Formula 1

F1, GP Australia 2018: Vettel è perfetto, le pagelle della prima gara

Sebastian Vettel e Lewis Hamilton - Foto Morio - CC-BY-SA-4.0

Le pagelle del Gran Premio d’Australia, prima tappa del Mondiale 2018 della Formula 1. Sebastian Vettel trionfa a Melbourne: una gara assolutamente perfetta da parte del tedesco che sfrutta la strategia ai box e si ritrova in testa. Lewis Hamilton cerca il tutto per tutto perdendo gap sul finale, una buona gara comunque per il britannico che chiude davanti a Kimi Raikkonen a completamento del primo podio stagionale.

GLI HIGHLIGHTS DELLA GARA

L’ORDINE DI ARRIVO DEL GRAN PREMIO

VETTEL VINCE, LE REAZIONI SOCIAL

LE DICHIARAZIONI DI VETTEL, HAMILTON E RAIKKONEN

SEBASTIAN VETTEL: 10 – Lotta contro il setup della propria vettura tutto il venerdì, il sabato riemerge fino a che, però, non commette un errore in Q3 che lo relega anche dietro a Räikkönen. Si difende dall’attacco di Verstappen, costringendolo anche a perdere la posizione da Magnussen. Dopo qualche giro d’assestamento inizia a girare sui tempi dei due davanti, ma per poco. Poi inizia a navigare nella terra di nessuno, dato il vantaggio accumulato su Magnussen. Con la sosta del compagno e di Hamilton, al giro 19 diventa leader del Gran Premio e inizia a girare su buoni tempi, considerando le gomme indossate e i giri percorsi. Fortunato nel tempismo della Virtual Safety Car, con la squadra brava ad approfittarne: fa la sua sosta e si mette in testa, con gomme soft (cambiando la strategia: erano previste le supersoft in caso di sosta più in là) più fresche dell’avversario. Inizia a girare fortissimo, come se avesse trovato nuova fiducia. Dopo una battaglia, il britannico si arrende al giro 54 e il tedesco gestisce fino alla bandiera a scacchi.

LEWIS HAMILTON: 9,5 – Il giro perfetto con cui il sabato frantuma sia il record del tracciato sia le speranze di pole position della Ferrari è qualcosa di sublime. Al via si difende dall’attacco di Räikkönen. Piano piano mette dello spazio tra sé e le due Ferrari, non enorme, ma costantemente. Riguardo la strategia, in Mercedes decidono di marcare il #7, montando anche lui la soft. Perde però la leadership in occasione della Virtual Safety Car causata da Grosjean: Vettel ne approfitta per effettuare il pit stop e gli balza davanti. Inizia così una nuova sfida con l’altro alfiere Ferrari, col distacco che oscilla tra il mezzo secondo e il secondo pieno. Al giro 47 blocca le gomme in curva 10 e arriva lungo, mettendo le gomme sull’erba. Al giro 54 accusa un problema alle gomme posteriori della propria vettura ed è costretto a rallentare, ma riesce a gestire il vantaggio ai danni di Räikkönen e Ricciardo. Oggi è stato sfortunato con la Virtual Safety Car, altrimenti, con ogni probabilità, nessuno sarebbe riuscito a impensierirlo. Alla fine è 2°.

KIMI RÄIKKÖNEN: 8,5 – Meglio del compagno Vettel sia il venerdì sia il sabato, quando si prende la prima fila. Tenta di attaccare Hamilton, ma senza successo. Poi inizia una lotta sul filo dei millesimi con il britannico e con Vettel. È il primo dei big a fermarsi, al giro 18, per montare le soft e rientra 3° e ben davanti a Magnussen. Non ha però minimamente il ritmo del rivale inglese con le gomme gialle. La Virtual Safety Car lo fa scendere al 3° posto, attaccato da Ricciardo. Nel finale tenta di rientrare su Hamilton e per poco non ci riesce. Chiude sul gradino più basso del podio.

DANIEL RICCIARDO: 8 – Paga cara l’ingenuità del venerdì di non aver rallentato a sufficienza in regime di bandiera rossa, rimediando tre posizioni di penalità che lo relegano 8° in griglia. Parte con le supersoft e trascorre i primi giri a sandwich tra le due Renault, finché alla quinta tornata si libera di Hülkenberg. Approfitta della Virtual Safety Car causata da Grosjean per fermarsi e guadagnare qualcosa, cosa poi vanificata dall’ingresso della Safety Car. Ha però un grande ritmo, riesce a mantenere la scia della Ferrari di Räikkönen e lo inizia ad attaccare al giro 38, ma senza riuscire più a impensierirlo nuovamente. Il mezzo voto in meno rispetto a Kimi e ad Alonso è dovuto proprio a quella penalità che lo priva di un podio che avrebbe probabilmente meritato. Chiude 4°.

