Serie A

Udinese-Milan, i rossoneri non cambiano e crollano alla Dacia Arena

Krzysztof Piatek
Krzysztof Piatek - Foto Antonio Fraioli

Per gli appassionati di calcio l’estate vuol dire una sola cosa: calciomercato. Cessioni e acquisti infiammano gli animi dei tifosi e alimentano le speranze di una nuova gloriosa stagione di Serie A. Ragionamento seguito anche dai tifosi del Milan, che attendevano questo giorno per poter ammirare le novità del campionato: i neo milanisti Krunic, Bennacer, Leao e Duarte e soprattutto il nuovo allenatore Marco Giampaolo.

Purtroppo però i desideri dei tifosi non si sono esauditi. Innanzitutto, l’undici titolare è costituito in toto dalla retroguardia del club rossonero: da Rodriguez a Calhanoglu, da Borini a Paquetà; solo con due cambi al 75’ si sono visti in campo Leao e Bennacer. Il grande atteso è tuttavia l’uomo che siede sulla panchina del Milan: Marco Giampaolo. Il problema è che più le aspettative sono alte, più la delusione può essere dolorosa. Infatti, i rossoneri dal punto di vista del gioco non convincono per niente. Attenti nel mantenere equilibrio e non risultare scoperti, è sembrata una squadra sì organizzata, ma scolastica, senza neanche un guizzo, nemmeno dai giocatori più tecnici. Calhanoglu, in posizione di regista, non è a suo agio nel nuovo ruolo; anche Suso riscontra non poche difficoltà come trequartista. A complicare la situazione c’è l’Udinese di Tudor. Pur senza De Paul (uomo di fine mercato) per oltre un’ora, i bianconeri si impongono a tratti sul Milan grazie a due fattori: un’ottima forma fisica, migliore di quella dei giocatori di Giampaolo, e una solida difesa a 5 in fase di non possesso che chiude gli spazi agli avversari. Non a caso, è proprio la squadra di casa a portarsi in vantaggio con un colpo di testa di Becao che ha spiazzato Donnarumma; quest’ultimo è stato l’unico portiere impegnato nei 90 minuti di gioco. 

Non buon inizio dunque per il Milan di Giampaolo. Il calciomercato ha portato sì un nuovo allenatori e nuovi giocatori, ma sembra esistere ancora una continuità di mentalità non vincente. Per fortuna però l’allenatore rossonero ha 37 partite per rimediare.  

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