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L’ex allenatore del Milan, Arrigo Sacchi, intervenuto nel corso della quarta edizione del Festival dello Sport di Trento, ha raccontato la sua carriera da tecnico: “Ho cercato di fare giocare le mie squadre come pensavo dovessero giocare. I piedi mi interessavano poco, mi interessavano gli uomini. Ad esempio volli Ancelotti dicendo a Berlusconi che con lui avremmo vinto lo scudetto, perché era generoso, aveva passione ed entusiasmo. Sapevo che avrebbe dato tutto. Quando hai queste persone è più facile vincere. Per me il calcio è uno spettacolo, se tu puoi fare otto gol devi fare otto gol. Nel 1994 siamo arrivati alla finale e abbiamo perso ai rigori con il Brasile. I nostri hanno dato tutto, la considerai come una vittoria. La soddisfazione più grande era quando riempivamo gli stadi. Dopo un anno di Milan siamo passati da 30 mila abbonati a 66 mila abbonati. Pregi? Pensavo solo a far bene e meglio ma questo mi ha causato un grande stress”.
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Un maestro di calcio come Sacchi ha notato notevoli cambiamenti rispetto al passato: “Il calcio deve rinnovarsi, sennò diventa retrò, come tutte le altre cose. In Italia adesso gli allenatori hanno più coraggio, una propria identità anche le squadre più piccole. Iniziò l’Empoli di Sarri, ricordo il match col Milan dove dominò la gara e impose il proprio gioco. Messi-Mbappé-Neymar? Maradona non ha mai vinto la Champions, da soli è tutto più difficile. I grandi giocatori ti danno una mano e l’altra te la tolgono. Noi al Milan ci muovevamo tutti insieme, facendo un pressing compatto. Sono preoccupato per il calcio perché, non solo abbiamo troppi giocatori stranieri ma anche i dirigenti stranieri che vengono da zone calcisticamente meno evolute, non vorrei che il calcio possa perdere il suo appeal. Mancini ha compiuto un capolavoro, ha vinto con merito. Ha fatto una cosa davvero difficile”.
“La favorita era la Juventus, ma la partenza sicuramente non è stata buona. Potrebbe recuperare se davanti non tengono un passo elevato. Il Napoli dovrà acquisire una mentalità per vincere, poi c’è l’Inter che ha qualche sicurezza in più, mentre il Milan gioca meglio delle altre. Quello rossonero è quasi un miracolo, sono dei ragazzi e spesso con loro con i giovani semini tanto per raccogliere poco. Pioli in passato non dava mai un’identità , oggi la sua squadra ce l’ha”, ha concluso Sacchi.
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