Serie A

Milan-Spal, Suso dai fischi alla magia: Pioli riparte con l’uomo più discusso

Una ventata d’aria fresca in casa Milan, dopo una situazione torrida che aveva visto il Milan in seria difficoltà, una situazione che nemmeno il cambio di allenatore sembrava in grado di risolvere. Infatti, l’avvio di stagione per il Milan è stato tremendamente difficile, con 10 punti raccolti in 9 partite con le gestioni Giampaolo prima e attualmente con Pioli poi, uno score davvero misero. Un Milan che nelle precedenti giornate non soltanto ha avuto una crisi abbastanza evidente di risultati, ma anche di identità di gioco, di attenzione difensiva (13 gol subiti) e, soprattutto, di creatività offensiva (solo 9 gol segnati, uno segnato di media a partita).

Il Milan, nella partita contro la Roma, ha evidenziato delle grandi amnesie difensive, sia individuali (vedasi l’errore marchiano di Calabria nel gol di Musacchio), sia di reparto (clamoroso il vuoto che si è venuto a creare nel gol del momentaneo uno a zero di Dzeko), oltre che una grande carenza di personalità nei calci piazzati che potevano costare qualcosa di più sonoro ai rossoneri, una sconfitta inevitabile che ha messo il Diavolo in seria difficoltà, con le calde temperature delle zone basse della classifica che si facevano sentire e non poco.

Una situazione complicata che Stefano Pioli cerca di risolvere schierando il Milan con un 4-3-3, con Donnarumma in porta, Duarte, Musacchio, Romagnoli e Theo Hernandez a definire la linea difensiva, Paquetá, Bennancer e Kessié a centrocampo, Calhanoglu e Castillejo al servizio di Piatek. Una formazione con alcuni cambiamenti che cerca di offrire nuove idee ad un Milan intimorito nell’ultimo periodo, alla disperata ricerca di un risultato che sblocchi una situazione che sembra davvero critica, se si considerano le aspettative estive sulla squadra milanese.

La SPAL di Leonardo Semplici invece risponde con il suo classico 3-5-2, con Berisha in porta, Cionek, Vicari e Tomovic in difesa, Strefezza e Reca sulle fasce ad accompagnare Murgia, Missiroli e Kurtic a centrocampo, Petagna e Floccari a formare il tandem d’attacco. Una SPAL che, a differenza del Milan, arriva a San Siro sostanzialmente senza nulla da perdere, cercando di sfruttare le corsie laterali per il recupero dei palloni, cercando di dare fastidio a Paquetá e a Kessié.

Il Milan arriva alla conclusione improvvisa di Paquetá al minuto due, impegnando già Berisha, ma la SPAL appare ben organizzata contro un Milan confusionario, e guadagna metri di campo per provare ad imporre il suo gioco, mentre dall’altra parte la carta Castillejo cerca li verticalizzazioni a differenza dei movimenti a rientrare di Suso nelle precedenti partite, che si erano dimostrati spesso infruttuosi nelle precedenti giornate di campionato.

Dopo una miriade palloni persi che spazientiscono il pubblico, il Milan trova un’occasione ghiotta al minuto 12: Paquetá che allarga benissimo per Theo Hernandez, che crossa in mezzo per Piatek, il polacco svirgola, Castillejo calcia a tu per tu con Berisha sulla traversa. E mentre Bennancer e Kessié vengono contestati dal tifo rossonero per gli errori banali in fase di appoggio, Paquetá si inventa ancora una palla splendida per Piatek, che con una conclusione violenta sfiora il bersaglio grosso dalla distanza.

La SPAL però non demorde e al minuto 23 prova a colpire con quella che nella scorsa stagione era stata una delle sue armi migliori, le palle inattive (basti pensare che nella scorsa stagione ha segnato ben 18 gol in questo modo), ma Floccari non riesce a segnare la prima rete da palla inattiva della stagione dei ferraresi, che in questa stagione stanno faticando a trovare questa tipologia di realizzazione, un problema non indifferente in ottica salvezza.

