Serie A

Scudetto Juventus 2018/19, le tre partite chiave

Federico Bernardeschi
Federico Bernardeschi - Foto Antonio Fraioli

La cosa più incredibile riguardo l’ottavo Scudetto consecutivo sollevato dalla Juventus è che la Vecchia Signora ci ha fatto un po’ dimenticare quanto sia difficile vincere. Quanto ci voglia in termini di progettualità, continuità, forza tecnica e mentale. Ogni stagione è diversa dalle altre, ed anche in un’annata in cui il titolo non è sembrato mai in discussione dal punto di vista dei bianconeri si possono individuare dei momenti chiave che hanno un po’ indirizzato la marcia trionfale dei ragazzi di Max Allegri, terminata nello specifico con la gara con la Fiorentina. Tre partite che hanno lasciato il segno.

I GOL PIU’ BELLI

IL PAGELLONE

1 – Chievo 2-3 Juventus, 18 agosto 2018

Ad attendere la Juve nella prima giornata di questa Serie A c’era un test solo all’apparenza facile, una di quelle partite in cui il rischio di farsi male da soli è altissimo. In pochi se lo ricorderanno, ma la corsa dei campioni d’Italia è iniziata con una mezz’ora di grandissima qualità, davvero fuori categoria. Nonostante ciò, all’inizio del secondo tempo Madama era sotto per 2-1 e la sensazione era di trovarsi davvero davanti ad una squadra con una rinnovata identità di gioco ma soggetta a disattenzioni un po’ troppo frequenti. Un difetto non semplice da gestire, difetto cui nella situazione specifica i bianconeri rimediarono grazie ad un autogol di Bani e la rete in pieno recupero di Bernardeschi per la vittoria finale.

L’importanza di questo successo è stata un po’ sottovalutata per due motivi. Prima di tutto, per quanto la Juventus ci abbia abituato negli ultimi anni a venire fuori anche da situazioni complicatissime, si tratta comunque di una vittoria ottenuta al 94esimo e che, se non fosse arrivata, avrebbe sottoposto i giocatori bianconeri a forti pressioni. Ce lo ricordiamo cosa successe all’inizio della stagione 2015-2016? La Signora iniziò male il campionato, quasi come per effetto domino dopo una gara d’apertura persa contro l’Udinese. Ora sarebbe esagerato dire che gli effetti di un pari al Bentegodi sarebbero stati simili, ma sicuramente aver iniziato col piede giusto è stato importante. In più, dal gol segnato in questa sfida ha preso il via l’inizio di stagione folgorante di Bernardeschi, poi un po’ calato per tornare su livelli alti solo in Primavera. Un fattore, l’ex viola, in quel periodo – e si spera possa esserlo con più continuità.

2 – Juventus 3-1 Napoli, 29 settembre 2018

“I campionati si vincono contro le piccole”, dicono. Ed è talmente vero che negli ultimi anni la Juventus col Napoli aveva avuto una tradizione di scontri diretti non così impari; però, per dominare con così tanto distacco un campionato bisogna fare i tre punti un po’ indistintamente contro tutti. A fine settembre all’Allianz Stadium gli azzurri si presentano con coraggio, colpiscono un palo e vanno in vantaggio in avvio. Sotto 0-1 e con il timore di riaprire i conti in chiave titolo, i padroni di casa giocano settanta minuti di livello altissimo nel segno di Cristiano Ronaldo (due assist) e Mandžukić (due gol), portando a casa un successo che manda un segnale fortissimo su chi comanda in Serie A.

Certamente quella in casa contro i partenopei può essere ricordata come una fotografia lucida del livello di prestazione tenuto dai ragazzi di Allegri ad inizio anno. Il divario è stato evidentissimo nei primi mesi dell’anno, fino a risultare persino imbarazzante in alcuni casi, come nell’uno-contro-uno fra Cristiano ed Hysaj: finchè è servito, i campioni d’Italia hanno tenuto un livello prestazionale alto, che ha segnato un solco nettissimo fra lei e le inseguitrici. Il povero Napoli non ha potuto fare altro che il suo meglio, e non è bastato.

3 – Juventus 1-2 Manchester United, 7 novembre 2018

C’è molto poco da dire, considerando che anche questa fu una delle migliori prestazioni dell’intera annata juventina sul piano del gioco. La Signora ha avuto il comando delle operazioni per 89 minuti circa, segnando splendidamente con CR7, ma ha avuto la colpa di non chiudere la partita – cosa che in quel periodo le riusciva molto poco – e per questo subisce una clamorosa rimonta interna nel segno di Mata ed un autogol di Alex Sandro.

Può sembrare un paradosso parlare di una gara di Champions League come decisiva per uno Scudetto, ma si può individuare una Juve prima e una Juve dopo questa sconfitta in favore del Manchester United. Dopo questo KO interno Allegri ha scelto di puntare in maniera più convinta sui dettami che avevano caratterizzato le annate precedenti. Linee di gioco meno palleggiate, i bianconeri che diventano meno belli ma più pratici, che fanno fatica ma riescono a venirne sempre fuori grazie a concentrazione e giocate dei – tanti – fuoriclasse a disposizione. Per tutto il girone di ritorno, i campioni d’Italia mostreranno di aver imparato questa preziosa lezione e, pur sacrificando qualcosa di grande, hanno mostrato di ricordarsi benissimo come si gestisce la sofferenza. Perché è così: la Juventus o vince o impara. E per questo alla fine è come se vincesse e basta.

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