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Serie A, la svolta Scudetto è Dzeko? Conte attende (per la terza volta) il pupillo mai allenato

Edin Dzeko
Edin Dzeko - Foto Antonio Fraioli

Dopo sei stagioni, centoquattordici reti e tre trattative in uscita sfumate sul più bello, Edin Dzeko stavolta sembra davvero essere vicino a lasciare la Roma. Lo farà probabilmente per unirsi alla stessa squadra che già lo voleva nel 2019 e per raggiungere l’allenatore che più di tutti lo ha chiesto e richiesto: Antonio Conte, sia alla guida del Chelsea nel 2018 che per ben due volte da quando è subentrato a Spalletti sulla panchina nerazzurra. Se vice Lukaku o partner del belga, è presto per dirlo ma Edin Dzeko è pronto e la Roma forse un po’ meno senza di lui. La frattura con Fonseca era ormai insanabile e tra il suo capitano e il tecnico portoghese, Dan Friedkin sembra aver fatto la scelta più impopolare ma sacrosanta: fiducia a Paulo, tante buone cose a Edin con fascia a Pellegrini e rivitalizzazione della tradizione del capitano romano e romanista. Insomma, scelta impopolare sì ma comunque neanche troppo. La trattativa più importante di un mercato di gennaio impoverito dalla pandemia cambierà inevitabilmente volto al week end di campionato, ai prossimi impegni e forse alla stagione. Con Lukaku squalificato in Coppa Italia, Conte si augura un esito rapido dell’operazione per poter subito buttare nella mischia il bosniaco contro la Juventus. Ma prima c’è il Benevento e per Conte è vietato sbagliate, dopo il passo falso di Udine. La vittoria sul Milan in Coppa Italia dà fiducia, come danno fiducia i numeri: dal post lockdown solo il Bayern Monaco (80) ha segnato più reti dell’Inter (77). E chissà che l’operazione Dzeko non dia la scossa a Lautaro Martinez, a secco di reti da quattro presenze.

Non avrà bisogno di cariche aggiunte invece Zlatan Ibrahimovic dopo l’espulsione in Coppa e la lite con annesse polemiche con Lukaku nel derby. Lo svedese vuole trascinare i suoi sul campo del Bologna per lasciarsi alle spalle il primo, vero momento di difficoltà dal post lockdown ad oggi con tre sconfitte in un mese. Tra voglia di blindare il primo posto e di reagire dopo il ko nella stracittadina, c’è anche la possibilità di scrivere una piccola pagina di storia. La squadra di Pioli può infatti stabilire il record della storia rossonera di partite esterne consecutive con almeno un gol fatto, al momento fermo a diciannove. Non cerca record ma continuità invece la Juventus di scena a Genova contro una Sampdoria strapazzata all’esordio di Pirlo in panchina. All’epoca Ranieri decise di escludere dall’undici titolare Quagliarella che oggi si è ripreso la Samp con tanto di rifiuto ai bianconeri. Di fronte Cristiano Ronaldo, a secco di gol da due partite. Tutto normale per gli altri. Non per lui. E il super Audero (profumo di Europei?) di questa stagione è già avvertito. Secondo capitolo dopo quello rocambolesco di Coppa Italia per Atalanta e Lazio al Gewiss Stadium. Tornano i titolari, stavolta per entrambi. Come tornano per la Roma di Fonseca che riabbraccia Mkhitaryan, aspetta rinforzi (Sanchez?), accoglie i nuovi (Reynolds) e semi-nuovi (El Shaarawy) e lancia la sfida all’Hellas Verona di Juric. Ma senza Dzeko, appunto.

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