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La Serie A e i suoi volti: Rafa Leao leader tecnico, Lukaku per il rilancio. Poi Vlahovic, Dybala e Immobile

Sandro Tonali, Rafael Leao e Brahim Diaz
Sandro Tonali, Rafael Leao e Brahim Diaz - Foto LiveMedia/Ettore Griffoni

Maignan, Leao e Vlahovic candidati al Pallone d’Oro. Riparte con queste premesse la Serie A 2022/2023. Tutti inseguono il Milan, campione in carica, con Origi, Adli e De Ketelaere in più. La squadra di Stefano Pioli riparte dall’Udinese, una delle due squadre che i rossoneri non hanno battuto la scorsa stagione (l’altra è la Juventus). Tutti gli occhi su Rafael Leao: miglior marcatore rossonero nella Serie A 2021/22 con 11 gol (al pari di Giroud), primo per assist (otto), tiri totali (97), tiri nello specchio (38), dribbling riusciti (98) e tocchi in area avversaria (193). Insomma, è lui il leader tecnico del campionato, sicuramente il più decisivo. Quello che spera di essere in futuro anche De Ketelaere che per l’esordio dovrebbe partire dalla panchina. Pioli riparte dall’usato sicuro, poi, come spesso ha fatto, integrerà i nuovi acquisti. Tempo al tempo. Messias, B. Diaz e Leao pronti alle spalle di Rebic, che dovrebbe spuntarla con Giroud e Origi non al meglio. Di fronte c’è un Udinese che recupera Becao e Walace e deve decidere che fare di Beto, disponibile ma senza i 90′ nelle gambe. L’Inter riparte da Romelu Lukaku che detiene, tra i calciatori attualmente in Serie A, la miglior media minuti/gol nel torneo: una rete in media ogni 125 minuti giocati. Numeri da fuoriclasse, ma che in Premier è uscito nuovamente ridimensionato. Lukaku torna in nerazzurro per rilanciarsi e Inzaghi è pronto a coccolarselo dopo averlo perso nella scorsa estate. A Lecce ci sarà Brozovic, recuperato. Ma con un Asllani in più, l’ansia per le condizioni del croato è meno netta. I giallorossi sono in emergenza: fuori Tuia e Dermaku, persino il nuovo acquisto Cetin non è al meglio. Dovrebbe spettare a Blin, centrocampista adattato in difesa, il compito di fare i conti con Lukaku e Lautaro.

Parte dal Sassuolo la stagione della Juventus. Dusan Vlahovic, dopo i 24 gol della scorsa stagione, vuole aumentare la quota di reti. Al suo fianco c’è l’uomo giusto per riuscirci: Angel Di Maria è terzo per assist (131) nei cinque campionati europei negli ultimi dieci anni, dietro solo a Lionel Messi (175) e Thomas Müller (151). Tanta curiosità per Filip Kostic, miglior giocatore della scorsa Europa League e autore di 15 assist stagionali in tutte le competizioni. Non c’è Paulo Dybala, passato alla Roma, in un’estate bollente per i giallorossi. L’accoglienza all’Eur, super e senza precedenti, ha alimentato un entusiasmo trascinante. Per lui parlano i numeri: è il giocatore che ha segnato più gol da fuori area (25) in Serie A dal 2015. Può garantire quel livello di giocate individuali, che alla Roma, Pellegrini a parte, mancano dal 28 maggio 2017, non una data a caso, anche se la Joya la 10 di Tottti, per ora, non l’ha voluta. Con Wijnaldum destinato alla panchina a Salerno, Mourinho dovrebbe schierare i 4 tenori dal 1′: Pellegrini al fianco di Matic, dietro al tridente Zaniolo, Dybala, Abraham. Tasso tecnico più alto ed esperienza in più per Mourinho. Discorso diverso per Spalletti che si ritrova un Napoli rivoluzionato. Fuori Koulibaly, Insigne, Mertens. Dentro Kim, Kvaratskhelia e forse Raspadori, con la consapevolezza che il più grande acquisto sarebbe un Osimhen maturato e più letale in zona gol. Si riparte da un Verona scosso dal 4-1 col Bari in Coppa Italia e il nigeriano agli scaligeri ha segnato già due volte in quattro partite. Un 4-1 in estate lo ha subito anche il Bologna, in amichevole col Twente. Per Mihajlovic c’è la sfida al passato, alla sua Lazio. Sarri si gode una delle migliori campagne acquisti dell’era Lotito. C’è il colpo Marcos Antonio a centrocampo e il rilancio di Romagnoli in difesa. Sullo sfondo l’investimento su Cancellieri, tutto da scoprire. All’ex Verona dovrebbe toccare il ruolo di vice Immobile, uno che la classifica marcatori l’ha vinta quattro volte e punta a farlo per la quinta, impresa riuscita solo a Nordahl nella storia. Poi tante riserve e alternative in più, da Vecino a Gila. Quelle che forse mancano all’Atalanta in alcuni reparti: “Non è la squadra che mi aspettavo”. Parola di Gasperini, costretto a fare i conti con il caso Palomino, unica nota stonata di un’estate di calcio. Ancora poco più di due settimane per il mercato. Poi sarà solo campo, in attesa di un Mondiale che renderà sperimentale la stagione. Tutta da scoprire, fino a giugno.

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