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Kwiatkowski torna quello dei tempi migliori e trionfa in Piazza del Campo a Siena davanti ai belgi Van Avermaet e Wellens, bissando il successo del 2014. La pioggia rende la corsa durissima, selezionando fin dai primi tratti il gruppo e causando, non solo diverse cadute tra cui quella di Vanmarcke, ma anche il ritiro del campione del mondo Peter Sagan.
Kwiatkowski 10
Il polacco è tornato quello del suo anno magico, il 2014. È stato brillante, temerario, attento, furbo e ha ottenuto una vittoria bellissima con un attacco in solitaria a circa 15 km dal traguardo.
Van Avermaet 9.5
Probabilmente oggi era ed è stato il più forte, ma quando corrono tutti contro di te vincere diventa difficile se non che impossibile, non si possono chiudere tutti i tentativi di fuga e avendo speso moltissimo ha dovuto lasciar andare il polacco.
Wellens 8
La squadra ha corso solamente per lui e forse per l’ennesima volta ha peccato di un po’ di intelligenza tattica e inesperienza. Ha speso molto, forse troppo e ha gareggiato marcando solamente il suo connazionale Van Avermaet. Ha avuto gambe e carattere, forse gli è mancata un po’ di testa e probabilmente ha mosso la squadra un po’ troppo presto, ma la prestazione è sicuramente ottima, conclusasi sul gradino più basso del podio. È giovane e avrà tempo per migliorare.
Dumoulin 8
Al Giro d’Italia era affondato proprio sullo sterrato, oggi ha dato una prova di coraggio e non ha mai mollato concludendo con una sorprendente quinta posizione.
Stybar 7
Ha concluso con un buon quarto posto, è vero, ma da lui e dalla Quick Step Floors che schierava corridori del calibro di Brambilla, Vakoc e Martinelli ci si aspettava decisamente di più e invece nel finale il ceco è parso stanco e con le gambe svuotate. Si salva invece il solito generoso e intelligente Matteo Trentin che merita un buon 6.5 perché nonostante si sia visto poco ha sempre lavorato e si è sempre sacrificato per facilitare il lavoro di Stybar.
Pinot 7.5
Consapevole della sua poca destrezza nel guidare il mezzo, il francese decide intelligentemente di anticipare i favoriti andando in fuga dopo 24 km. Sognava probabilmente di replicare l’azione di Hayman l’anno scorso alla Roubaix, invece il corridore della FDJ non riesce a vincere riesce comunque a sorprendere tutti con un attacco inaspettato e finisce nono sul traguardo senese. Coraggioso e con un’ottima dose di cattiveria agonistica.
Astana 3
La squadra kazaka si è vista poco o nulla, se non che con (a sorpresa) Sanchez che ha cercato di rimanere il maggior tempo possibile sulla testa della corsa e con Korsaeth che era nella fuga di giornata, ma tutti aspettavano Aru, Moser (vincitore della prova nel 2013) e Gatto (terzo nel 2012) che invece sono risultati completamente assenti. Da una squadra così ben organizzata e da corridori di un certo calibro ci si aspettava molto di più e invece hanno deluso.
Sagan 4
La giornata storta ci può sicuramente stare ma di certo non te lo aspetti dal campione del mondo in carica. Era uno dei favoriti e ce lo si aspettava protagonista nel finale, invece ha alzato bandiera bianca molto prima.
Boasson Hagen 5
Lo si vede poco e nei pochi momenti che è davanti cerca di nascondersi per non tirare. Al primo attacco di Van Avermaet si stacca definitivamente. Sicuramente una prova non all’altezza del campione norvegese.
Juul Jensen e Durbridge 6.5
L’Orica non aveva punti di riferimento per questa corsa ma ha ben figurato con i suoi due alfieri che seppur non adattissimi alla prova World Tour senese hanno concluso con il sesto posto di Durbridge e il settimo di Juul Jensen. Un bel piazzamento nella top 10 per entrambi.