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“Due calciatori si sono negativizzati e non sappiamo se possiamo aggregarli al gruppo perché dovranno superare dei test da sforzo come previsto dal protocollo. Altri otto hanno il covid e, dunque, non saranno a disposizione. Se aggiungiamo gli infortuni e le altre indisponibilità è facile pensare che partiremo per Napoli tra mille difficoltà ”. Così Stefano Colantuono nella conferenza stampa in vista della sfida di campionato di domenica contro il Napoli. Il tecnico della Salernitana ha poi aggiunto: “Ci sono cose che non riesco a capire. Abbiamo otto positivi, in questo momento, e speriamo che domani non ci siano ulteriori sorprese. C’è gente che viene da un lungo periodo di inattività , se non superano la visita medica si abbassa lo stesso la percentuale del 35%? Naturalmente giocheremo, ma vorrei sottolineare che oggi non abbiamo fatto allenamento. E al danno si potrebbe aggiungere la beffa: chi non è al top rischia l’infortunio muscolare, senza dimenticare la squalifica di Ranieri”.
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Ancora sulle difficoltà dovute ai numerosi indisponibili, Colantuono ha aggiunto: “Mi chiedo: che partita diventa? Noi rispettiamo i regolamenti, sia chiaro, ma ci sono troppe cose che non sono chiare. C’è chi scenderà in campo per onor di firma, rischiando infortuni muscolari perchè fuori allenamento. A cospetto di un avversario di grande valore che, naturalmente, sarebbe stato favorito a prescindere, pure con una Salernitana al completo”.
Il tecnico dei granata ha anche commentato l’errore dell’arbitro Serra in Milan-Spezia: “Abbiamo visto e commentato tra di noi, ma fa parte del gioco. L’arbitro ha sbagliato, le squadre in lotta per non retrocedere ne hanno risentito ma non voglio entrare nel merito perchè sono cose che capitano. Allenatori e calciatori commettono errori, può capitare anche a chi dirige una gara. Non mi permetto di andare oltre, voglio essere solidale con il signor Serra”.
E sullo 0-3 a tavolino riferito alla partita contro l’Udinese: “L’iter è questo: partita persa a tavolino e penalizzazione, poi un ricorso che potrebbe ribaltare il primo verdetto. Ci siamo attenuti ad una decisione dell’ASL che, in quel momento, era organo supremo. Non abbiamo fatto altro che rispettare le disposizioni delle autorità sanitarie, qui si parla di salute e di educazione civica. Non era giusto mettere a repentaglio l’incolumità degli altri, ci eravamo organizzati con un aereo privato ma non c’erano le condizioni per partire”.
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