Ciclismo

Giro d’Italia 2018, la “rosa” di Yates brilla sul Gran Sasso. Aru e Froome, quando i big steccano

Simon Yates - Foto di Connor Mah CC BY-SA 2.0

Il Giro d’Italia 2018 ha messo in archivio la sua prima settimana con la nona tappa. Tempo di fare qualche primo bilancio quindi, dopo l’arrivo sul Gran Sasso che ha visto trionfare la maglia rosa di Simon Yates. Il britannico della Mitchelton Scott si conferma il più forte in salita (almeno per ora) e può contare su una squadra di alto profilo con gregari affidabilissimi quali Kreuziger, Nieve e Haig. Unico rischio è la rivalità interna: il primo inseguitore di Yates nella nuova classifica generale è infatti quell’Esteban Chaves che sembra tornato ai livelli del Giro 2016. Il colombiano ha chiuso oggi al terzo posto, alle spalle di un Thibaut Pinot sempre più pimpante.

Sempre positive anche le quotazioni di Domenico Pozzovivo, oggi quarto e ancora quinto nella generale. Il lucano della Bahrain Merida ha peccato di generosità nel finale, cercando l’allungo a 600 metri dal traguardo e pagando così dazio allo sprint complice anche il forte vento contrario. Benissimo anche Richard Carapaz, che dopo la vittoria di Montevergine sembra prendersi definitivamente i galloni di capitano Movistar a discapito di un Betancur che sul Gran Sasso paga quasi 50 secondi al più giovane compagno. Si conferma in ottima forma anche Davide Formolo, stabilmente con i big se non fosse per la caduta e la conseguente crisi sull’Etna: il fardello di cinque minuti rimane, ma nell’arco delle tre settimane “Roccia” potrebbe comunque togliersi importanti soddisfazioni e risalire la china nella generale.

Menzione d’onore per Giulio Ciccone, decimo al traguardo “di casa”. Il giovane abruzzese della Bardiani CSF si conferma un interessantissimo prospetto del ciclismo tricolore. Peccato che sia già abbondantemente fuori classifica, ma sarà uno degli outsider per le vittorie di tappa da qui alla fine della corsa rosa.

LOPEZ E DUMOULIN, LUCI E OMBRE – Pagano pochi secondi sul traguardo, ma con aspettative e prospettive decisamente diverse: sono Miguel Angel Lopez e Tom Dumoulin. Il colombiano dell’Astana fa lavorare i compagni per tutta la lunga salita finale e generosamente prova l’allungo alla ricerca della vittoria di tappa. Le gambe però non gli permettono di restare con Yates, Pinot, Chaves e Pozzovivo: vedremo se “Superman” riuscirà ad esprimere tutto il suo grande potenziale quando arriveranno le salite più importanti. Diverso il discorso per l’olandese del Team Sunweb, campione uscente: la condizione non sembra al momento quella dello scorso anno, ma Dumoulin corre con grande lucidità e limita al minimo i danni. Dalla sua poi ci sarà la cronometro Trento-Rovereto, dove potrebbe guadagnare pesantemente sulla gran parte degli avversari.

ARU E FROOME, NON CI SIAMO – Alla fine della prima settimana, le noti più dolenti non possono che essere quelle relative a Chris Froome e Fabio Aru. Il britannico del Team Sky può avere l’attenuante delle due cadute, l’ultima delle quali poche ore fa a Montevergine. Ma non si cade per sfortuna, o perlomeno non soltanto: sicuramente il keniano bianco non è sereno per le ben note vicende che esulano dal contesto della gara, vedremo se con l’avvicinarsi delle salite più attese saprà riscattarsi. Il terreno dove attaccare non manca.

Ancor più allarmante forse la situazione di Fabio Aru. Il cavaliere dei quattro mori infatti è apparso in evidente difficoltà, staccandosi oggi da un gruppetto di circa 20 unità. Senza compagni al suo fianco, il sardo ha combattuto solo con le sue forze e alla fine ha quasi raggiunto un Froome in crisi nell’ultimo chilometro. Entrambi adesso si trovano fuori dalla top-10, con oltre due minuti di ritardo dalla maglia rosa: per risalire la china dovranno cercare di attaccare a partire da sabato, quando lo Zoncolan aprirà l’ultima settimana di fuoco.

LE INCOGNITE – Dopo nove tappe, i valori in campo sono stati espressi in modo piuttosto chiaro. Ma in realtà gli interrogativi sono molteplici: Etna, Montevergine e Gran Sasso sono salite lunghe ma con brevi tratti impegnativi che quindi portano i big a giocarsi tutto negli ultimissimi chilometri. Adesso, dopo il secondo giorno di riposo e qualche tappa sulla carta interlocutoria, arriveranno le salite “vere”: Zoncolan, Colle delle Finestre, gli arrivi di Sappada e Cervinia solo per citare alcuni dei punti chiave di questo Giro. Saranno questi i momenti che ci diranno se i primi della generale possono tenere questo ritmo per tre settimane e se Froome e Aru sono davvero fuori gioco.

Fino a questo momento ci siamo divertiti e sorpresi, ma il meglio deve ancora venire. Adesso un giorno di meritato riposo, ce n’è bisogno.

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