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Lazio, la quarantena ha spento le speranze: il Sassuolo certifica il blackout biancoceleste

Ciro Immobile, Lazio 2019-2020 - Foto Antonio Fraioli

A Roma c’è un gran caldo, l’orario non aiuta, ma tra le due squadre ce n’è sempre una che dà il massimo e sembra non patire l’afa: da tre partite a questa parte quella squadra non è mai quella di Inzaghi. Una squadra che continua a non riaccendere la luce, una squadra che davvero non esiste più. Quella che incantava prima del lockdown e che adesso è sparita. Squadra svogliata, con gli infortuni e la condizione fisica imbarazzante che hanno fatto il resto: e pensare che il Sassuolo era sceso in campo senza ben 9 titolari.

E’ sparito soprattutto il fuoco negli occhi dei giocatori, quei rivoli di rabbia che avevano permesso di recuperare e vincere le gare contro Fiorentina e Torino. Un crollo verticale quello della squadra di Inzaghi che ora vede vacillare anche il secondo posto in classifica: va tuttavia assolutamente blindata la Champions. E pensare che sugli spalti c’era scritta la coreografia “Con il Cuore…”: probabilmente in campo non è stato recepito il messaggio. Il simbolo del blackout è un Milinkovic Savic decisamente non al top, con la stanchezza che non può essere un alibi: tutte le squadre sono sulla stessa barca, a discapito di quanto Inzaghi possa affermare nei postpartita. Chiaro esempio, da ribadire, è l’atteggiamento di De Zerbi, che ha totalmente stravolto la formazione titolare rispetto alla vittoria di Bologna. Non ci sono scuse per i tre match in una settimana, non ci sono scuse per i pochi ricambi: i giovani in panchina ci sono (Adekanye primo tra tutti), e potrebbero avere anche più fame dei titolari.

Un’unica nota positiva continua ad essere Manuel Lazzari, che sembra essere l’unico che corre e che non ha risentito dello stop. L’altra parte della medaglia, insieme al colosso serbo, è occupata da Francesco Acerbi: il centrale è lontano parente del difensore ammirato fino a febbraio, insicuro e distratto anche oggi. Al banco degli imputati invece dovrà rispondere Simone Inzaghi, che ha completamente perso i suoi ragazzi: si è buttata al vento una stagione che a febbraio era fantastica. Delucidazioni in merito alla preparazione, che ha portato la squadra a passeggiare per il campo priva di motivazioni, sarebbero gradite soprattutto dai tifosi. Ciò non fa altro che aumentare il rammarico della compagine biancoceleste: chissà cosa sarebbe accaduto se il coronavirus non avesse stravolto quest’ultima tranche di campionato. Con soli quattro punti di distanza dalla Vecchia Signora l’occasione quest’anno era più ghiotta che mai: sarà per l’anno prossimo.

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