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Inter: alla scoperta di Lucien Agoumé, il primo colpo dell’era Conte

Antonio Conte - Foto Nazionale Calcio CC BY 2.0

Sembra proprio che di recente i mass media siano destinati a parlare molto di adolescenti eccellenti. Prendete il caso di Greta Thunberg, la 16enne svedese che si è fatta bandiera delle proteste per sensibilizzare sui cambiamenti climatici. O ancora Lucien Agoumé, un anno più grande e presumibilmente molto più spensierato, calciatore camerunense naturalizzato francese che pare sia stato scelto per essere uno dei nuovi volti dell’Inter di Conte, ammesso che i nerazzurri riescano a concludere la trattativa ancora non ufficialmente definita con il Sochaux – molte fonti riportano un accordo tra i due club trovato sulla base di una valutazione da 4,5 milioni più bonus.

Il paragone con la Thunberg è un po’ azzardato di sicuro, ma forse lo è meno di quello che viene utilizzato di solito per introdurre Agoumé, spesso presentato come “piccolo Pogba”. È vero: anche il classe 2002 ha origini africane ed ha iniziato a giocare sulle strade francesi, anche lui di mestiere fa il centrocampista, anche lui è abbastanza alto (185 cm) e magari anche lui sarà allenato da Conte. Ma il numero 6 del Manchester United è un giocatore un po’ diverso, alla sua età certamente meno attento alla fase difensiva però con una capacità innata di risolvere le partite negli ultimi trenta metri. Agoumé invece non ha collezionato nessun gol o assist nei suoi primi 909 minuti giocati in Ligue 2, ma ha comunque esibito delle qualità molto interessanti, che lo rendono un prospetto da tenere d’occhio con grande attenzione.

Prima però, qualche cenno anagrafico. Lucien Agoumé è nato il 9 febbraio 2002 a Yaoundé, in Camerun, per poi emigrare da piccolo in Francia. Si è messo in luce a 12 anni in un campionato amatoriale, vestendo la maglia del Racing Besançon: nell’estate 2014 lo ha acquistato il Sochaux, con cui ha debuttato in prima squadra lo scorso 19 ottobre, nella vittoria per 2-1 sul Troyes. Gli impegni con la Nazionale under-17, di cui è capitano, ne hanno limitato l’impiego nel 4-2-3-1 di mister Daf in questa stagione; ma proprio al recente Europeo di categoria il nostro eroe si è messo in luce, attirando su di sé le attenzioni dell’Inter. Il suo senso tattico, le sue abilità tecniche ed il suo carisma ne hanno portato una valutazione già importante, nonostante si tratti di un giocatore tutto ancora da rifinire. Il potenziale però risulta evidente anche solo dando uno sguardo ai soliti video che già circolano sul web per celebrare tutto il talento di questo adolescente.

In questi mesi Agoumé ha dovuto adattare la propria spigliatezza ad un contesto di bassa cadetteria (il Sochaux ha evitato la retrocessione all’ultima giornata). Ciò sicuramente potrebbe averlo limitato, ma al contempo gli ha permesso di mettersi in luce sul piano tattico: i numeri parlano di 3 contrasti tentati per 90’ con una percentuale di riuscita del quasi 72%. Su per giù la metà gli intercetti, come normale in un campionato che tende molto all’impatto fisico; in tal senso è da segnalare una scarsa propensione al gioco aereo per Agoumé, che vince circa uno su quattro dei duelli di testa ingaggiati (poco meno di 3 per gara intera). Le statistiche ci restituiscono anche l’idea di un giocatore partecipe alla manovra, che colleziona 52,6 passaggi per 90 minuti, sbagliandone una decina circa. La giustificazione di tutti questi errori è da ricercarsi nelle giocate ad alto coefficiente di difficoltà che Agoumé spesso tenta: il 43% dei suoi passaggi è in avanti e ogni match intero tenta 5 lanci lunghi, completandone la metà. L’età rende il ragazzo ottimista anche quando si tratta di tenere palla in spazi molto angusti – dove viene fuori anche un’abilità non banale nel saltare l’uomo ed usare le proprie lunghe leve – ma una semplificazione di questo gioco così ambizioso sarà necessaria a livelli più alti.

Nel complesso pare che l’Inter abbia portato a casa un profilo importante ma ancora tutto da sgrezzare, sicuramente non pronto per affrontare una stagione in una squadra che giocherà la Champions League, ma che con un anno di apprendistato in qualche provincia della Serie A potrebbe iniziare quel processo di maturazione necessario per giocare stabilmente e bene reggendo la pressione in un ambiente come quello di San Siro. L’età è dalla parte di Lucien Agoumé, un ragazzo che nelle prossime stagioni varrà la pena tenere d’occhio.

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