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Napoli, addio Champions: l’Atalanta riduce la stagione azzurra al match col Barca

Gennaro Gattuso
Gennaro Gattuso - Foto Fraioli

L’Atalanta sa solo vincere: i bergamaschi per la prima volta nella loro storia mettono insieme sette successi consecutivi. Dopo un primo tempo deludente, la Dea prende le misure al Napoli con le marcature di Pasalic e Gosens. Sale a quindici il vantaggio dei nerazzurri sui partenopei che vedono allontanarsi ulteriormente, e questa volta sembra definitivamente, il sogno Champions.

Il caldo afoso condiziona inizialmente le due squadre, non ai livelli abituali in termini di ritmo e intensità. Il risultato è un brutto spettacolo, “ravvivato” da un episodio negativo: Ospina riceve un colpo alla testa fortuito dal ginocchio di Mario Rui ed è costretto a lasciare il campo tra gli applausi di compagni e avversari. Gli azzurri premono in particolare sulle fasce, bergamaschi in netta difficoltà ad impostare la manovra d’attacco. Gomez è l’uomo con la maggior classe, sprigionata all’alba del secondo tempo: pallone perfetto (15esimo assist, record in Serie A) per Pasalic che può colpire indisturbato Meret per il goal del vantaggio. E’ un’Atalanta con un altro spirito, Napoli alle corde: uno-due micidiale con il raddoppio firmato dal solito Gosens con un diagonale sul secondo palo dopo un assist quasi involontario di Toloi. Gattuso inserisce Lozano che dà maggiore vivacità alla manovra offensiva e dà l’anima, pur senza lasciare il segno: il messicano in questo finale di campionato potrebbe mostrare, senza alcuna pressione relativa alla classifica, ciò che ci si aspettava da lui sin dall’inizio. Milik si vede annullare la rete della speranza per posizione di fuorigioco, i padroni di casa controllano senza troppi patemi la situazione e rischiano anche di infilare il tris in contropiede.

Dopo le buone prestazioni il commento alla partita dei partenopei non può essere positivo. Quella di oggi è una battuta d’arresto proprio contro l’avversaria che si sperava di riagguantare, la quale tuttavia si è dimostrata squadra di ottima (e altra) caratura, ben organizzata e in grado di sfruttare ogni occasione capitata: il Napoli non ha saputo fare altrettanto, soprattutto nel primo tempo. Citato l’attacco, non si può non citare la difesa sbriciolata sui cambi gioco dell’Atalanta. La delusione maggiore sembra, tuttavia Fabian Ruiz: lo spagnolo sbaglia clamorosamente l’uscita nell’azione del primo gol bergamasco e poi, smarcato da un delizioso tacco di Zielinski, spreca l’occasione migliore per segnare il 2-1 e riaprire la partita. Una serata storta può certo capitare, ma l’importante è reagire subito.

L’Atalanta ipoteca il quarto posto e riduce ufficialmente la stagione dei campani, avente almeno ancora dieci partite da giocare, a una sola partita: quella del Camp Nou contro il Barcellona, sperando che gli uomini di Gattuso possano disputare da qui al termine della stagione più di dieci partite. Inutile al momento sia guardarsi indietro (l’Europa League è già garantita) sia, come spiegato sopra, guardarsi avanti. Se il Napoli vorrà l’anno prossimo la Champions, dovrà vincere la Champions.

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