Amarcord

L’angolo del ricordo: Sebastian Vettel, la consacrazione di un giovane talento ad Adu Dhabi 2010

La vita, si sa, spesso è costituita da occasioni irripetibili che devono essere colte al volo e dalle famose ‘sliding doors’, pronte a segnare il destino di ciascuno di noi. Nello sport vale lo stesso principio, se c’è una chance, seppur minima, di arrivare al successo e alla svolta della carriera, bisogna crederci fino in fondo, facendo tutto il possibile per raggiungere l’obiettivo prefissato.

La storia insegna che la carriera di molti atleti di livello internazionale è stata caratterizzata da momenti particolari, che hanno permesso loro di proiettarsi al vertice della propria disciplina e di diventare ciò che sono ora. Uno di questi è Sebastian Vettel, quattro volte campione del mondo di Formula 1, sempre a brodo della sua Red Bull, che è riuscito a fare filotto dopo il suo primo titolo, conquistato a sorpresa e contro ogni pronostico nel 2010.

Dopo una stagione molto combattuta ed equilibrata, il 13 novembre 2010 la Formula 1 fa tappa ad Abu Dhabi, per l’ultimo Gran Premio della stagione, con il ferrarista Fernando Alonso che guida la classifica iridata, vantando 8 punti di margine su Mark Webber e 15 proprio su Sebastian Vettel, entrambi piloti Red Bull; mentre Lewis Hamilton, con la sua McLaren, dista 24 lunghezza dallo spagnolo ed ha ben poche chance di conseguire la vittoria finale.

Il giorno delle qualifiche fa già presagire un finale al cardiopalmo, vista la pole position centrata da Vettel davanti ad Hamilton, con Alonso e Webber a completare la seconda fila. Tutti i protagonisti in pochi decimi, pronti a giocarsi il tutto per tutto nell’ultimo appuntamento dell’anno.

Arriva il 14 novembre, giornata della gara decisiva per la stagione 2010. Il giovane tedesco della Red Bull scatta perfettamente dalla prima casella, così come Hamilton e Webber alle sue spalle, mentre Alonso viene scavalcato anche dall’altra McLaren di Jenson Button, rimanendo imbottigliato nel centro del gruppo.

Dopo pochi giri la Mercedes di Michael Schumacher va in testacoda e viene centrata dalla Force India di Vitantonio Liuzzi, che costringe la safety car ad entrare in pista, per favorire la pulizia del tratto di circuito cosparso da detriti di carbonio. Al rientro ai box della safety car, Vettel inizia ad imporre il suo ritmo forsennato a suon di giri veloci, a cui nessuno riesce a rispondere, fatta eccezione per Hamilton, che prova a tenere il passo del tedesco.

La svolta della gara e, soprattutto del mondiale, arriva al decimo giro, quando Webber rientra ai box per cambiare le gomme; una mossa osservata attentamente dalla Ferrari che, al quindicesimo giro, richiama Alonso ai box per marcare da vicino l’australiano, suo primo inseguitore in classifica.

Lo spagnolo torna in pista davanti a Webber, ma resta bloccato in mezzo al traffico costituito dalle altre vetture, che pian piano riesce superare, fino a posizionarsi alle spalle di Vitalij Petrov. Al ventiquattresimo giro effettuano la sosta anche Vettel e Hamilton, con quest’ultimo che prova un disperato sorpasso ai danni del pilota della Red Bull senza, però, riuscire nell’impresa, a causa della conformazione del circuito di Yas Marina.

L’inglese non è il solo ad avere problemi nel sopravanzare gli avversari, infatti, anche Alonso riscontra delle incredibili difficoltà nell’affrontare il russo Petrov, con la pressione che sale giro dopo giro e con la consapevolezza di aver commesso un errore imperdonabile facendo una sosta anticipata.

La gara va avanti, avvicinandosi sempre più alla conclusione, con Sebastian Vettel saldamente al comando, lanciato verso quello che sarebbe il suo primo titolo iridato. Il tedesco della Red Bull taglia il traguardo in prima posizione davanti alle due McLaren di Lewis Hamilton e Jenson Button, mentre Fernando Alonso e Mark Webber, che sembravano i veri pretendenti al titolo alla vigilia, chiudono il Gran Premio rispettivamente al settimo e all’ottavo posto.

Nell’incredulità generale, compresa quella del suo team, Sebastian Vettel conquista i punti necessari per balzare dal terzo al primo posto nella classifica generale e, a soli 23 anni, si laurea per la prima volta campione del mondo di Formula 1. Un successo che segna la consacrazione di un vero talento, capace di dare seguito ai risultati negli anni successivi, con la vittoria di altri tre titoli iridati.

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