Il Milan risponde al minuto 29, con la prima giocata buona di Kessié (giusto per mettere l’accento sugli errori suoi nella prima mezz’ora) per imbeccare Calhanoglu, che però calcia centrale su Berisha. Appare però evidente che il gioco passi tra i piedi di Castillejo e Paquetá, uomini chiave del Milan. La SPAL però non è intenzionata ad arrendersi, cerca i dialoghi tra Petagna (encomiabile nel suo lavoro sporco in solitaria) e Floccari, sfrutta le scorribande sulla fascia di Reca, ma la manovra pecca di concretezza negli ultimi metri, poca roba per poter impensierire seriamente la retroguardia rossonera.

Il primo tempo finisce tra i fischi assordanti di un San Siro demoralizzato e gelido nei confronti del Milan, incapace di sfondare il muro ferrarese che rimane intatto.

Nel secondo tempo, la SPAL parte mantenendo invariato il suo assetto tattico, mentre il Milan, a causa di un problema all’adduttore di Musacchio, è costretto alla sostituzione immediata con Calabria, che porta il Milan a formare un’inedita difesa a 3 con Duarte e Romagnoli, con Paquetá e Theo Hernandez a fare gli esterni di centrocampo. Theo Hernandez segna di nuovo con una grande imbeccata di Paquetá, ma è in leggero fuorigioco. Al minuto 54 Calhanoglu si divora un gol clamoroso, strozzando troppo la conclusione, ma il Milan c’è, vuole disperatamente un gol che in questo momento sarebbe fondamentale per il morale della squadra.

Al minuto 56 Pioli si gioca il secondo cambio, sostituendo Castillejo con Suso, alla ricerca disperata di un’occasione per riscattarsi, occasione che arriva al minuto 63, con un gioiello su punizione, un gol che risponde ai fischi dei quali è stato vittima al suo ingresso in campo, un gol su punizione che la SPAL non subiva da due anni, quando fu Dybala, nella stagione 2017-2018, a punire i ferraresi su calcio piazzato. Un gol che sa di ventata fresca per Suso, che fino a questo momento della stagione era risultato non pervenuto.

Al minuto 71, Semplici si gioca la carta Valoti, per sostituire Missiroli, mentre il Milan ritorna al suo gioco “classico”, sfruttando i movimenti a rientrare di Suso, mentre Paquetá appare un po’ più fumoso rispetto al primo tempo, a differenza del più che buon primo tempo disputato. Al minuto 78, Calhanoglu serve in profondità Paquetá, che con una finta si libera di una morsa, per poi vedersi il gol negato da un provvidenziale Berisha.

Il Milan acquisisce fiducia, seppur senza brillare sul piano del gioco, assediando la SPAL per cercare di chiuderla, e persino Kessié acquisisce fiducia dopo una prestazione complessivamente sotto tono fino a quel momento.

La SPAL, senza ormai nulla da perdere, inserisce Sala per sostituire Reca, e Paloschi per Strefezza, passando ad un 4-3-3 inedito per il gioco di Semplici, nel tentativo di fare salire il baricentro contro i rossoneri. Al minuto 85, ritornano le amnesie difensive del Milan nelle palle inattive, che già erano state abbastanza evidenti a Roma, con Kurtic che sfiora un bel gol di testa.

Al minuto 87, il Milan concede la passerella ad un buon Paquetá, sostituendolo con Bonaventura, mantenendo di conseguenza inalterato l’assetto tattico, e gestendo i minuti finali che regalano la prima, sofferta, vittoria della gestione Pioli, a conclusione di una partita davvero povera di grandi occasioni da gol.

Una partita che ha mostrato i limiti della SPAL ma anche le grandi difficoltà del Milan, che risulta vincitore, con la quinta vittoria consecutiva contro i ferraresi dal 2017 ad oggi, ma con delle gatte ancora da pelare per Pioli e per la squadra, una vittoria che i tifosi rossoneri sperano che possa dare una nuova flebile speranza di ripresa dopo un avvio disastroso. Dunque, ai posteri l’ardua sentenza per la stagione del Diavolo.

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