Ciclismo

Giro d’Italia 2018, Yates: un’altra perla a Osimo. Aru e Froome, tre minuti sono troppi?

Simon Yates - Foto di Connor Mah CC BY-SA 2.0

Quando si parla di ciclismo, difficile pensare a un’immagine più emozionante della maglia rosa all’attacco in salita. Ed è questa l’emozione che ci sta regalando in questi giorni uno scatenato Simon Yates, che a Osimo concede il bis dopo il Gran Sasso e conquista il secondo successo di tappa in questa edizione. Una vera e propria rasoiata quella del britannico della Mitchelton Scott, che si è nuovamente tolto di ruota tutti i diretti rivali andando a precedere sul traguardo per 2” Tom Dumoulin. Proprio l’olandese della Sunweb sembra essere in questo momento l’avversario numero uno, avendo dalla sua anche la cronometro Trento-Rovereto con cui potrebbe infliggere distacchi importanti. Terza posizione e tanti rimpianti invece per Davide Formolo: lo scalatore bergamasco della Bora Hansgrohe paga a caro prezzo la caduta e la crisi dell’Etna, senza cui sarebbe in piena corsa per le prime posizioni della generale. Chissà però che le montagne in arrivo non possano rilanciare le sue ambizioni.

CHI RESISTE… – Tengono botta, pur perdendo 8” da Yates, anche Thibaut Pinot e Domenico Pozzovivo. Il terzo e il quarto della generale arrivano in compagnia dei sorprendenti Geniez e Konrad (adesso nono in classifica), confermando il loro ruolo di legittimi pretendenti quantomeno al podio finale. Chi incredibilmente continua il suo Giro da top-10 è Rohan Dennis: la maglia rosa di Gerusalemme potrebbe andare alla deriva sulle montagne che attendono i corridori, ma al momento difende uno straordinario settimo posto a poco più di un minuto dalla terza piazza.

…E CHI NO – Piccoli segni di cedimento arrivano anche oggi da Fabio Aru. Il sardo della UAE Emirates termina a 21” da Yates e perde altri 31” dalla maglia rosa considerando anche gli abbuoni. Nonostante questo riesce a risalire al decimo posto della generale, con più di tre minuti però di ritardo rispetto alla vetta. Segnali di ripresa? Forse, visto che i vari George Bennett e Richard Carapaz hanno chiuso alle sue spalle pur restandogli davanti nella generale. Inoltre Aru ha spiegato su Instagram come nel finale abbia perso terreno a causa di una caduta che ha coinvolto Michael Woods (al traguardo con 1’05” e peggiore degli uomini di classifica). Quel che è certo è che servirà tutto un altro cavaliere dei quattro mori per cercare di far saltare il banco a partire da sabato.

Continuano le sofferenze per Chris Froome, stavolta senza cadute o imprevisti. Semplicemente le gambe del capitano del Team Sky non hanno retto nel finale e nonostante la brevità degli strappi sul traguardo ha pagato altri 50” considerando anche l’abbuono di Yates. Ora il britannico paga 3’20” al connazionale: un ritardo importante, che probabilmente non potrà essere del tutto colmato anche con una grande cronometro. Tutti aspettano la reazione d’orgoglio di Froome, non resta che attendere i verdetti delle montagne.

FORSE LA CALMA, FINALMENTE – Dopo giorni corsi a ritmi indiavolati, le prossime due frazioni dovrebbero rappresentare la classica “quiete prima della tempesta”. Si parte con la dodicesima tappa, da Osimo a Imola dopo 214 km. Si arriva all’interno dell’autodromo dopo un circuito finale che prevede la salita di Tre Monti: sulla carta niente di troppo impegnativo per i velocisti sicuramente vogliosi di tornare protagonisti. Ma dopo quanto accaduto in questi giorni, non ci sentiamo davvero di scartare alcuna ipotesi: anche quelle più fantasiose. Non resta che vivere le emozioni che solo il Giro sa offrire, proprio come quella maglia rosa che scatta in salita.

 

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