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Serie A, in archivio la ventitreesima giornata: è il turno delle emozioni

Inter, Romelu Lukaku FOTO ANTONIO FRAIOLI

Possiamo affermare senza paura che la 23esima giornata di Serie A sia stata la più emozionante di questa stagione – almeno fino ad ora. La solita caterva di gol ha condito delle partite sorprendenti tanto nei risultati quanto nello sviluppo di questi. È stata una tre giorni di calcio incredibile, una tre giorni che ci ha restituito una classifica ancora più aperta di prima, nei limiti del possibile.

Aperto e sorprendente lo è stato il derby di Milano. Un derby prima segnato dalla supremazia di Ibrahimović, poi deciso dallo spirito guerriero dell’Inter, in una rimonta che è stato forse il segnale più forte della stagione in ottica Scudetto. I ragazzi di Conte hanno sistemato una partita complicatissima, lo hanno fatto continuando a credere nelle proprie idee anche nel momento in cui Pioli era riuscito a trovare la chiave giusta per mandarle in crisi. Certo il Milan ha fatto la sua parte, perdendosi nel primo vero momento di difficoltà della partita: ma guai a sottovalutare l’energia che l’Inter ha ritrovato dentro sé stessa, un’energia che è forse la qualità migliore dei nerazzurri rispetto alle altre due concorrenti per il titolo.

La testa ha fatto la differenza anche nella partita che la Juventus ha perso in casa del Verona, 24 ore prima del trionfo nerazzurro. I bianconeri sono stati impeccabili per un’ora, hanno saputo soffrire e si sono resi pericolosi quando sono riusciti a venire fuori dalla solita, soffocante pressione dell’Hellas. Ma dopo aver trovato il vantaggio ancora una volta i campioni d’Italia hanno staccato la spina, si sono piaciuti troppo e hanno pagato. Anche in questo caso non si possono non sottolineare i meriti della sesta forza della Serie A, ma inizia a diventare preoccupante il trend di mancata gestione del vantaggio per i ragazzi di Sarri. Diventa difficile, in questi casi, spartire le colpe tra l’allenatore e la squadra: ed è proprio questo il motivo per cui la Vecchia Signora potrà venirne fuori solo con una presa di coscienza da parte del collettivo dei giocatori in toto. Altrimenti, considerando soprattutto la qualità della concorrenza, lo Scudetto diventerà irraggiungibile per la Juve – una frase che in pochi avrebbero affermato solo qualche settimana fa.

Rimane molto poco da dire invece sulla terza concorrente al titolo, la Lazio. A Parma i biancocelesti hanno vinto col marchio del proprio talismano Caicedo, soffrendo il giusto ma confermando per l’ennesima volta la propria solidità e le certezze del sistema. Tutto questo nonostante tante assenze ed anche un po’ di turnover: Inzaghi ha potuto rinunciare contemporaneamente a giocatori come Lazzari, Milinković, Radu e Lulić – ma ha potuto vincere lo stesso. Ed è forse questa la notizia più bella del weekend per i tifosi della Lazio; s’intende, ironicamente, subito dopo l’ennesima sconfitta interna della Roma. In un venerdì sera opaco i giallorossi hanno confermato il trend negativo con cui hanno aperto l’anno nuovo: tanti gol subiti, anche ingenuamente, e una fatica in generale ad approcciare al meglio le partite dal punto di vista mentale. Si tratta del momento peggiore della gestione Fonseca, in cui problemi tattici si stanno sovrapponendo a sfortune varie e limiti strutturali della rosa. Solo il collettivo può salvare i giallorossi e riportarli a tenere il passo giusto per il quarto posto.

Tutto questo a beneficio anche dell’Atalanta, che con la Fiorentina è tornata a vincere con merito. Alla Dea continua a mancare un po’ lo smalto dei tempi migliori nelle ultime settimane, ma aver strappato i tre punti ad un avversario comunque in salute è una risposta importante per Gasperini, dopo un periodo in cui i suoi ragazzi hanno lasciato troppi risultati per strada. Per i nerazzurri d’altronde è fondamentale accumulare un po’ di vantaggio in queste ultime settimane prima che il ritorno della Champions, inevitabilmente, costerà qualcosa in campionato. Ritorno della Champions che attende pure il Napoli: ma per mettere in difficoltà la retroguardia azzurra, ieri pomeriggio, non è servito Messi. È bastato un Lapadula al top della condizione e sono riemersi tutti gli squilibri che Gattuso sembrava aver sistemato. Certo tra errori arbitrali e legni colpiti non è sicuramente la stagione più fortunata della storia del Napoli, ma i partenopei si sono riscoperti fragili persino contro il Lecce quartultimo in classifica. Rimontare verso l’Europa, in queste condizioni, sarà complicatissimo, spesso considerando il valore della concorrenza.

In coda sono da segnalare le vittorie importanti delle genovesi, oltre a quella del Lecce. A perdere è stata invece la SPAL, battuta in casa nel derby col Sassuolo: una sconfitta rilevante perché decisiva nella scelta dei ferraresi di esonerare Leonardo Semplici. Si tratta del dodicesimo esonero in 23 giornate: un trend che conferma la difficoltà del nostro calcio ad accettare le difficoltà iniziali di un progetto tecnico – difficoltà che però in molti casi sono inevitabili. In certi casi inevitabili pure quando hai Cristiano Ronaldo in rosa. Ci vediamo settimana prossima.

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