FERNANDO ALONSO: 8,5 – Manca di un soffio il Q3, ma parte comunque 10° in virtù della penalità di Bottas. Approfitta per fare la sosta della Virtual Safety Car per fare la sua sosta e, unitamente ai ritiri delle due stesse Haas, la cosa lo porta al 6° posto. Ha un’incomprensione con Verstappen rientrando dopo il pit stop e l’olandese lo lascia poi passare per evitare possibili sanzioni: lo spagnolo si ritrova quindi perfino 5°. Negli ultimi giri lo segue un trenino formato da Verstappen, Hülkenberg, Bottas e, poco più indietro, Vandoorne, ma resiste sino al termine. Conclude, quindi, ottimo 5°.

MAX VERSTAPPEN: 7 – La Red Bull, quest’anno, pare nata bene e l’olandese si qualifica ancora 4°, ma con distacchi molto più contenuti rispetto alla media della stagione scorsa. Parte con le supersoft e dopo un buono spunto viene scavalcato da Magnussen. Si lamenta della temperatura troppo alta delle gomme, poi è autore di un testacoda a 360° in curva 1 al giro 10 e perde tre posizioni a favore di Grosjean, del compagno Ricciardo e di Hülkenberg, scendendo all’8° posto. Al giro 22 si ferma per montare le soft e rientra 14°. Un’incomprensione con Alonso lo spinge a voler far passare lo spagnolo, che inizialmente è riluttante, ma poi lo scavalca. Non riesce poi a imbastire una manovra d’attacco. A causa anche dell’errore commesso, quest’oggi Ricciardo lo sovrasta. Conclude 6°.

NICO HÜLKENBERG: 7 – La battaglia per il 4° posto costruttori quest’anno si preannuncia serrata e il tedesco lotta tutto il sabato con le Haas, fermando il crono al 7° tempo. Al via mantiene la posizione, poi sorpassa Verstappen in occasione dell’errore dell’olandese. Il duo Red Bull, però, lo riesce a scavalcare, così come Alonso, che sfrutta la Virtual Safety Car, mentre lui approfitta del doppio ritiro Haas, tornando così al 7° posto, posizione in cui conclude.

VALTTERI BOTTAS: 5 – L’errore che commette all’inizio del Q3 è da matita rossa e compromette la sua stessa gara ancor di più, avendo dovuto sostituire il cambio e dovendo quindi partire 15°. Alla partenza non guadagna nulla, poi scavalca Stroll al giro 7, portandosi 14°; poi è il turno di Ocon, per il 13°, al giro 9. Dopo il giro di soste e i ritiri delle Haas, si ritrova al 9° posto. Alla ripartenza attacca Vandoorne, ma senza esito, più avanti invece ci riesce. Poco da dire: rispetto a compagno e avversari diretti è di gran lunga il peggiore anche in gara. È 8° alla fine.

STOFFEL VANDOORNE: 7 – Il belga segue a ruota il compagno in griglia, è 11°. Il suo GP è buono, non dà spettacolo ma è consistente, anche se non guadagna con la Virtual Safety Car quanto Alonso, ad ogni modo è 8° a metà gara. Poi Bottas lo riesce a scavalcare, ma chiude comunque 9°, non distante dal compagno spagnolo.

CARLOS SAINZ: 6,5 – Lo spagnolo è in ritardo sul giro secco rispetto al compagno, ma non fa comunque male: è 9° in griglia. Mantiene la posizione, non il ritmo del compagno, poi al giro 22 va lungo e si fa scavalcare da Alonso, poi si ferma il giro dopo. Al giro 50 accusa un insolito problema di nausea. Si prende il punticino del 10° posto.

SERGIO PÉREZ: 6 – La Force India non va benissimo in quest’inizio di stagione, prova ne è la qualifica del GP, col messicano, il primo dei due in rosa, solo 12°. La gara è poco efficace: non effettua un sorpasso, lo subisce da Bottas e sfrutta il doppio ritiro Haas per ritrovarsi 11°. Si avvicina a Sainz nel finale, ma non riesce a imbastire una manovra d’attacco.

