Serie A

Serie A, in archivio la ventunesima giornata: la caduta dei giganti

È finita in archivio anche la 21esima giornata di Serie A, una delle più attese in assoluto per la compresenza di tanti big match. Eppure non è stato lo spettacolo la caratteristica più evidente di questo turno, in cui però abbiamo avuto modo di verificare lo stato di forma di quasi tutte le big del nostro campionato, ottenendo in molti casi dei responsi negativi. È inevitabile iniziare parlando della corsa a tre per lo Scudetto, in cui tutte le candidate hanno frenato.

Sorprende il giusto ormai la pareggite dell’Inter. Le difficoltà dei nerazzurri sono conclamate e sono venute a galla ancora una volta nell’1-1 di San Siro contro il Cagliari. Non è certamente un periodo fortunato per la squadra di Conte, che però sembra ormai seguire una specie di copione fisso nell’approccio (positivo) e la gestione (negativa) del vantaggio. L’Inter per una lunga parte della sua stagione ha avuto lo smalto per vincere le partite sfruttando al massimo singole prestazioni eccellenti: ora che la musica è cambiata sta venendo fuori il lato peggiore dell’organizzazione dei nerazzurri. Quel lato che li obbliga ad avere sempre un impatto agonistico forte per rendere al meglio, che li vede spesso calare a lungo andare nelle partite, che sta costando troppo in termini di punti in ottica Scudetto.

Ed in termini di punti è arrivato ieri il primo stop dopo mesi di sole vittorie della Lazio. Ci voleva un avversario forte come la Roma di Fonseca per togliere dei punti ai biancocelesti: un avversario che avrebbe meritato di vincere il derby, almeno tanto quanto i ragazzi di Inzaghi all’andata. Per i giallorossi rimane però atavico il problema di una resa offensiva minore rispetto a quanto viene costruito, uno dei tanti aspetti in cui l’assenza di Zaniolo si fa sentire, in attesa che succeda qualcosa sul mercato. Continua invece sul piano delle prestazioni un periodo di leggera flessione per la Lazio, una flessione per certi versi fisiologica dopo mesi di spettacolo, ma a cui Inzaghi dovrà porre freno per evitare di buttare via quanto di buono la sua squadra ha costruito nei mesi.

Ha chiuso la domenica di calcio la vittoria del Napoli sulla Juventus, un po’ a sorpresa, per 2-1. Gli azzurri hanno offerto la propria migliore prova stagionale, lavorando al meglio sui difetti dei propri avversari. E così abbiamo visto la squadra meno in forma del campionato battere probabilmente le più forti, Lazio e Juventus, nell’arco di pochi giorni. Gattuso ha dato un assetto chiaro per il suo Napoli, grazie anche all’arrivo di Demme, e ora punta sulla continuità per sperare nella rincorsa-Champions. Sarri e i suoi invece si ritrovano a fare i conti con la solita difficoltà nel mantenere alto il livello delle prestazioni: la Signora è ancora troppo altalenante e a questo punto della stagione è legittimo chiedersi se questo difetto non sia inscalfibile. Certo è che con il tridente “pesante” con Dybala, Higuaín e CR7 la Juve risulta fragile in difesa e poco produttiva in attacco, almeno per quello che si è potuto vedere.

Non riguarda la lotta di testa, ma il risultato più clamoroso del weekend è stato sicuramente quello che ha visto l’Atalanta distruggere il Torino. Lo 0-7 di sabato è stato un messaggio fortissimo della Dea, sicuramente la squadra più quotata nella corsa al quarto posto nonostante l’attuale svantaggio rispetto alla Roma. I nerazzurri sono una vera e propria macchina perfetta che dovrà stare attenta ad incepparsi il meno possibile com’è avvenuto settimana scorsa. A questo punto sarà difficile tornare vicino all’Europa che conta anche per il Milan, giunto alla quarta vittoria consecutiva ma ancora parecchio lontano dal quarto posto. A Brescia i rossoneri hanno confermato i segnali positivi dell’ultimo periodo ed ottenuto un successo importante, su un campo che per nessuna fra le big è stato semplice. Pioli continua a volare basso anche nelle dichiarazioni ma qualcosa inizia a vedersi per il Diavolo, fosse anche soltanto il talento di Rebić.

A margine, qualche nota di merito: per la continuità di rendimento dell’Hellas Verona; per il Parma ed il suo solito cinismo; per il Bologna che continua a fare il suo calcio con personalità. Tre belle realtà del nostro calcio, che in modo diverso possono permettersi di sognare in grande. Nel frattempo prende forma anche la lotta alla salvezza, ed è una lotta apertissima: tre squadre a quota 15 ed una a quota 16 tra SPAL, Brescia, Genoa e Lecce. È difficile per tutte, ma la sensazione che nessuna delle fazioni sia nettamente avanti rispetto alle altre terrà tutto aperto fino alla fine. A partire dal prossimo turno, che commenteremo tra una settimana sempre su queste colonne.

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