Ciclismo

Ciclismo, Vuelta a España 2022: analisi startlist e favoriti

Primoz Roglic - Foto Facebook Team Jumbo-Visma

Venerdì 19 agosto prende il via dall’Olanda l’ultimo grande giro stagionale, la Vuelta di Spagna, che terminerà a Madrid domenica 11 settembre. L’edizione numero 77 della corsa spagnola si presenta aperta ed incerta con vari corridori che potranno puntare al podio e alla maglia rossa. Primoz Roglic, vincitore delle ultime tre edizioni, si presenta da favorito e punterà ad uno storico poker, ma per lui c’è l’incognita della condizione a causa della caduta nella tappa del pavè al Tour de France. Il percorso è molto adatto allo sloveno essendoci vari strappi e molti chilometro a cronometro dove potrà fare la differenza come gli scorsi tre anni, ma probabilmente non arriverà al via della corsa al massimo della forma che dovrà trovare strada facendo. Il campione olimpico sarà accompagnato da una Jumbo Visma come sempre molto competitiva, con Sepp Kuss (lo scorso anno ottavo), Rohan Dennis, Robert Gesink e Sam Oomen.

Tanti saranno i corridori che cercheranno di interrompere il dominio di Roglic, a partire da tutto il podio del Giro d’Italia, ovvero Jay Hindley, Richard Carapaz e Mikel Landa. Il vincitore del Giro Hindley è tornato a correre dopo più di due mesi piazzandosi al settimo posto alla Vuelta a Burgos, dove ha mostrato una condizione in crescendo. Sull’australiano c’è però l’incognita della tenuta sulle tre settimane per la seconda volta in stagione, considerando che non ha mai corso due grandi giri nello stesso anno fino ad oggi. La Bora Hansgrohe porterà dunque, in caso di problemi per il capitano designato, anche Wilco Kelderman, apparso in buona forma ultimamente e piazzatosi tre volte in Top 10 alla Vuelta e Sergio Higuita, che negli ultimi due mesi si è piazzato secondo al Giro di Svizzera e ottavo al Giro di Polonia, dove ha anche vinto una tappa.

Richard Carapaz tenterà di riscattare il secondo posto del Giro d’Italia andando all’assalto della Vuelta, dove due anni fa si piazzò secondo alle spalle di Roglic per soli 24 secondi. L’ecuadoregno però non ha ottenuti risultati di rilievo negli ultimi tre mesi, correndo peraltro solamente in Polonia ad inizio agosto. Anche lui dovrà dunque trovare la condizione con il trascorrere delle tappe, in una Ineos dove saranno presenti anche Pavel Sivakov e Carlos Rodriguez, apparsi molto competitivi nelle ultime corse ma sui quali c’è la forte incognita delle tre settimane, oltre che il vincitore del Giro 2020 Tao Geoghegan Hart. Il basco Mikel Landa dopo il terzo posto al Giro ha corso solo alla Vuelta a Burgos dove però non ha ottenuto risultati importanti e sarà accompagnato nella Bahrain Victorious da Gino Mader e Wout Poels.

Un corridore molto adatto alla corsa e che potrebbe essere la mina vagante di questa edizione è il piccolo cannibale, Remco Evenepoel. Il belga è all’esordio stagionale in un grande giro e ha vinto in modo spettacolare la Clasica San Sebastian, anticipando tutti di due minuti. Vista la condizione può raggiungere almeno il podio, considerando anche che sarà accompagnato da un gregario di eccezione, il campione del Mondo Julian Alaphilippe, oltre che da Fausto Masnada.

La UAE Emirates, orfana di Tadej Pogacar, si presenta alla Vuelta con più alternative, ovvero Joao Almeida, Brandon McNulty e Juan Ayuso.
Il portoghese ha vinto il campionato nazionale e si è piazzato secondo alla Vuelta a Burgos, lo statunitense ha effettuato un bel Tour al servizio di Pogacar, mentre lo spagnolo già a 19 anni nella stagione del debutto ha ottenuto ottimi risultati.

Simon Yates tenterà il bis dopo la vittoria del 2018 e si presenta con una buona forma avendo vinto due corse di recente in Spagna, Miguel Angel Lopez cercherà di raggiungere almeno il podio già raggiunto in due occasioni, mentre Enric Mas e Alejandro Valverde si divideranno i gradi di capitano nella Movistar.
Tra gli altri che cercheranno di ottenere un risultato almeno in Top Ten vanno citati infine il nostro Vincenzo Nibali, all’ultimo grande giro della carriera, Nairo Quintana, Hugh Carthy, Ben O’Connor e Michael Woods.

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