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Malagò: “Questione Fontana va risolta. Milano-Cortina 2026? Siamo in ritardo”

Giovanni Malagò
Giovanni Malagò - Foto Mezzelani/GMT

 “La situazione Fontana va risolta, penso che ci si debba incontrare. Penso si debbano incontrare la FISG, che è l’interlocutore principe, con il Coni e con Arianna, che è Arianna, la più grande di tutti i tempi. Nell’interesse di tutti bisogna trovare il modo di convivere il più possibile felicemente. Ma credo che si troveranno tempi e parole per un’intesa nell’interesse dello sport italiano anche verso Milano-Cortina”. Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a San Siro, dopo la Giunta Nazionale svoltosi in mattinata all’Allianz Tower di Milano.

Sull’organizzazione di Milano-Cortina 2026, Malagò aggiunge: “Sta procedendo tutto ma siamo in ritardo, dobbiamo recuperare il ritardo. Il Covid non ha aiutato. Se non ci fosse margine per recuperare sarebbe preoccupante. Sarei poco serio se dicessi che non c’è preoccupazione, così come su ogni lavoro del dossier olimpico. C’è piena fiducia da parte di chi sta seguendo il dossier. Noi verifichiamo e controlliamo, parlo quotidianamente con il sindaco Sala. Va detto che il Palazzetto non rientra tra opere che hanno a che fare con l’agenzia visto che è una struttura privata”.

Infine un pensiero sulla guerra in Ucraina e sulle ripercussioni che può avere all’interno del mondo dello sport: “Il corso della storia sta prendendo una piega per cui è pensabile che qualche nazione non ci sia alla prossima Olimpiade. Il mondo dello sport sta facendo il massimo per supportare il popolo ucraino. Noi come Coni stiamo svuotando i nostri magazzini e stiamo mandando tutto per dare, tramite il Cio che ha individuato il Comitato olimpico ungherese, alle popolazioni ciò che serve in termini di abbigliamento, giacche a vento e materiale – ha proseguito Malagò -. Sono in contatto con Sergej Bubka, membro Cio e presidente del Comitato olimpico ucraino, e da parte nostra stiamo dando supporto per ospitare atleti di varie federazioni nei nostri centri di preparazione. Atleti russi e bielorussi esclusi da Paralimpiadi? Come Cio, non c’erano alternative, gli altri atleti non volevano gareggiare”, ha concluso.

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