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La decima tappa del Tour de France ha visto trionfare nell’arrivo di Bergerac, città del celebre scrittore seicentesco Cyrano, Marcel Kittel. Il velocista tedesco ha beffato sulla linea del traguardo John Degenkolp (2°) e Dylan Groenewegen (3°). Si tratta del quarto successo in questa edizione per Kittel, la dodicesima complessiva in questa corsa.
LA CRONACA – Come prevedibile in una giornata dall’altimetria piatta come quella odierna, sin dai primi metri si origina un tentativo di fuga che trova immediata fortuna. I due protagonisti sono Yoann Offredo (Wanty Groupe) e David Gesbert (Fortuneo), entrambi francesi. La presenza di Gesbert è un segnale importante visto che si tratta del più giovane ciclista presente in corsa, con i suoi ventidue anni. Il gruppo viene trainato dagli uomini della Katusha e della Quick Step Floors che, come consuetudine nel ciclismo moderno, non lasciano più di cinque minuti di vantaggio ai fuggitivi. L’elastico si tira e si flette fino al riassorbimento ufficiale avvenuto a sei chilometri dall’arrivo. La volata finale non ha avuto storia, Marcel Kittel ai 300 metri è uscito dalla scia dei rivali e si è imposto in maniera netta.
PAGELLE
Marcel Kittel 10: il cannibale degli arrivi veloci non si smentisce nemmeno stavolta. Nessuno riesce a inseguirlo quando sprigiona tutta la sua potenza muscolare nei pedali. Impressionante pensare come ai settecento metri fosse nono. Riesce a fare la differenza in progressione. Ha aspettato il momento giusto con la tranquillità del più forte. Si permette persino il lusso di alzare le braccia prima del traguardo. Si corre per arrivare secondi agli sprint, lui fa un altro mestiere.
Edvald Boasson Hagen 6: tutti a guardare il treno della Quick Step e della Lotto, ma ancora una volta la Dimension Data fa un lavoro egregio e pilota il norvegese in modo da farlo battagliare anche oggi per il successo finale. Questione di millimetri pochi giorni fa, questione di gambe oggi. Riesce comunque a rientrare tra i top ten.
André Greipel 4: il gorilla tedesco non spaventa più. Altro giro, altra delusione. Andrè dopo aver ammirato la ruota posteriore del giovane colombiano Gaviria al Giro, sembrava aver voluto preservare le cartucce migliori per la Grand Boucle. Dopo dieci tappe, nessun successo e pochi piazzamenti. Bocciatura su tutta la linea. Si disperde nel finale, oltre la decima posizione.
Nacer Bouhanni 4,5: i festeggiamenti per l’addio di Demare l’avranno coinvolto fin troppo, invisibile nella volata odierna. I figurativi coriandoli esplosi alla notizia dell’arrivo fuori tempo massimo dell’eterno rivale, l’hanno deconcentrato. Continua a tenere i gomiti troppo larghi una volta lanciato, un’ammonizione da parte della commissione ci starebbe. Ma almeno non ha vinto Arnaud.
Michael Matthews 5: la maglia verde tutti la vogliono, ma non è scritto che un velocista puro se la pigli. Il grande lavoro fatto nel tappone domenicale gli ha assicurato la seconda posizione nella speciale classifica a punti. Se vorrà sovvertire una delle certezze del ciclismo, dovrà faticare ancora molto per aggiudicarsi gran parte dei traguardi volanti posti allo scollinamento dei Gpm. Nel confronto sulla velocità pura ha dimostrato di non avere chance.
Alexander Kristoff 5: il velocista di Norvegia sarebbe lui, ma nei giorni scorsi il connazionale Boasson Hagen gli ha rubato la scena tanto da andare più vicino di lui al successo di tappa. Lo sprinter designato della Katusha ha fatto lavorare eccome la propria squadra, ma finora non è riuscito a concretizzare lo sforzo dei compari con la zampata finale. Non si può vivere di soli piazzamenti.