Ciclismo

Tour de France 2022, giù il sipario: Vingegaard e Pogacar, spettacolo di sport e sportività

Tour de France premiazione
Tour de France premiazione - Foto LiveMedia/Jean Catuffe/DPPI

Con la passerella dell’ultima tappa parigina sui Campi Elisi si è chiusa l’edizione 2022 del Tour de France, che ha visto trionfare Jonas Vingegaard davanti a Tadej Pogacar e Geraint Thomas. Primo successo in un grande giro per il danese, che dopo le emozioni della partenza dalla “sua” Copenaghen ha dato vita a tre settimane di straordinaria solidità, resistendo colpo su colpo agli attacchi del rivale Pogacar e anzi staccandolo in maniera netta in due tappe di alta montagna.

LE CLASSIFICHE FINALI DEL TOUR 2022

Proprio questi due fuoriclasse hanno dato vita a una delle edizioni più spettacolari degli ultimi anni al Tour, senza polemiche o rancori ma anzi con grande sportività e rispetto reciproco. Emblematiche in tal senso le strette di mano a fine tappa e soprattutto l’episodio relativo alla caduta di Pogacar, con Vingegaard che lo aspetta facendolo rientrare. Una corsa a parte la loro, come dimostrano i distacchi abissali inflitti a tutti gli altri corridori della top-10 in classifica generale. Geraint Thomas alla fine porta a casa un terzo posto che è un grandioso risultato per il gallese, ex campione del Tour ma reduce da un paio di stagioni davvero complesse.

Le volate hanno incoronato più volte Philipsen, ma anche quest’anno è stato il Tour di Wout Van Aert. Velocista, cronoman, passista-scalatore, gregario e fuoriclasse allo stesso tempo. Un corridore davvero incredibile, che domina la classifica a punti ma soprattutto dà l’idea di non avere limiti. Un’ulteriore dimostrazione dell’epoca d’oro di questo ciclismo moderno, a cui possiamo aggiungere i vari Alaphilippe, Bernal, Evenepoel e tanti altri. Le stagioni a venire regaleranno sicuramente emozioni forti.

E l’Italia? In questo contesto di livello altissimo, dove emergere è sempre più complicato, il movimento azzurro fa fatica a ripartire quantomeno a breve termine. Ci hanno provato Bettiol e Ganna in questo Tour, ma con poca fortuna. Qualche bello sprint di Dainese e poco altro, con la speranza di ritrovare presto corridori in grado di prendere il posto dei veterani al passo d’addio.

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