Serie A

Il Napoli non è guarito: i fischi del San Paolo seppelliscono i partenopei

Carlo Ancelotti, FOTO DELL'OLIVO

Il Napoli non rialza la testa in campionato. I fischi del San Paolo dopo la sesta partita senza vittorie in campionato sono assordanti, resi ancor più duri dai tanti vuoti sugli spalti. Sintomo di un ambiente sempre più vittima delle proprie lotte intestine e che sembra incapace di risollevarsi. La rete dell’1-0 di Llorente sembrava poter restituire leggerezza alla squadra di Ancelotti, tornata invece nel suo vortice di insicurezze nella ripresa e beffata a dieci dalla fine da Sansone per il 2-1 del Bologna. E il gol del pareggio all’ultimo di recupero annullato dal Var per fuorigioco impedisce persino di salvare il salvabile, l’ultima beffa dell’ennesima occasione sprecata per invertire il trend e riportarsi a galla.

Il Napoli rischia infatti di mancare addirittura un obiettivo diventata pura routine negli ultimi anni: la qualificazione in Champions League. I partenopei avevano sempre raccolto più di venti punti a questo punto del campionato nelle ultime sei stagioni dopo il quinto posto  del 2011/12. Occorre tornare indietro di due anni, invece, per trovare un punto così basso nella carriera di un tecnico vincente come Ancelotti, impantanato in una striscia così lunga senza vittorie in campionato per la prima volta dal 2010, quando sedeva sulla panchina del Chelsea.

Una squadra capace di togliere quattro punti su sei ai campioni d’Europa in carica del Liverpool, bella in Champions ma spaesata in Serie A: è questo il paradosso del Napoli edizione 2019/2020, passata da prima antagonista della Juventus all’attuale settimo posto con il distacco dal quarto posto che rischia di diventare di 8 punti in caso di vittoria della Roma sul campo dell’Hellas.

Udinese, Parma e Sassuolo prima della sosta per provare a cambiar marcia nel 2020, nel mezzo l’ultima gara del girone di Champions con il Genk da non fallire assolutamente per staccare il pass per gli ottavi: un importante appiglio per restituire entusiasmo a un ambiente in stato confusionale nonostante presunti chiarimenti e faccia a faccia tra giocatori, tifosi e società.

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