ESTEBAN OCON: 6 – Non bene il francese nella prestazione assoluta, è 14°. Al via passa Stroll e si mette a caccia del compagno, di cui però non riesce a mantenere il ritmo. La sua gara è in fotocopia di quella del compagno, con l’eccezione del sorpasso a Stroll e si ritrova 12°, ma a debita distanza dal compagno, dove conclude.

CHARLES LECLERC: 6,5 – Dopo una sessione passata a imparare la pista, il monegasco ha già iniziato a girare sui tempi di Ericsson. Alla fine del sabato è 18°. In gara non si vede quasi mai, ma il suo apprendistato prosegue molto bene, visto e considerato che si mette dietro due vetture e se per Hartley si può parlare di errore del neozelandese (costretto ai box dopo un solo giro), lo stesso non si può dire per Stroll, che semplicemente non riesce a passarlo. Non commette errori e non termina ultimo, con l’attuale Alfa Romeo Sauber, da debuttante, sarebbe ingeneroso chiedergli di più. 13° posto per lui.

LANCE STROLL: 5,5 – Sabato demolisce Sirotkin, sebbene la sua prestazione non sia da incorniciare: è 13°. La Williams, però, proprio non c’è e in pochi giri perde due posizioni. Ad ogni modo, si ritrova penultimo dietro a Leclerc e non riesce a superarlo, nonostante una vettura più performante. È 14°.

BRENTON HARTLEY: 5,5 – Dopo un venerdì e un inizio di sabato difficili, il neozelandese – che a Melbourne si sente quasi a casa – si risolleva con un colpo di reni e rischia – non riuscendoci – di passare in Q2: 16° tempo. Si ferma subito a causa di un super bloccaggio e cambia strategia, montando un treno di gomme soft e rimane tristemente ultimo per tutta la gara. Chiude 15°.

ROMAIN GROSJEAN: 7,5 – La ciliegina sulla torta per Haas di sabato, qualifica migliore della storia del team: è 6° (e il compagno 5°). Mantiene la posizione, al giro 24 si ferma, ma perde la posizione da Verstappen. Poi ci sono problemi successivamente al pit stop, all’anteriore sinistra. Peccato. Si dispera scendendo dalla vettura, abbandonata dopo la curva 1. Il suo problema causa l’ingresso della Virtual Safety Car.

KEVIN MAGNUSSEN: 8,5 – Il primo degli altri in griglia è lui, 5° e autore di una qualifica straordinaria e alla guida della vettura che si conferma essere sorpresa di questo mondiale, almeno per oggi. Una grande partenza gli permette di scavalcare Verstappen e di issarsi al 4° posto. Si ferma al giro 23 per montare le supersoft, ma ha un problema subito dopo alla posteriore sinistra. Peccato davvero anche per lui, stava facendo qualcosa di fenomenale.

PIERRE GASLY: 5 – La Toro Rosso non corre forte in queste prime qualifiche, ma Hartley lo sovrasta: parte ultimo. Al via riesce a sopravanzare un guardingo Leclerc e Sirotkin, poi approfitta della sosta del compagno e dopo un giro è già 17°. Al giro 15, però, un problema meccanico lo costringe ad abbandonare la compagnia.

MARCUS ERICCSON: 6,5 – L’Alfa Romeo Sauber è sì l’ultima vettura del lotto, ma può combattere, specie quando i piloti sono in forma: se Leclerc è chiamato a confermare le aspettative su di lui, lo svedese deve scacciare le malelingue e in qualifica lo fa alla grande, rischiando di passare il taglio, anche se poi è solo 17°. Parte senza prendersi particolari rischi e guadagna una posizione sul solo Hartley, che si ferma ai box. Un problema al servosterzo al giro 7 lo costringe al ritiro mentre seguiva, sebbene a debita distanza, la Mercedes di Bottas.

SERGEJ SIROTKIN: 5 – Vederlo correre in questi primi scampoli di prove è stato imbarazzante, tanto da rischiare di ostruire la pit-lane per incidente all’ingresso dei box (pericolo fortunatamente scongiurato); lontanissimo da Stroll sul giro secco, si schiera 19°. La sua gara dura solo sei giri: un problema ai freni lo mette fuori gioco alla curva 13.

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