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Simone non aiuta Pippo, Immobile e l’arbitro mandano in B il Benevento. Ride solo il Torino

Ciro Immobile, Lazio - Foto Antonio Fraioli

B come Benevento. I sanniti, sul divano a tifare la Lazio, devono fare i conti con l’amarezza della retrocessione, e nemmeno sul campo. Lo 0-0 dell’Olimpico grida vendetta, ma alla fine è il Torino a festeggiare passato lo spavento. Simone Inzaghi non aiuta il fratello Pippo, o meglio, ci prova in tutti i modi ma non è lui a giocare. In campo c’era Immobile, che si procura e sbaglia un rigore colpendo il palo e non favorendo così una squadra campana, proprio come le sue origini. Ciro, però, ha giocato anche nel Toro e involontariamente aiuta la squadra nella quale ha cominciato a segnare gol a grappoli. Ma la Lazio, nessun dubbio, ha giocato per vincere e ha fatto di tutto per onorare il campionato. Purtroppo per SuperPippo, in campo c’era Salvatore Sirigu, che dopo diverse partite negative sfodera una prestazione che ha dimostrato spesso di poter mettere in campo e con miracoli su miracoli blinda la porta granata. Un altro palo arriva al 96′ e lo firma Lazzari, nella stessa azione c’è il secondo rigore – o presunto tale – negato dall’arbitro Fabbri e dal Var. In entrambi i casi è Muriqi a lamentarsi, prima per il tocco di Ansaldi, poi per quello di Bremer. Potevano starci entrambi i penalty, ma ancora una volta il Var è indigesto al Benevento. Che vede le Streghe e un altro amaro ritorno in B.

L’altra faccia della medaglia è quella granata. Il Toro viene salvato da fortuna, errori arbitrali e da Sirigu al termine di una partita davvero mal giocata e in cui il pareggio, che vale la salvezza, è grasso che cola. Adesso bisognerà festeggiare la permanenza nella categoria, che a inizio stagione doveva essere una formalità visto che l’obiettivo era di tipo europeo, ma poi occorre programmare per far sì che le ultime due annate possano diventare solo una parentesi e non la triste normalità.

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