3 dal compagno per soli due millesimi vedendo quanto si è classificato in qualifica Ocon. Parte 9°, poi è a lungo 5° fino alla sua sosta. Dopo il pit torna 9° e rimane lì, isolato fino al penultimo giro, quando si accoda a Massa, Stroll e Ocon nella lotta per il 6° posto.

MAX VERSTAPPEN: 6 – Il primo dei sei penalizzati del sabato è l’olandese: una qualifica da sogno, con la prima fila centrata per la prima volta quest’anno, completamente inutile per le 20 posizioni di penalità subite. Scatta 14°, ma solo perché tutti quelli dietro di lui, a parte Grosjean, hanno penalità ancora maggiori. Parte benissimo, poi si tocca con Massa lottando per il 7° posto: gara compromessa; mostra sprazzi di velocità nelle retrovie, ma con una sosta in più sul groppone fatica a rientrare in zona punti. Si tocca anche con Grosjean in fase di sorpasso, poi svernicia Alonso e si libera di Sainz e Hülkenberg. Poi è la volta di Kvyat e di Magnussen, con cui ancora una volta si tocca – da questo punto di vista ancora deve calmarsi –, rientrando in zona punti. Chissà cosa poteva però fare senza la toccata a Massa, considerando che era davanti al compagno.

KEVIN MAGNUSSEN: 7 – Forse anche a causa del problema occorso a Grosjean è molto guardingo, ma si ritrova a uscire già in Q1. Sfruttando le penalità degli altri scatta addirittura dall’11° posto. Anticipa molto la sosta e dopo quelle degli altri è 10°. Viene tamponato da Verstappen mentre tenta di risorpassarlo.

DANIIL KVYAT: 6,5 – Giunge in Q2, ma non si schioda più dal 12° posto e malgrado il suo tempo sul giro migliori continuamente lui rimane fisso in quella posizione. Viene schierato 10°. Naviga in quella zona, dopo la sosta si ritrova dietro a Sainz e lo passa. Approfitta del ritiro di Vandoorne per ritrovarsi 12°, ai margini della zona punti, dietro a Magnussen. Viene poi scavalcato da Verstappen, ma almeno stavolta sovrasta il compagno, pur penalizzato.

NICO HÜLKENBERG: 5 – Weekend disastroso: tutti i motorizzati Renault a parte Kvyat hanno subito una penalità. Dopo un’ottima Q1, si plafona in Q2 e parte 15° con le supersoft. È il primo a fermarsi – Verstappen a parte – al 10° giro e monta le soft.

CARLOS SAINZ: 5 – Già sicuro di partire nelle retrovie, in Q2 non si impegna al massimo ed è 15°, comunque dietro a Kvyat. Parte 16°, non riesce a tenere i tempi del compagno. Precede solo Alonso, Grosjean e le Sauber. Mai in gara, poco inquadrato (se non quando sorpassato) e ancor meno presente.

ROMAIN GROSJEAN: 5 – È l’unico che riesce a partire dietro a tutti quelli che hanno subito una penalità. Il motivo è che, per ovvie ragioni atmosferiche, il francese non ha ottenuto un tempo all’interno del 107%, ma la Direzione Gara, ovviamente, lo ha ammesso, schierandolo però in fondo al gruppo. Avesse fatto più attenzione con quella pozzanghera accelerando più dolcemente, staremmo parlando probabilmente di un’altra gara per lui. Si tocca con Verstappen, perdendo una piccola parte di alettone. Sovrastato da Magnussen, termina 15°.

PASCAL WEHRLEIN: 6 – Forse il fatto di perdere probabilmente il posto per il prossimo anno lo sta deprimendo. Per la seconda volta consecutiva è dietro ad Ericsson in qualifica, ma da ultimo si ritrova a scattare 13°. Lotta solo con Ericsson, gli altri sono troppo lontani da loro e la vince lui.

MARCUS ERICSSON: 5,5 – Avrebbe preferito interrompere la qualifica e mantenere quella classifica, dato che era 4° quando è stata esposta la bandiera rossa. Invece, le prove ufficiali si svolgono e lo svedese è 19°. Parte però 12°, si ritrova in fondo a duellare tutta la gara col compagno, l’unico pilota con cui può davvero confrontarsi. E gli arriva dietro.

FERNANDO ALONSO: 6 – Ormai siamo abituati a vederlo in griglia con il rettangolino verde accanto al tempo con scritto N-GRID PENALTY, purtroppo. Cambia tutta la Power Unit e in regalo ha 35 posizioni di penalità. Parte 19°, aveva il 14° tempo. Comincia bene la sua domenica: lo lascia a piedi pure la vettura d’epoca della parata e si fa scorrazzare da quel fulmine di Palmer. Ha un bel duello proprio con lui alla Roggia, l’inglese taglia la chicane e lo spagnolo si lamenta. A due giri dal termine, anche la sua McLaren dà forfait.

STOFFEL VANDOORNE: 7,5 – Nota di merito per l’olandese al sabato, che in una pista di motore riesce a centrare la Q3 e a ottenere il 10° tempo che gli vale un’ottima ottava posizione al via, cosa che non riesce ad Alonso (anche se per lo spagnolo sarebbe stato inutile). Dopo la partenza, l’incidente di Verstappen e la sosta di Magnussen, si ritrova 11° e si attacca a Kvyat, seguendolo come un’ombra. Nello spazio di un giro viene poi scavalcato da Ocon, Räikkönen e Stroll, tutti con gomme nuove. Anche Massa si libera del belga. Naviga ottimo 10°, ma al giro 34 si sente il solito, laconico “No power” e si ritira. Peccato, meritava punti.

JOLYON PALMER: 5 – Come il compagno, è penalizzato dai cambi delle componenti della Power Unit, ma a differenza dal tedesco esce in Q1. Parte nella stessa posizione in cui si è qualificato, 18°, nonostante le sanzioni. Taglia la chicane duellando con Alonso e rimediando 5 secondi di penalità, definiti dallo spagnolo una barzelletta. Poi si ritira.

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