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Nel decreto rilancio un assist alla Figc: un solo grado di giudizio per i ricorsi

Vincenzo Spadafora - Foto profilo Facebook

La Serie A non è mai stata così vicina allo stop definitivo. Nella giornata di ieri è arrivato l’ok da parte del Comitato tecnico scientifico agli allenamenti di gruppo dal 18 maggio ma con tre modifiche “stringenti e vincolanti” che di fatto tarpano le ali a chi pensava di ripartire: in caso di una positività al Covid-19 tutta la squadra, compreso lo staff tecnico, dovrà andare in quarantena per 14 giorni, la responsabilità dell’attuazione del protocollo dovrà essere del medico sociale e i test molecolari dovranno essere totalmente a carico dei club per non togliere nulla a tutti gli altri cittadini. Non la ripartenza che volevano i club, rumorosamente ancora in silenzio dopo le parole del ministro Vincenzo Spadafora. Ha davvero senso ripartire sapendo che con un nuovo caso di positività si chiude tutto? E soprattutto ha senso ripartire con gli allenamenti quando la decisione finale sulla ripresa del campionato arriverà la prossima settimana come annunciato dal ministro dello sport?

In questo puzzle di pensieri e di supposizioni c’è un altro tassello importante, forse decisivo. E arriva, come svelato da “Repubblica”, dall‘articolo 211 della bozza del decreto rilancio che dovrebbe essere approvata oggi in Consiglio dei Ministri: “Disposizioni processuali eccezionali per i provvedimenti relativi all’annullamento, alla prosecuzione e alla conclusione dei campionati”. In cosa consiste? Alle Federazioni viene concesso il potere di annullare i campionati, di adottare le classifiche finali e soprattutto di organizzare le nuove norme per la stagione 2020/2021. Ma soprattutto centralizza tutti i ricorsi in un unico grado di giustizia sportiva, ovvero il Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni. Dunque elimina i gradi di giustizia federali snellendo un percorso che sarebbe stato lungo e tortuoso. Mettere la parola fine, dal punto di vista burocratico, oggi è più semplice di ieri. Un assist del Governo alla Figc: i campionati di calcio sono più in bilico che mai. 

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