Calcio

Tavecchio indica la via: “La Bundesliga deve essere il punto di riferimento”

Carlo Tavecchio - Foto Sportface

La sesta edizione del “ReportCalcio”, fotografia del movimento calcistico italiano con riferimento alla stagione 2014/15, lo studio della Federcalcio, sviluppato in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC (PricewaterhouseCoopers), presentato oggi pomeriggio presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati in Piazza Montecitorio a Roma è stata l’occasione per parlare del calcio che verrà. Oltre quattro milioni di praticanti, circa un milione e 400 mila tesserati e 610 mila partite disputate in un anno: questi i dati dell’anno appena concluso.

Presente il presidente delle Figc Carlo Tavecchio che ha dichiarato: Il punto di riferimento deve essere la Bundesliga, perché il calcio tedesco è l’unico con i bilanci a posto: non è possibile produrre solo debiti, bisogna creare risorse e per farlo sono necessarie le riforme, partendo dalla riduzione delle società professionistiche”.  Alla diminuzione del numero degli atleti professionisti (oggi 14.447) e dei dilettanti (388.954), crescono i calciatori impegnati nell’attività del settore giovanile e scolastico; in aumento anche il numero delle gare disputate dalle rappresentative nazionali (184 contro le 171 del 2013/2014), con oltre 556 mila spettatori totali e un’affluenza media di 41.188 persone per le partite della nazionale maggiore; il giro d’affari complessivo del calcio italiano è stimabile in circa 13.7 miliardi di euro, dato in crescita negli ultimi 10 anni di oltre il 50 per cento; critica, invece, la situazione degli stadi, pieni solo al 50 per cento in Serie A, al 41 per cento in Serie B e al 24 per cento in Lega Pro, questo è quanto messo in luce dal report stilato.

“Bisogna capire quali azioni mettere in campo – ha aggiunto Emanuele Grasso di Pwc –. La nostra speranza è che tutte le informazioni tecniche, economiche e gestionali fornite da ReportCalcio possano essere la base da cui partire per rispondere a questa esigenza di cambiamento”. Tra le noti dolenti, come sottolineato da Enrico Letta per AREL, c’è la situazione dell’impiantistica e la questione dei ricavi commerciali: “Qualcosa si sta muovendo, ma gli elementi di squilibrio che abbiamo sotto gli occhi ci preoccupano e spingono a fare di più. O riusciamo ad intervenire, oppure difficilmente saremo in grado di ridurre lo spread con le altre nazioni”.

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