Serie A

Sconcerti: “L’Inter può vincere l’Europa League, ma la permanenza di Conte non è scontata”

Antonio Conte - Foto di Clément Bucco-Lechat - CC BY-SA 3.0

Mario Sconcerti, editorialista del Corriere della Sera, ha concesso un’intervista ai microfoni di TMW Radio trattando vari temi, tra cui Inter e Atalanta impegnate rispettivamente in Europa League e Champions League: “Che l’Inter possa vincere l’Europa League? Sono d’accordo. Mi è piaciuta molto sia con col Getafe sia col Leverkusen e ha fatto sembrare piccole le avversarie, cosa che alle italiane accade poche volte. L’Inter è molto cresciuta negli ultimi due mesi proprio a livello individuale. Penso a Gagliardini, che ormai somiglia ad un grande giocatore, Barella e non parlo neanche di Lukaku che è ormai infermabile. La vittoria eventuale della Coppa però non porta automaticamente alla permanenza di Conte. Lo abbiamo visto lo scorso anno con Sarri al Chelsea o con lo stesso Conte dopo la vittoria della FA Cup. Dipende molto dalle idee che ha la dirigenza e il proprietario. Certo mandarlo via dopo aver vinto un trofeo internazionale vorrebbe dire che è molto incazzato con lui, altrimenti sarebbe una mossa molto impopolare. Gasperini avrebbe preferito giocare 180 minuti contro il Psg? Se sei inferiore all’avversario è preferibile una partita sola perché incidono molto di più gli episodi, il singolo errore o un rigore. Se invece pensi di non essere inferiore allora sono meglio le due gare. Non ho sentito Gasperini, ma dipende da cosa pensa lui in generale del PSG che non gioca da sei mesi. Ho visto il Lione e non mi è sembrata una squadra troppo in difficoltà atleticamente. Può anche essere che il PSG se la giochi da riposato e venga fuori una bella partita. Credo che ultimamente l’Atalanta sia migliore, forse è la miglior squadra d’Italia e se la può giocare alla pari”.

Infine, in merito all’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19 ancora in corso, Sconcerti ha concluso: “Che sarebbe stata una stagione anomala lo sapevamo, è stato chiaro fin dal primo momento e poi giorno dopo giorno vedendo i numeri dei contagi. Siamo condannati dall’emergenza e molto dipenderà da quello che vogliamo e possiamo fare perché stiamo già giocando in era di Covid e abbiamo visto che smettere di giocare, di produrre, fa molto male. Più male del Covid. È più conveniente tenere aperto per ora, ma se poi dovesse esserci una nuova emergenza bisognerà farsi trovare pronti”.

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