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“La partita non ha avuto senso, è stato un martirio. Non verranno giocatori o l’allenatore, che cos’hanno da commentare? Siamo stati costretti a radunarci la domenica mattina come nei tornei da bar, con gente che non si allenava da dieci giorni. Anche i Primavera non giocavano da venti giorni perché sono fermi. Dobbiamo interrogarci su questo accanimento che c’è stato nel difendere addirittura al Tar per fare un ricorso e costringerci a giocare domenica. Si dice che si vuole salvare lo spettacolo, ma che spettacolo c’è stato oggi?“. È una furia Pierpaolo Marino ai microfoni di Sky, dopo Udinese-Atalanta, terminata 2-6.
Il direttore dell’area tecnica dei friulani ha aggiunto: “Abbiamo mandato in campo giocatori che secondo l’Asl dovevano stare in quarantena. Il giorno della partita contro la Fiorentina sono diventati positivi altri due giocatori, e avremmo contagiato anche gli avversari. Attenzione a parlare di salvaguardia del calcio. Ogni due giorni abbiamo due nuovi positivi, io devo fare il dribbling tra i giocatori per non ammalarmi“.
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Quello di Marino è un attacco frontale alla Lega: “Ce l’ho con chi ha fatto giocare questa partita, è chiaro, non mi nascondo dietro un dito. Non siamo certo stati noi a fare un ricorso d’urgenza. Abbiamo convocato giocatori che sono in quarantena fino a stasera. È stata la Lega a dirci che avrebbero dovuto giocare. Ci è stato detto che anche Pereyra, che è stato operato, faceva parte di quei 13 giocatori. Mai vista una cosa del genere in 44 anni di professione. E non sono una persona che fa vittimismo”.
“Questa cosa non l’avevo mai vista”, insiste Marino. “Non si sono mai create situazioni di imbarazzo e di accanimento come oggi, nel non voler considerare che qui a Udine ci sono uomini che si ammalano ogni due giorni, e che ne fanno ammalare altri e che per fortuna non finiscono in ospedale. Oggi potevano infortunarsi perché da dieci giorni non si allenavano. Non abbiamo potuto fare allenamenti, ci siamo radunati questa mattina, come nei tornei al bar. Questa sconfitta verrà ricordata come un’onta, ma in realtà questa società è stata martire, con i giocatori e l’allenatore”.
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