[the_ad id=”10725″]
I proponenti del progetto Stadio della Roma hanno emesso un duro comunicato in risposta alla decisione della Soprintendenza all’archeologia, le belle arti e il paesaggio per il Comune di Roma di avviare la procedura per porre il vincolo sull’ex Ippodromo di Tor di Valle.
ECCO IL COMUNICATO INTEGRALE
In riferimento all’iniziativa del MiBACT di avviare una procedura di “dichiarazione di interesse particolarmente importante” dell’ex Ippodromo di Tor di Valle, i proponenti del progetto Stadio della Roma – Tor di Valle desiderano evidenziare una serie di elementi. Sin dal progetto preliminare dello Stadio, presentato all’Amministrazione Capitolina nel maggio del 2014, e sottoposto al controllo preventivo delle Autorità pubbliche coinvolte nell’iniziativa, è stata prevista la demolizione dell’ex Ippodromo, per le sue fatiscenti condizioni anche sotto il profilo statico, e la sua sostituzione con il nuovo Stadio.
In particolare, nella Conferenza di Servizi “esterna”, convocata dal Comune ai sensi della “Legge Stadi” per l’esame del progetto preliminare, la Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, con parere del 28.7.2014 ha esclusivamente richiesto:
a) relativamente al profilo archeologico, la esecuzione di sondaggi preventivi;
b) relativamente al profilo paesaggistico, la tutela delle fasce di rispetto del Tevere e delle aree della Valle dei Casali e della Riserva Naturale Tenuta dei Massimi; la salvaguardia delle alberature con prescrizioni per la loro sostituzione; nonché il restauro e valorizzazione dei Casali esistenti.
Le successive note degli Uffici periferici del MIBACT hanno insistito sugli stessi argomenti.
Particolarmente significativo è, tra tali note, il parere della Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici di Roma del 18.11.2014 che richiede che “particolare riguardo dovrà essere posto: … dovranno essere indicati i criteri della sostituzione con demolizione dell’Ippodromo e di tutti gli elementi di architettura e le pertinenze che lo caratterizzano”.
Dopo la dichiarazione del “pubblico interesse” della proposta deliberata dal Comune (A.C. 132/2014), il progetto definitivo dell’intervento è stato presentato alla Regione.
Nella “Conferenza” di Servizi “decisoria” la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Roma, ha espresso rilievi sostanzialmente vertenti su due aspetti principali:
a) la compatibilità con le “visuali” dei fabbricati privati verticali (“le tre torri”);
b) le modalità di esecuzione delle indagini archeologiche, con l’attribuzione dei relativi costi al proponente.
Anche nel parere reso in sede di VIA del 6.2.2017, la menzionata Soprintendenza, pur accennando al “valore” dell’Ippodromo, non ha espresso alcun parere contrario alla sua demolizione. Ribadendo invece le sue perplessità su temi vari, tra i quali “visuali” e indagini archeologiche preventive.
Tali documenti confermano che la procedura di vincolo culturale dell’Ippodromo, non solo non è mai stata esternata in precedenza ma anzi confligge con le valutazioni e i pareri resi nelle Conferenze di Servizi preliminare e decisoria in merito al progetto, basato sulla demolizione dell’ex Ippodromo e sulla realizzazione al suo posto del Nuovo Stadio.
Le tribune dell’ex Ippodromo di Tor di Valle sono identificate da tutti in modo inequivocabile come una struttura precaria e pericolante, in totale abbandono da anni, peraltro dimenticata anche dalla Soprintendenza stessa che non ha mai avviato alcuna azione a tutela per quell’area prima che noi valutassimo lo sviluppo di questo progetto. Nella struttura delle tribune sono, tra l’altro, presenti parti ricoperte di amianto.
Tutto questo è stato da anni fatto presente alle istituzioni che hanno dato il loro via libera al progetto Stadio della Roma – Tor di Valle, consci che questi manufatti, per via del loro stato di degrado, sarebbero inevitabilmente stati rimossi. Tuttavia, siamo da sempre e in ogni caso disponibili a riqualificare le tribune, conservandone una parte in un’area dedicata, dopo averla naturalmente ristrutturata e messa in sicurezza, al fine di preservarne la memoria storica e come suggerito in precedenza dalla Soprintendenza stessa.
Non possiamo esimerci dall’evidenziare come sia infine particolarmente singolare la tempistica di questo parere emesso dalla Soprintendenza e certamente avvieremo ogni possibile azione a tutela del nostro Progetto, di tutti gli investitori e pubblici azionisti della As Roma e naturalmente di tutti i tifosi che in queste ore non comprendono iniziative talmente intempestive da apparire quantomeno ostili.