Ciclismo

Vincenzo Nibali: “Ciclismo diventato un circo. Guarirò? E’ la domanda che mi faccio sempre”

Vincenzo Nibali
Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) - Foto filip bossuyt - CC-BY-2.0

Vincenzo Nibali parla a qualche settimana dalla brutta caduta al Tour de France che lo ha costretto ad andare sotto i ferri vista la frattura della decima vertebra toracica. “Guarirò? Questa è la domanda che mi faccio sempre perché ho ancora nelle orecchie quel tremendo “clack” che ho sentito quando sono caduto”. Così l’azzurro ricorda il brutto momento vissuto, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Gli obiettivi dello Squalo sono chiari: la Vuelta il 25 agosto e il Mondiale di Innsbruck che partirà il 30 settembre.

Nibali è convinto che il format adottato in questo momento non sia corretto, facendo riferimento ai vari tifosi ubriachi che stanziano a pochissimi centimetri dai corridori: “In alcune circostanze ormai il ciclismo è diventato un circo – spiega l’azzurro – Saranno anche tifosi, ma così non va bene. Il tasso alcolico è troppo elevato, la gente pur di apparire in tv fa di tutto. Con la gente in mezzo alla strada, spesso con bandiere, noi pedaliamo alla cieca, senza vedere dove andiamo e pregando il cielo che la strada si apra davanti a noi. Per questa situazione io e la squadra, perché il 70% della visibilità un team l’ha al Tour, abbiamo pagato pesantemente. Oltre a quello alla salute, economicamente quanto vale il danno subito? Poi, lui non si lamenta mai, ma vi pare giusto che Froome venga preso a schiaffoni mentre fa il suo lavoro? Ne ha preso uno anche un attimo prima della mia caduta. Troppo spesso corriamo in situazioni folli”.

Infine Nibali ha voluto rielaborare quei secondi d’inferno al Tour de France. “Se ci pensi è una follia – dice il trentaquattrenne – Ero immobile a terra con un dolore tremendo. Sarebbe bastato un nulla in più e magari ora sarei immobile. Al traguardo non riuscivo neppur a scendere dalla bici. I miei hanno capito subito che la situazione era brutta. Ma il momento peggiore è stato quando mi hanno detto che sarei dovuto restare fermo tre mesi per guarire. Mi è caduta la mascella, ma è partita subito anche l’operazione “guarigione immediata””.

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