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Il più forte è sempre lui, Peter Sagan: campione del mondo lo scorso anno a Richmond, campione d’Europa il mese scorso a Plumelec, ancora campione del mondo oggi, a Doha. Contro lo slovacco nulla hanno potuto due iridati del passato quali Mark Cavendish e Tom Boonen, che si sono dovuti accontentare rispettivamente della medaglia d’argento e di quella di bronzo; al quarto posto l’australiano Michael Matthews, al quinto il primo degli italiani, Giacomo Nizzolo. Il mondiale qatariota ha rispettato pienamente le attese: l’annunciato epilogo allo sprint si è effettivamente compiuto, ma non è mancata la grande selezione causata dal vento, che nella fase centrale di corsa ha messo fuori causa alcuni tra gli uomini più attesi alla vigilia (CLICCARE QUI per leggere la diretta scritta minuto per minuto della corsa).
È il Belgio di Tom Boonen e Greg Van Avermaet a fare la corsa dura quando alla conclusione mancano ancora 175 km; in seguito a un cambio di direzione, sfruttando il vento laterale, le “trenate” dei belgi disposti a ventaglio fanno esplodere il gruppo in svariati tronconi. In testa alla corsa si forma un drappello di una ventina di corridori, del quale tra gli altri fanno parte – oltre ai belgi – Sagan, Cavendish, Matthews, il norvegese Kristoff e quattro italiani: i leader designati Giacomo Nizzolo ed Elia Viviani sono affiancati da Daniele Bennati e Jacopo Guarnieri.
Il colombiano Fernando Gaviria – altro atleta particolarmente atteso – è anch’egli presente nel gruppo, finché una caduta non lo costringe al ritiro. Subito fuori dai giochi, invece, i tedeschi Marcel Kittel, André Greipel e John Degenkolb, l’australiano Caleb Ewan, i francesi Nacer Bouhanni e Arnaud Demare. Quando la corsa entra nel circuito, il distacco degli inseguitori è ormai nell’ordine dei due minuti e a giocarsi la maglia iridata saranno evidentemente gli uomini facenti parte del gruppo di testa. Il Belgio – che dispone di 6 corridori ed è dunque forte della superiorità numerica – si sobbarca la maggior parte del lavoro, mentre tra gli azzurri è Bennati a sacrificarsi per i compagni di squadra.
La corsa entra nell’ultimo giro e prosegue spedita verso lo sprint, mentre i tentativi di anticipare le ruote veloci tardano ad arrivare; è Tom Leezer a provare l’allungo decisivo a 2 km dalla conclusione e a guadagnare un centinaio di metri di vantaggio, ma gli inseguitori si organizzano e annullano l’azione dell’olandese: sarà volata. Guarnieri lancia lo sprint di Nizzolo (mentre Viviani deve arrendersi ai crampi), ma – dopo 257 km di corsa – le gambe non assistono il campione d’Italia; Sagan riesce a saltarlo e a contenere la rimonta di Cavendish. Tom Boonen, terzo, completa un podio regale, finalizzando almeno in parte il grande lavoro dei compagni di squadra.
Peter Sagan è campione del mondo per il secondo anno consecutivo, completando una doppietta riuscita per ultima a due italiani: Paolo Bettini (iridato nel 2006 e nel 2007) e, prima di lui, Gianni Bugno (1991 e 1992). A 26 anni, lo slovacco è senza dubbio la stella più luminosa del firmamento ciclistico contemporaneo.